Video | Pupi Avati racconta aneddoti su La Casa dalle Finestre che Ridono, 8½, Ugo Tognazzi e Katia Ricciarelli
29/09/2019 news di Redazione Il Cineocchio
Ospite d'onore a Cinemarcord 2019, il regista 80enne ha ricordato con affetto alcuni episodi significativi della sua carriera, dagli esordi con gli amici del Bar Margherita ai set di alcuni importanti film
Ospite d’onore della serata di sabato a CineAmarcord, convention del collezionismo cinematografico e dell’editoria specializzata in cinema di genere organizzata da Bloodbuster, Bietti e Nocturno, svoltasi a Milano il 29 e 29 settembre (ai Frigoriferi Milanesi), Pupi Avati è stato mattatore assoluto di una ‘lezione di cinema’ gremitissima di pubblcio, accanto a Sergio Stivaletti e Ivan Zuccon, rispettivamente curatore degli effetti speciali di Il Signor Diavolo (la nostra recensione), ultima fatica cinematografica del regista 8oenne di Bologna.
Vi ingolosiamo con alcuni estratti dagli aneddoti raccontati da Pupi Avati.
Federico Fellini e 8½
[…] Dovevo passare un paio d’ora, e così decisi di entrare in questo cinema … all’epoca [a metà degli anni ’60] erano un po’ ovunque le sale … mi siedo, vedo questo film in bianco e nero. All’inizio non ci capisco niente, poi comprendo a poco a poco che si tratta di un film sul cinema, che parla di cinema, della figura del regista. Lo dice in un modo così carismatico che ne rimango incantato. Lo vedo due volte. Convoco tutti i miei amici del Bar Margherita e dico loro che quel film farà loro capire cos’è il cinema. “Qual è il titolo?” Un numero gli risposi … 8½ … Convincerli a vederlo fu difficilissimo! Un sera, i ragazzi tornano e mi dicono: “L’abbiamo visto, tutti quanti!” Fu allora che decidemmo di provare a fare cinema. […]
[…] Un sera mia moglie mi dice che aveva telefonato qualcuno … “Uno che dice di essere Ugo Tognazzi”. Pensai che fosse un altro scherzo di quelli del Bar Margherita. In ogni caso, decisi di richiamare il numero che mi avevano lasciato. Passò molto tempo … un’attesa mortale. Poi suona il telefono e una voce fa “Monsieur Tognazzi … un moment” . Un attimo dopo sento dall’altra parte della cornetta la voce di Ugo Tognazzi, proprio quella dei film. Mi dice: “Ma l’ha scritta lei questa sceneggiatura di La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone? Pensa che potrei essere adatto a interpretare il protagonista?” Venne a girare il film gratuitamente, solo con una percentuale sugli incassi. Fu di una generosità incredibile. Gli fui incredibilmente riconoscente durante tutte le riprese. […]
La Casa dalle Finestre che Ridono
[…] Perché non proviamo a fare un film economico? Il budget più basso per un film per il 1976 era stato di 552 milioni di lire. Riuscì ad avere nel cast Lino Capolicchio, che all’epoca era una star, e avevo pensato a Mariangela Melato, che aveva debuttato con me con Thomas e gli indemoniati. Ma lei, che era diventata una star, mandò il suo agente a dirci di non rompere le scatole. Così scelsi Francesca Marciano. E così partimmo in 12 persone, andammo nelle Valli di Comacchio a girare questo piccolissimo film. Tutti facevamo un po’ di tutto. Mio fratello Antonio ad esempio dipinse le bocche sulla Casa dalla finestre che ridono e si occupò dei costumi … Ma mi sono divertito moltissimo a girarlo. […]
Katia Ricciarelli sul set di La seconda notte di nozze
[…] Giravamo in Puglia, in questa masseria. Primo giorno di lavorazione. Io non ho la minima idea di chi fosse questa donna, perché l’avevo vista solo alla prova costumi. Vedo che lei era molto agitata … Decisi quindi di girare subito, senza prove. “Motore … Azione!” Antonio Albanese dice la sua battuta benissimo. Neri Marcorè gli risponde benissimo. La zia, Marisa Merlini, intonatissima. Katia Ricciarelli … un gorgheggio agghiacciante! L’operatore spegne la macchina … Tutti si fermano. Lei si sente osservata da tutti. Io e mio fratello ci guardiamo, ci avviciniamo, la prendiamo sottobraccio … Lei capisce che c’è un’aria pesantissima, misteriosa, ma non capisce a cosa sia dovuta. La portiamo via e lei ci dice: “Ma è morto Pippo Baudo?”. E noi: “Peggio!” Andammo alla roulotte e le spiegammo che recitare è diverso dal teatro, che lì c’era una squadra messa apposta per farla segnare, che non doveva pensare a cosa dire, ma ascoltare gli altri attori. Ebbene, questa donna ha dimostrato un’intelligenza e una umiltà così assolute che in due giorni ha capito come comportarsi. Non le dovetti più dire nulla. E con La seconda notte di nozze vinse poi il Nastro d’Argento, battendo attrici come Margherita Buy e Vittoria Mezzogiorno. […]
Di seguito il video integrale della lezione di Pupi Avati, ricco di ulteriori curiosità e della verve e mimica irresistibile del regista di Bologna:
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