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Voto: 8/10 Titolo originale: Love, Death & Robots , uscita: 15-03-2019. Stagioni: 3.

Love, Death & Robots – Vol. 1 | Recensione della serie animata per adulti di Netflix (18 episodi)

19/03/2019 recensione serie tv di William Maga

Analizziamo le inventive creazioni fanta-horror e V. M. 18 di alcuni tra i più interessanti registi del panorama dell'animazione odierna, scelti accuratamente da Tim Miller e David Fincher per il loro stile distintivo

Love, Death & Robots (2019) serie netflix

Prodotta da David Fincher (Alien 3) e creata da Tim Miller (Deadpool), la serie originale Love, Death & Robots – Vol. 1 presenta una vasta gamma di influenze animate lungo i suoi 18 episodi / cortometraggi, posizionandosi tranquillamente tra più sorprendenti prodotti disponibili attualmente nel catalogo di Netflix, e non solo perché destinata dichiaratamente ad un pubblico adulto, grazie a violenza, nudità e imprecazioni diffuse (e qualche volta gratuite).

Love, Death & Robots (2019) serie netflix posterChi ha un po’ di pratica con le classiche antologie letterarie di stampo fantascientifico non avrà avuto difficoltà a notare le evidenti somiglianze con questa tipologia di narrazione, trasposta ora sul piccolo schermo. Ciascun episodio presenta infatti un tocco distintivo, una tematica, uno stile di scrittura e un’estetica che lo rendono quasi sempre originale e imprevedibile.

Il più delle volte poi, queste storie fanta-horror sono caratterizzate da un colpo di scena finale o terminano con un cliffhanger che vuol spingere lo spettatore a riflettere. Sia che si tratti del doppio twist di Sonnie’s Edge / Il vantaggio di Sonnie  o della raggelante scena conclusiva di Beyond The Aquila Rift / Oltre Aquila, alcuni degli espedienti adottati dai diversi registi sono davvero molto validi.

Che si preferiscano le animazioni più ‘realistiche’ rispetto a quelle cartoonesche, oppure le narrazioni ‘credibili’ a quelle ‘assurde’, diventa allora una questione meramente personale, che può giustamente variare da persona a persona. Ed è in parte questo il motivo per cui Love, Death & Robots funziona così bene. The Witness / La Testimone utilizza ad esempio gli stessi stilemi visti nel recente Spider-Man: Un nuovo universo (la nostra recensione), mescolando influenze dei fumetti con animazioni realistiche.

When The Yogurt Took Over / Il dominio dello yogurt ricorre invece all’assurdità della trama per mostrare personaggi ispirati a quelli di Up della Pixar. All’altro estremo dello spettro, l’adrenalinico Blindspot / Punto cieco pesca dall’estetica anime più convenzionale, mentre ancora Three Robots / Tre robot sorprende con un colpo di scena al termine di 15 spassosi minuti.

Naturalmente, si possono individuare dei temi ricorrenti che affiorano tra un episodio e l’altro e conferiscono una certa coerenza all’insieme. Idee circa il futuro – non sempre brillante – dell’umanità, la morte e il rapporto che abbiamo con lo spazio profondo e le altre specie viventi sono esplorate più volte in Love, Death & Robots, sena però essere mai ridondanti. La durata di ogni segmento certo aiuta in questo senso, con il più lungo che raggiunge quasi i 17 minuti e il più corto – Alternate Histories / Alternative storiche – che tocca i 6. E se la lunghezza contenuta aiuta a mantenere alto il ritmo, alcuni degli episodi più accattivanti e dilatati potrebbero tranquillamente essere considerati come proof of concept per diventare veri e propri lungometraggi, un po’ come per Black Mirror o i lavori degli Oats Studios di Neill Blomkamp.

Love, Death & Robots (2019)In definitiva, Love, Death & Robots è un mix V. M. 18 ben congegnato di influenze artistiche disparate e racconti brevi ben scritti e quasi tutti coinvolgenti e comunque visivamente intriganti, inquietanti ed eclettici, a ribadire che in giro per il mondo ci sono animatori talentuosi (e studi d’animazione) che aspettano solo una possibilità per brillare.

Ora esaminiamo nel dettaglio i 18 episodi di Love, Death & Robots.

Sonnie’s Edge – Il vantaggio di Sonnie (di Dave Wilson)

L’esperto effetti speciali (per film come Avengers: Age of Ultron e per videogame come Star Wars: The Force Unleashed II) ci catapulta nel sudicio mondo dei combattimenti tra “bestie / beastie”, in quello che sembra un mondo nato dalla combinazione tra i Pokemon e Monster Hunter World, apparentemente improntato a sottolineare l’impressionante reparto visivo, salve rivelare sul finale una riflessione sull’abuso. I volti fotorealistici dimostrano bene quanta strada abbia fatto la CGI negli ultimi anni (grazie soprattutto ai videogame). Qualcuno potrebbe trovare eccessivo il turpiloquio, ma Sonnie’s Edge / Il vantaggio di Sonny resta un ottimo modo per iniziare questa antologia.

Three Robots – Tre robot (di Victor Maldonado & Alfredo Torres)

Affascinante, divertente e sorprendentemente ben scritto, smorza subito i toni cupi del procedente episodio, guidandoci per le strade abbandonate di una città post-apocalittica, un triste futuro dove la razza umana è quasi sicuramente estinta. Poi però, le simpatiche e bislacche riflessioni dei tre protagonisti robotici vengono interrotte dall’entrata in gioco di un gatto, preludio a una conclusione alquanto minacciosa e oscura. Il cambio improvviso e spiazzante di tono non è comunque un male, amalgamandosi bene con le idee sul futuro dell’umanità e su quale eredità lasceremo una volta scomparsi, lasciando oltretutto che siano le immagini, piuttosto che le parole, a fare gran parte del lavoro narrativo. Il fotorealismo viene accantonato, ma i fondali di ogni scena raccontano davvero una loro storia.

Love, Death & Robots (2019) serieThe Witness – La testimone (di Alberto Mielgo)

Armato di un’estetica straordinariamente unica, il terzo segmento di Love, Death & Robots fa leva su una storia semplice come un trampolino per mettere in mostra le prodezze artistiche dei suoi realizzatori. Sostanzialmente è un lungo inseguimento tra una donna che percepisce, e poi assiste, a un omicidio prima di fuggire dal killer per le strade di una città asiatica sconosciuta.

Tra gli episodi più ricchi di nudità dell’antologia (ai limiti del softcore), lascia spiazzati per il suo twist conclusivo, piuttosto inaspettato. Come anticipato, lo stile usato ricorda senza dubbio quello di Spider-Man: Un nuovo universo, unendo i testi tipici dei fumetti con scene d’impatto in motion capture e CGI. Il risultato è un trip edonistico che utilizza in modo intelligente e creativo una vertiginosa gamma di inquadrature e movimenti della macchina da presa, rafforzando la sensazione di movimento e che le cose non sia del tutto come sembrano.

Suits – Tute meccanizzate (di Franck Balson)

Se stavate cercando un corto intriso di adrenalina e frenesia, il quarto episodio di Love, Death & Robots offre un cambio di ritmo e di stile, raccontando un combattimento lungo 15 minuti tra invasori e un gruppo di agricoltori dotati di armature e mecha. Rimandando inevitabilmente a film come Pacific Rim, l’episodio – dotato di twist finale che ribalta la prospettiva ancora una volta – riesce a bilanciare con successo umorismo, azione e tensione. Esteticamente, le immagini combinano colori audaci con l’animazione in CGI, ma sono i piccoli dettagli quotidiani a fare la differenza.

Love, Death & Robots (2019) netflixSucker of Souls – Il succhia-anime (di Owen Sullivan)

Forse tra gli episodi più deboli di Love, Death & Robots, è animato in modo basico, un richiamo ai cartoni animati degli anni ’90, ma contenutisticamente risulta piuttosto arido e le imprecazioni e la violenza non fanno molto per migliorare il risultato. Resta il fascino indiscutibile del mostro succhiasangue alla Dracula (o alla Man-Bat …) che insegue alcuni malcapitati che si sono imbattuti in un misterioso messaggio profetico.

Curiosamente, anche qui i gatti giocano un ruolo fondamentale. Come anticipato, l’aspetto visivo impresso dallo storyboard artist di The Legend of Korra è volontariamente ‘vecchio’ (o classico …), con una tavolozza di colori molto semplice (che svolta nella seconda metà) e le animazioni facciali essenziali. Per gli amanti del gore, non mancano certo i momenti ricchi di sangue e interiora al vento, una violenza fortemente grafica che contrasta con lo stile generale.

When The Yogurt Took Over – Il dominio dello yogurt (di Victor Maldonado & Alfredo Torres)

Tra i più brevi presentati in Love, Death & Robots, è tra i più bizzarri e stravaganti, immaginando un futuro in cui uno yogurt super-intelligente ha conquistato il mondo. Special guest ‘vocale’ è Maurice LaMarche (Pinky & The Brain, Futurama). Praticamente privo di dialoghi, l’episodio tocca questioni che riguardano l’umanità, la nostra crescente dipendenza dalla tecnologia (o, in questo caso, dallo yogurt …) e ciò che accade quando la nostra dipendenza è mal gestita. Sfortunatamente finisce troppo presto, e una maggior esplorazione avrebbe giovato. Come anticipato, proprio come in Up del 2009, Il dominio dello yogurt ricorre a quadrati e linee rette per rappresentare personaggi e paesaggi. Da notare la presenza di una scena di nudo totalmente gratuita.

Love, Death & Robots (2019) serieBeyond the Aquila Rift – Oltre Aquila (di Léon Bérelle, Dominique Boidin, Rémi Kozyra, Maxime Luère)

Ben sceneggiato e perfettamente ritmato, il colpo di scena alla fine – accompagnato da una scioccante immagine conclusiva – è sufficiente a scatenare brividi e il desiderio di vederlo trasformato in un film. Fantascienza e horror si intersecano perfettamente in una storia che ruota intorno a un uomo che si risveglia sulla sua astronave dal sonno criogenico dopo aver attraversato un portale nello spazio profondo, accolto da una donna che lui e gli altri membri dell’equipaggio pensavano fosse morta da tempo.

Visivamente, l’episodio è mozzafiato, integrando perfettamente motion capture e CGI sono stati entrambi usati per creare questo episodio, ce n’è abbastanza per creare uno stupendo effetto visivo. Oltre a ciò, la scena di sesso presente ha effettivamente senso visto la clamorosa rivelazione che arriva di lì a poco.

Good Hunting – Buona caccia (di Oliver Thomas)

Ambientato nel cuore della Cina feudale, proviene da un regista che ha alle spalle esperienze in film del calibro di  Atlantis – L’impero perduto, Shark Tale e Dragon Trainer, che lo infonde di simbolismo e riflessioni sulla tecnologia (utile all’uomo ma distruttiva verso la natura) e l’oppressione, avvalendosi di un’estetica steampunk per raccontare una storia di desiderio e di rimpianto e dell’impossibile amicizia tra il figlio di un cacciatore e una ragazza mutaforma (una creatura magica) che si sviluppa in un lungo arco di tempo. F

Love, Death & Robots netflix (2019) serieThe Dump – La discarica (di Javier Recio Gracia)

Storia semplice ma capace di sfruttare la CGI al meglio (tratta da un racconto di J. R. Lansdale), non presenta clamorosi colpi di scena o una trama particolarmente articolata, puntando forte sullo stile visivo. Ambientato in una discarica, vede l’anziano abitante affrontare un uomo che è stato inviato sul luogo per sfrattarlo. Un flashback rivelerà che in quel posto è in realtà abitato da una gigantesca creatura famelica composta di spazzatura.

Come detto, questo episodio di Love, Death & Robots non ha molta ciccia attaccata all’osso, ricorrendo inoltre a un ritmo piuttosto blando per portare avanti il racconto. Particolari e interessanti le scelte musicali, mentre le animazioni del regista (già al lavoro su Baby Boss e Le 5 Leggende) si attestano su standard comunque buoni.

Shape-Shifters – Mutaforma (di Gabriele Pennacchioli)

Adattato da un racconto di Marko Kloos e diretto da un italiano (la nostra intervista esclusiva), è ambientato nel cuore del conflitto mediorientale tra militari degli Stati Uniti e guerriglieri talebani. Si tratta di un episodio che fonde sorprendentemente realtà e fanta-horror, imbevuto di cameratismo e patriottismo. Segue due marines con poteri soprannaturali (sono licantropi), scherniti e maltrattati dagli altri commilitoni, che hanno il compito di scovare un presunto lupo mannaro nemico. Classica storia sugli orrori della guerra, funziona bene, rappresentando realisticamente la paura e il disgusto verso questi esseri ‘ibridi’, specchio di problemi concreti nella nostra società. La breve durata non aiuta a costruire adeguatamente la situazione, ma il fotorealismo aiuta a immaginarlo come possibile lungometraggio.

Helping Hand – Dare una mano (di Jon Yeo)

Anche all’occhio (e all’orecchio) meno esperto, d’impatto l’omaggio a Gravity di Alfonso Cuarón appare lampante, con la protagonista che si ritrova suo malgrado a ‘galleggiare’ nello spazio aperto dopo l’impatto improvviso con un oggetto che le danneggia la tuta e con l’ossigeno in caduta libera, in cerca del disperato modo per ritornare verso la sua navicella. Il cupo colpo di scena è comunque sufficiente a evitare il plagio diretto. A livello artistico, questo segmento di Love, Death & Robots lascia a bocca aperta. I colori pallidi e le sottili lame di luce illuminano splendidamente le espressioni facciali dell’astronauta, ritratta con eccellente fotorealismo.

LOVE, DEATH & ROBOTS serie netflixFish Night – La notte dei pesci (di Damian Nenow)

Diretto dal regista di Ancora un giorno e ispirato alle stesse tecniche di animazione viste nei videogiochi della defunta Telltale Games (e un po’ anche alla serie Archer), è un interessante viaggio edonistico in un mondo da sogno (ispirato a un racconto di J. R. Lansdale). Anche se la storia di per sé non offre molta, sono in definitiva i colori e l’estetica generale a rendere i pochi minuti di durata avvincenti. La trama segue due venditori bloccati lungo una polverosa strada nel deserto in mezzo al nulla.

Con la macchina in panne, decidono di aspettare fino all’alba prima di tornare alla stazione di servizio più vicina. Mentre la luce del sole si affievolisce, l’ambiente circostante inizia però a costellarsi di luccicanti animali marini, convincendo il più giovane a ‘nuotare’ con loro. Piuttosto prevedibile, utilizza però un mix di animazione disegnata a mano e immagini CGI per ottenere un risultato davvero interessante (notare anche l’uso del timelapse). In termini di ‘insegnamenti’, la morale sembrerebbe quella di non farsi mai sopraffare dall’ignoto, per quanto bello possa sembrare, pena gravi conseguenze.

Lucky 13 – Dolci tredici anni (di Jerome Chen)

Diretto da un veterano degli effetti speciali (The Amazing Spider-Man, Suicide Squad) e interpretato dall’attrice Samira Wiley (Orange Is The New BlackThe Handmaid’s Tale), ricorre ancora una volta a un’animazione fotorealistica per raccontare una vicenda sci-fi ricca d’azione incentrata sul profondo attaccamento di una pilota alla sua aeronave spaziale, additata da tutti come il veicolo che porta più sfortuna a chi ci viaggi sopra in circolazione. Cortometraggio ben scritto e che mette sul tavolo alcuni trucchetti tecnici d’impatto, riesce a veicolare adeguatamente una riflessione sul nostro rapporto – spesso viscerale – con la tecnologia e sul doverci affidare ad essa per avere successo e provare una tesi.

Love, Death & Robots (2019) netflix serieZima Blue (di Robert Valley)

Realizzato dal character designer della serie TRON: Uprising, questo si candida agilmente tra i corti che rimangono più impressi tra i 18 presenti. L’idea di trovare uno scopo preciso nella vita è esplorata attraverso il concetto di arte stessa, con un colpo di scena sorprendentemente profondo che funziona perfettamente.

La storia raccontata riguarda una giornalista che viene invitata a registrare una delle rarissime interviste concesse da un notissimo artista, famoso per la sua ossessiva ricerca della perfezione, che culmina in una sconvolgente rivelazione. Il blu viene impiegato simbolicamente per illustrare il tema portante dell’episodio e l’idea stessa alla base, stimolando certamente la riflessione quando calano i titoli di coda. L’uso dei colori è audace, teso ad accentuare le tonalità impiegate nel corso dei minuti.

