Home » Cinema » Horror & Thriller » Stopmotion: la recensione del film horror d’esordio di Robert Morgan

Voto: 7.5/10 Titolo originale: Stopmotion , uscita: 22-02-2024. Regista: Robert Morgan.

Stopmotion: la recensione del film horror d’esordio di Robert Morgan

29/10/2023 recensione film di William Maga

Aisling Franciosi è la superba protagonista di un'opera prima imperfetta ma insolita e gustosamente disorientante

stopmotion film 2023

Una giovane animatrice della stop-motion è spinta al limite della sanità mentale dalle sue stesse creazioni in Stopmotion, suggestivo lungometraggio d’esordio di Robert Morgan che esplora efficacemente la relazione spesso tossica tra arte e artista.

Una fenomenale interpretazione di Aisling Franciosi àncora una narrazione che in alcune parti è piuttosto scarna, e assieme ad alcune animazioni davvero inquietanti contribuisce ad alimentare questo intrigante horror britannico, presentato in anteprima a Sitges 2023, che dovrebbe essere accolto benevolmente dalla comunità horror grazie alla sua estetica insolita.

Avendo già impressionato negli show televisivi The Fall e Black Narcissus e come protagonista nel viscerale revenge thriller The Nightingale (la recensione), Aisling Franciosi è immediatamente avvincente nei panni di Ella, una tranquilla ventenne che sta aiutando sua madre Suzanne. (un’imponente Stella Gonet), una leggenda del ‘passo uno’, nel suo ultimo film.

Mentre la ragazza apporta minuziose modifiche al piccolo set, Suzanne, con le mani rese inutilizzabili dall’artrite, le abbaia ordini frustrata. Questa è chiaramente una dinamica logora, e il fatto che Ella si senta soffocata dalla formidabile ombra di Suzanne si manifesterà in modi sempre più bizzarri.

stopmotion film 2023 morganQuando Suzanne viene colpita da un ictus e cade in coma, Ella decide così di finire il lavoro di sua madre e si trasferisce in uno squallido appartamento in un isolato disabitato, aiutata dal suo fidanzato Tom (Tom York), che lavora in un’impresa edile.

Questo edificio silenzioso e decadente, filmato da angolazioni disorientanti e fuori dal comune dal direttore della fotografia Leo Hinstin è uno sfondo adatto per le sempre più eccentriche creazioni in stop-motion di Ella.

Quando incontra una ragazzina (Caiolinn Springall), che le racconta una storia inquietante su un essere mostruoso e predatore chiamato ‘The Ashman’, Ella si sente obbligata a dare vita a questa storia terrificante, lavorando con materiali che vanno dal feltro e dalla cera per cadaveri a una vera carcassa di volpe – e oltre.

Con un’illuminazione oscura e una tavolozza di colori opprimente, occasionalmente trafitta da lampi di neon disgustosi (come nella ipnotica sequenza di apertura del set del club), Stopmotion è deliziosamente inquietante fin dai primi momenti.

Visivamente, ricorda Censor di Prano Bailey-Bond (la recensione), che nel 2021 giocava anch’esso efficacemente con la forma, e ricorda anche l’altrettanto inquietante Possum di Matthew Holness del 2018, su un burattinaio la cui psicosi veniva distillata attraverso la sua creazione (la recensione).

Qui, le esperte scelte creative di Robert Morgan mandano costantemente brividi lungo la schiena, non ultimo il dispiegamento di esserini in stop-motion che si muovono deliberatamente ‘a scatti’ (il cui orrendo design è opera di Dan Martin) che iniziano a riversarsi nella realtà. Il sound design di Ben Baird è viscerale e appiccicoso, gli scricchiolii e i fruscii ultraterreni dei personaggi animati si riversano insidiosamente nell’azione ‘dal vivo’. Sotto questo assalto sensoriale, il nostro concetto di realtà diventa via via più incerto, quanto quello di Ella.

Dal punto di vista narrativo, la sceneggiatura di Robert Morgan e Robert King non è invece così sicura. Non vengono fornite molte spiegazioni per il crollo psicologico di Ella, a parte il fatto che lei stessa è la ‘marionetta’ della madre prepotente, e semplicemente non sa cosa fare quando i fili vengono tagliati.

L’apparizione della strana ragazzina e il suo controllo su Ella portano la narrazione di Stopmotion in un territorio emotivo piuttosto più ovvio, e c’è un accenno al fatto che, forse, la protagonista sta usando il suo lavoro per elaborare i propri traumi sepolti – anche se questo non è mai del tutto chiaro o esplorato.

Tuttavia, l’avvincente ritratto di Aisling Franciosi della spirale in cui precipita Ella supera questa debolezza di scrittura e attira efficacemente il pubblico nella sua singolare esperienza. Mentre Stopmotion diventa più estremo, col regista che fonde efficacemente elementi psicologici ed elementi di body horror cruenti, la protagonista mantiene una stretta presa sul suo personaggio, riversando l’attenzione ossessiva di Ella nel suo lavoro; è più un’artista ossessiva che una donna isterica. E quando finalmente l’argine si rompe, lei è diventata così parte della sua stessa creazione che è impossibile capire dove finisce l’uno e inizia l’altra.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Stopmotion, al momento senza una distribuzione italiana: