Simon Barrett, storico sceneggiatore di Adam Wingard, esordisce dietro alla mdp con un'opera che mescola sciattamente i generi, senza grande inventiva o spessore
Da A Horrible Way to Die del 2010 in poi, Simon Barrett si è ampiamente fatto un nome tra gli appassionati scrivendo i film horror del regista Adam Wingard, un filotto che ha raggiunto il suo apice con You’re Next e The Guest. I due non hanno più collaborato dopo Blair Witch del 2016 e mentre il secondo ha iniziato una sorta di scalata ad Hollywood dirigendo il blockbuster Godzilla vs. Kong, lo sceneggiatore ha mantenuto per lo più un profilo basso nell’ultimo mezzo decennio.
Ora, però, fa il suo debutto alla regia con Seance – Piccoli omicidi tra amiche, un piccolo horror presentato in anteprima al Festival di Sitges che, pur essendo ovviamente riconducibile a grandi linee alla poetica del suo autore, rende oltremodo facile apprezzare ancor di più l’estetica pop dei suoi lavori in coppia con Adam Wingard, che qui vengono sostituiti da scialbe dosi di competenza ed energia che si possono al meglio descrivere come ‘narcolettiche’. Anzi, basterebbe dire che si tratta di uno ‘Shudder Original‘ per capirsi meglio.
A quanto scopriamo, tuttavia, questa non è una tipica storia di fantasmi, bensì uno slasher, e una dopo l’altra le ragazze cadono vittime di un killer mascherato che usa la leggenda metropolitana che aleggia da anni per le sale della scuola come copertura per i suoi misfati. È servita così la trama di un tipico Giallo (o di un episodio particolarmente sanguinoso della serie animata di Scooby-Doo), ma le scelte estetiche di Simon Barrett non puntano seriamente verso quel genere, a parte il nascondere l’identità dell’assassino e una breve scena di balletto che cita direttamente il Suspiria di Dario Argento.
Alla fine del film, l’intera faccenda sembra invece molto più in linea con il modello dei whodunit post-Scream della fine degli anni ’90, non curandosi però minimamente di infilarci intermezzi più ironici a stemperare il tono troppo serioso (come pure il sottotitolo italiano lascerebbe intendere). Gli omicidi in sé non sono particolarmente memorabili (nonostante il Rated R) – Simon Barrett non sembra preoccuparsi delle vittime o anche solo di mettere in scena un’uccisione eccitante – e i colpi di scena lungo la strada, in particolare la raffica che ci viene sparata negli ultimi minuti, sono utili soltanto per far storcere il naso agli spettatori per la loro stupidità.
Ma per quanto sciocco, il finale è una delle poche sezioni di Seance – Piccoli omicidi tra amiche a restituire un afflato di vita. Messa in una stanza con il killer smascherato, Camille è costretta a contrattaccare e fa un uso intelligente ed esaltante degli ambienti in cui si muove per fuggire. Eppure non c’è niente di particolarmente innovativo nella sequenza, e tutto ciò che fa è già stato fatto meglio altrove, inclusi i lavori procedenti di Simon Barrett. È difficile non pensare che il regista stia semplicemente ricostruendo la violenza di You’re Next in modo specifico, solamente con finalità meno brutali o energiche; c’è poco in termini di creatività in tutto il film, ma questa resa dei conti, almeno, è saporita.
I momenti tranquilli che la coppia trascorre fumando erba in un letto singolo vendono l’orrore della situazione che stanno vivendo molto meglio di tutti gli stanchi meccanismi di genere del resto del film. Inoltre, e per fortuna, offrono a Suki Waterhouse qualcosa da fare oltre che a mugugnare ingrugnita.
Comunque sia, sebbene Seance riesca a rendere abbastanza dignitosamente il sottotesto e la tensione della relazione tra le due protagoniste, non è in grado di trasformare i pochi momenti riusciti in qualcosa che aiuti a ‘salvare’ un’opera televisiva altrimenti sostanzialmente poco ispirata.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Seance – Piccoli omicidi tra amiche, dal 24 febbraio 2022 nei nostri cinema: