Voto: 6.5/10 Titolo originale: Sous la Seine , uscita: 04-06-2024. Regista: Xavier Gens.
Under Paris: la recensione del film di Xavier Gens con uno squalo mako nella Senna (su Netflix)
05/06/2024 recensione film Under Paris di Marco Tedesco
Bérénice Bejo è al centro di uno shark movie tanto improbabile quanto feroce, che prova a infilare un attualissimo messaggio ecologista in mezzo al gioioso massacro
Che gli dei dello shark-horror ci stiano sorridendo dagli abissi? Under Paris (Sous la Seine) del francese Xavier Gens (Cold Skin: La creatura di Atlantide) mescola la temerarietà ‘burocratica’ di Lo Squalo con il ritmo caciarone di Blu Profondo. E se i temi ecologisti che si poggiano all’attualità si fanno torbidi, il film brilla nei suoi momenti più caotici.
Una femmina di squalo mako che nuota sperduta nelle acque dolci della Senna fa pensare a piccoli cult indie come Amsterdamned o Prey – La Preda di Dick Maas, che spostavano scenari orribili (e impensabili …) all’interno di grandi aree metropolitane.
Naturalmente, non bisogna cercare nei 100 minuti di Under Paris alcun cenno di realismo, e nemmeno una narrazione a prova di bomba, ma rispetto ai consueti shark movie estivi a basso budget che piovono sulle piattaforme nei periodi estivi beh, questo thriller acquatico appena finito in esclusiva su Netflix è manna dall’acqua.
Bérénice Bejo (The Artist) è Sophia, una ricercatrice della fauna oceanica. Una tragedia la colpisce quando un mako di nome Lilith si scaglia improvvisamente con ferocia contro la sua squadra di sub, che comprende suo marito, lasciando la donna con danni di pressione permanenti e un mucchio di cadaveri con la muta.
Questa è il prologo di Under Paris; il resto si svolge tre anni dopo, quando Lilith decide di trasferirsi in modo assai insolito nell’enorme sistema fluviale di Parigi, comprensivo di catacombe sommerse. Riusciranno Sophia, l’attivista della S.O.S. Sharks Mika (Léa Léviant) e il sergente di pattuglia fluviale Adil (Nassim Lyes) a riportare lo squalo nel suo habitat salato prima di un importante evento di triathlon in acqua che la sindaca di Parigi si rifiuta di cancellare?
Come detto, Under Paris non dovrebbe essere studiato per la sua accuratezza scientifica. Vanta l’energia di film come Piranha 3D o Shark Night – Il lago del terrore, con l’aggiunta di accenti politici alla Geostorm e Ghostbusters.
Gli sceneggiatori Yannick Dahan, Maud Heywang e Xavier Gens infilano nello script dichiarazioni roboanti sulla stupidità dei governi e sulle ramificazioni ambientali di fronte a un pianeta che sta morendo a causa della negligenza dell’umanità.
Questi messaggi colpiscono come una torta di dimensioni inedite lanciata in un cartone animato dei Looney Tunes, il che può diventare un ostacolo a livello di tono, dato che Under Paris tenta di mantenere una facciata estremamente seriosa. La stupidità di certe situazioni si scontra quindi con la sincerità in strani momenti clou, che sembrano pezzi di un puzzle incastrati al loro posto a suon di pugni.
Gli artisti degli effetti speciali sono spesso chiamati a rendere Lilith attraverso la CGI, e la resa non è terribile. Under Paris è un misto di Lilith pixelata ed effetti pratici, proprio come gli alti e bassi che mostrava Blu Profondo venticinque anni fa. Va detto che Xavier Gens si deve cimentare col non semplice compito di catturare diverse sequenze d’azione sott’acqua che includono un agilissimo squalo.
Quando la mdp rimane ferma, alla deriva con una curiosità quasi predatoria, non ci sono problemi: Lilith ha l’aspetto di un enorme mako assassino. Quando invece la mdp viene gettata in un turbinio di schizzi rosso sangue e di affondi a tutta velocità, è come passare da una PlayStation 5 a una PS3. Prendiamo insomma il buono e il cattivo, ma almeno il regista non lesina sulle apparizioni della bestia.
Come auspicabile, anche riconoscendo la frammentarietà di Under Paris, si tratta comunque di un film di attacchi di squali spaventoso e movimentato. Le claustrofobiche catacombe ricreano le emozioni dell’esplorazione delle rovine sotterranee in 47 metri – Uncaged, mentre la narrazione parigina sulla terraferma mette in luce un primo cittadino egoista e avido che manda a morire gli innocenti come Larry Vaughn in Lo Squalo o Buck Gardner in Piranha.
In queste circostanze ridicole – tra cui i frequenti richiami al fatto che la Senna è piena di proiettili d’artiglieria della Guerra Mondiale – Xavier Gens offre tutto ciò che i fan vogliono da uno shark movie: un aggressore violento, le follie dell’umanità e una solida fotografia nelle scene in acqua. Under Paris lo sa, ed enfatizza questi momenti salienti.
Allievo doc della New French Extremity degli anni 2000, Xavier Gens ci va giù pesante con Lilith, che non si limita a trascinare una vittima sott’acqua; i corpi vengono tranciati a metà e le morti sono generalmente brutali, ricche di dettagli raccapriccianti. Il body count tra gli attivisti e le forze di polizia è alto, e non manca la tensione quando Lilith è semplicemente in agguato calcolando gli attacchi futuri.
Insomma, Under Paris non è l’esempio più sensato di shark horror, ma è un’esperienza assurdamente divertente, con un finale intrigantissimo. Le ambizioni non sono dissimili da quelle di Hurricane – Allerta uragano, che fonde idee ridicole in un intruglio oltraggioso ma stranamente accattivante.
È una caricatura dei cliché dei creature feature, eseguita con un’intensità feroce e disseminata di bordate ai fallimenti sistemici della società, ma si può dire che va ben oltre il semplice e ridicolo concept del ‘c’è uno squalo mako nella Senna’.
Di seguito trovate il trailer internazionale con sottotitoli italiani di Under Paris, nel catalogo di Netflix dal 5 giugno:
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