Blind Spot – Punto cieco (di Vitaliy Shushko)

Rispetto ad alcuni altri cortometraggi di Love, Death & Robots, non ci troviamo davanti a nulla di clamoroso, ma semplicemente a una lunga sequenza di inseguimento ad alta velocità che punta forte sull’impatto visivo dei colori. Pescando dall’insolito stile del disenyiano Il Pianeta del Tesoro (ma mantenendo un atteggiamento ben più adulto) e dalle ardite ed elaborate rapine viste nei film di Fast & Furious, la storia segue una banda di ladri cyborg decisa ad assaltare un convoglio blindato e pesantemente protetto. Il risultato è un heist movie adrenalinico senza fronzoli o morale che sembra parimenti datato e originale, con personaggi simpatici ma un po’ troppo stereotipati,

Love, Death & Robots (2019) Topher Grace e Mary Elizabeth WinsteadIce Age – L’era glaciale (di Tim Miller)

Interpretato da Topher Grace (BlacKkKlansman) e Mary Elizabeth Winstead (10 Cloverfield Lane) e diretto da Tim Miller in persona, questo corto potrebbe non avere la premessa più originale, ma la sviluppa in modo interessante, tornando a riflettere su temi forti come la fine dell’umanità e il nostro possibile futuro. Si distingue anche per essere piuttosto differente dagli altri episodi dell’antologia.

Si svolge sostanzialmente in tempo reale e con due attori in carne e ossa, non ‘ritoccati’, che scoprono nel congelatore del loro nuovo appartamento un’intera piccola civiltà che si sta lentamente evolvendo davanti ai loro occhi, passando grazie all’animazione in timelapse dagli albori della civiltà al futuro dove le macchine volano.

Per chiunque abbia seguito i Simpson sin dai primi anni ’90, il concept della vicenda dovrebbe suonare abbastanza familiare, ricalcando l’episodio in cui Lisa creava accidentalmente una nuova civiltà in una piastra di Petri. La differenza più evidente è che Tim Miller qui coi movimenti della telecamera ci porta nel profondo del frigorifero stesso, zoomando e veleggiando tra gli edifici e le creature che abitano il piccolo universo ghiacciato. Tematicamente l’idea sembra essere quella di enfatizzare i rischi dell’avidità umana, votata all’autodistruzione, mentre dovremmo curarci maggiormente della natura che ci circonda.

Alternate Histories – Alternative storiche (di Victor Maldonado & Alfredo Torres)

Ritornando in territori più leggeri e vicini alla commedia, i due registi ci sottopongono una domanda interessante e divertente: se potessimo tornare indietro nel tempo e uccidere Adolf Hitler, in che modo lo faremmo? E quali conseguenze avrebbe sul resto della Storia? Armato di uno stile artistico bizzarro e di un sottofondo da dark comedy, l’episodio è essenzialmente un violento viaggio nella memoria lungo 5 minuti (il giusto per non stancare). Animazione basica da cartone animato per bambini e CGI si fondono bene con la voce narrante robotica e impersonale in questo What if … ? che rifletto con leggerezza su una tipica situazione ucronica.

Secret War – Guerra segreta (di István Zorkóczy)

Diretto dall’esperto di corti animati di Assassin’s Creed e HALO 4, chiude questa prima stagione di Love, Death & Robots col botto. Ambientato nel cuore della Siberia innevata, questo corto mette in scena una guerra segreta in corso tra i soldati dell’Armata Rossa dei mostri soprannaturali / alieni. La disperata atmosfera fanta-horror (pensate a un mix tra L’Armata delle Tenebre ed Hellboy) è coadiuvata da un fotorealismo spinto, ma non manca lo spazio per la riflessione e l’emotività, aiutate dagli scarsi dialoghi tra i soldati e i profondi silenzi prima della carneficina finale. Tra i più adattati a diventare un potenziale lungometraggio, si avvale di effetti con la neve e di animazioni facciali allo stato dell’arte.

Nel catalogo di Netflix dal 15 marzo, di seguito trovate il trailer ufficiale – consigliato a un pubblico maturo e ‘disturbato’ -di Love, Death & Robots: