Voto: 5/10 Titolo originale: The Tank , uscita: 21-04-2023. Regista: Scott Walker.
The Tank (2023): la recensione del film di mostri neozelandese di Scott Walker
24/09/2024 recensione film The Tank di William Maga
Il regista torna sulle scene con un creature feature tenuto in piedi solo dagli effetti pratici della Weta
Da qualche parte sulla costa dell’Oregon – un tratto di scogli a picco e di foresta inquietante che somiglia molto ai confini occidentali di Auckland – c’è una casa abbandonata. Negli anni ’40 del secolo scorso, questo posto era abitato da una giovane famiglia. Ma un orrore indicibile si era impossessato del padre e della figlia più piccola, e così quel luogo era stato presto lasciato a marcire dalla vedova incinta, Linda (Holly Shervey).
Passano però i decenni, e l’abitazione ricompare nel testamento di Linda. Suo figlio Ben (Matt Whelan) – ormai un uomo adulto, con una moglie di nome Jules (Luciane Buchanan) e una figlia piccola chiamata Reia (Zara Nausbaum) – ne sarà il nuovo proprietario.
Ed è proprio qui che dobbiamo subito fermarci e dare un’occhiata più da vicino alla trama di The Tank, il secondo lungometraggio del regista neozelandese Scott Walker (The Frozen Ground).
Sappiamo che Linda era decisamente a conoscenza della presenza di una creatura mostruosa e assassina che vive(va) nella cisterna d’acqua fuori da quella casa. Eppure, ha comunque deciso di lasciarla al suo unico figlio senza avvertirlo minimamente del pericolo … Forse lo voleva morto?
Successivamente ci viene invece detto che questo terreno è considerato maledetto dal popolo locale dei Siuslaw, fin dal terremoto della Cascadia del gennaio 1700 (realmente accaduto). Una citazione stranamente specifica per un film che, per il resto, sembrerebbe adottare un approccio incredibilmente disinvolto alle basilari regole della logica.
Ad ogni modo, dopo molte scene introduttive, tra cui un dialogo in un negozio di animali riguardante i cicli di vita degli axolotl, la famigliola si dirige verso l’Oregon per trascorrere la notte in questa casa fino a quel momento ignota, in una foresta remota che nessuno ha visitato da più di trent’anni. Cosa mai potrebbe andare storto?
La prima ora di The Tank è una preparazione lunga e dispersiva per l’unico scopo giustificato alla visione, che è mostrare delle creature sullo schermo e far sì che una sezione del cast venga divorata da loro.
La piccola Reia, di sette anni, è off-limits secondo le regole della cinematografia. E abbiamo bisogno che mamma e papà – o almeno uno dei due – sopravvivano fino agli ultimi minuti per far progredire la storia. Così, Walker deve introdurre un paio di personaggi sacrificabili per mostrarci un assaggio dei suoi mostri – e di cosa possono fare.
La prima a cadere è un’agenzia immobiliare ben intenzionata, che viene rapidamente sventrata e ridotta a una pila di pezzetti gelatinosi in mezzo alla vegetazione. Senza dubbio sognando ancora la sua commissione sulla vendita.
L’altro è un adorabile poliziotto locale che, nonostante sappia che qualcosa ha divorato l’agente immobiliare in un modo tutt’altro che piacevole, esce prontamente dalla sua macchina e va incontro allo stesso destino. Chiaramente, il poliziotto, di cui non si fa in tempo nemmeno a cogliere il nome, non era destinato a fare carriera come detective.
Da lì, The Tank diventa un classico horror del tipo “chi sopravvivrà alla notte”, nonostante fuggire con la macchina e andarsene il più lontano possibile sia l’unica cosa sensata che chiunque farebbe in condizioni normali.
Detto questo, ci sono alcune cose apprezzabili in The Tank. Matt Whelan (The Sounds) e Luciane Buchanan (The Night Agent) sono piuttosto convincenti nei panni di Ben e Jules, e Zara Nausbaum è notevole come Reia, nonostante il suo personaggio non sia scritto come nient’altro che un ‘oggetto’ da mettere in pericolo.
E gli effetti speciali usati per le creature, curati da Richard Taylor e dal team della Wētā Workshop, sono sostanzialmente magnifici. In The Tank, i mostri sono costumi tradizionali fatti di materiali e vernice, con qualche litro di muco per la saliva, e un operatore umano che suda e si contorce per dargli vita.
Insomma, l’ora e più che The Tank impiega per portare i suoi mostri sul palco è una fatica involontariamente divertente, con pochi avvenimenti e nessuno sviluppo dei personaggi a tenere alta l’attenzione. Ma quando gli esserini famelici fanno la loro comparsa, quasi (quasi!) riescono a far valere la pena di tutto il resto.
Di seguito trovate il trailer internazionale di The Tank:
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