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Voto: 7/10 Titolo originale: Bad Boys for Life , uscita: 15-01-2020. Budget: $90,000,000. Regista: Bilall Fallah.

Bad Boys for Life, la recensione: Will Smith e Martin Lawrence ancora insieme per il terzo film

19/02/2020 recensione film di William Maga

Adil El Arbi e Bilall Fallah prendono il posto di Michael Bay in cabina di regia per un sequel che gioca sul sicuro, rispolverando la vecchia coppia di detective per un'indagine che privilegia il tipico trambusto sfrenato a una possibile riflessione sulla saga

bad boys for life film 2020

I buddy movie polizieschi sono esplosi a Hollywood agli inizi degli anni ’80 con 48 ore di Walter Hill, per poi definitivamente prosperare e regalare al pubblico alcune saghe diventate classiche come Arma Letale e Rush Hour. Chiunque abbia familiarità con esse, saprà bene che, nonostante le indubbie somiglianze, ciascuna è riuscita a emergere per dei tratti distintivi ben precisi. Nella maggior parte dei casi, comunque, è stata più di tutto la straordinaria chimica – e le personalità – dei due partner di turno a farla da padrone e a convincere gli spettatori a seguire ogni volta le loro indagini sul campo.

E proprio come nei predecessori, Will Smith e Martin Lawrence si sono dimostrati una coppia ben amalgamata e simpatica il giusto quando il primo capitolo di Bad Boys è stato distribuito nel 1995 (la recensione) seguito otto anni dopo da Bad Boys II (la recensione). Dopo altri 17 anni, quando nessuno se lo aspettava più (e nemmeno lo chiedeva a gran voce a dirla tutta …), arriva nei cinema un altro sequel, Bad Boys for Life, che prova a far cassa in questi durissimi tempi di revival senza idee facendo leva sulla nostalgia della fanbase dei due protagonisti e almeno in parte riuscendoci.

bad boys for life film posterMichael Bay, che ha diretto con successo i primi due film di Bad Boys, qui si fa da parte, limitandosi a un brevissimo cameo e lasciando la mdp nelle mani dei registi belgi Adil El Arbi e Bilall Fillah (Image, Patser), che hanno unito le forze con gli sceneggiatori Chris Bremner, Peter Craig e Joe Carnahan per portare sul grande schermo – grazie a un budget di 90 milioni di dollari – una nuova masnada di inseguimenti, sparatorie ed esplosioni per le strade di Miami e Città del Messico.

Le prime scene di Bad Boys for Life provano a ricreare velocemente la chimica appassita tra il Mike Lowrey di Will Smith e il Marcus Burnett di Martin Lawrence, ma la ruggine negli scambi tra i due attori ultracinquantenni è evidente. Ci provano, ma fanno fatica. Quindi, in una grandinata di proiettili, Mike viene colpito dall’aspirante boss della malavita locale Armando Aretas (Jacob Scipio), finanziato dal cartello messicano, e le dinamiche tipiche della serie mutano.

Marcus promette a Dio che se Mike sopravviverà, dirà per sempre basta alla violenza. Non sorprendentemente, il collega si riprende dal trauma, ma dimostra preso di non possedere la stessa serafica spiritualità del socio. Vuole solo vendetta, preferibilmente servita fredda.

Per ottenerlo, è costretto suo malgrado dal Capitano Howard (Joe Pantoliano) a collaborare alle indagini con la ex fiamma Rita (l’intrigante Paola Nuñez) e la sua squadra speciale AMMO (i variopinti Alexander Ludwig, Charles Melton e Vanessa Hudgens), mentre Marcus rimane pacificamente a casa e fa da babysitter al nipotino. Armando, prendendo ordini dalla madre Isabel (Kate del Castillo), intende uccidere una lunga lista di persone che hanno contribuito anni prima alla morte di suo padre e all’incarcerazione della genitrice.

Toccherà ai ‘cattivi ragazzi’ provvedere con ogni mezzo alla sua cattura, ma la strada è – chiaramente – lastricata di insidie e la verità ben più ‘personale’ del previsto.

Come potete intuire, si tratta di una trama ‘classicissima’ e ricca di ogni cliché del sottogenere, che potrebbe tranquillamente adattarsi a quasi tutti i film polizieschi, e che da sola – nel 2020 – certo non basta a far gridare al miracolo. È passato un po’ di tempo dall’ultimo grande successo di Martin Lawrence, quindi, in linea teorica, Bad Boys for Life avrebbe dovuto rappresentare il grande ritorno ai vecchi fasti per lui.

Dopotutto, i primi due capitoli erano in realtà veicoli per l’attore di mettere in mostra le sue doti comiche, col giovane Will Smith a fargli solo da spalla (non a caso, il suo nome, al tempo, era il primo da sinistra sui poster, a sottolinearne l’importanza). Negli ultimi 20 anni le carriere delle due star si sono però capovolte, e oggi è il nome dell’ex principe di Bel Air a comparire per primo, con l’attenzione che si sposta – di conseguenza – prevalentemente su di lui, tanto che Marcus – appesantito e stanco – sta per conto suo e non decide di sostenere Mike nella sua impresa per oltre un’ora (sulle due complessive di durata).

A supplire alla mancanza, ci pensa però nel mentre il tempismo comico di Joe Pantoliano. Quando Smith & Lawrence alla fine ingranano, i fasti del passato riaffiorano e la visione ne giova.

bad boys for life film 2020 will smithAdil El Arbi e Billal Fallah, probabilmente saggiamente, fanno del loro meglio per replicare il repertorio completo dello stile di Michael Bay: esplosioni, sparatorie, qualcuno che rotola a terra al rallentatore, la videocamera che gira intorno all’azione due o tre volte, un montaggio tanto veloce da non capire bene cosa diavolo stia succedendo, altre esplosioni, altri stacchi ipercinetici, altri rallenty e così via.

Bad Boys for Life è probabilmente meno caotico rispetto ai due film precedenti, per due motivi: la sceneggiatura punta forte sui ‘momenti spiegone‘ per rallentare un po’ le cose e, soprattutto, è ben conscia che i protagonisti (almeno uno) hanno superato la soglia di età oltre la quale possono recitare in modo credibile correndo, saltando, schivando colpi ogni 5 minuti.

In effetti, il sottotesto ironico / parodistico di Bad Boys for Life (non proprio velato, c’è da dirlo) parla proprio – come spesso affermava Danny Glover / Roger Murtaugh – di come si sia ormai “troppo vecchi per questa merda”. Se i primi due capitoli erano stati a loro modo ‘sul pezzo’, qui l’effetto ‘Miami Vice incontra Fast & Furious’ è dietro l’angolo, con tutti i relativi contro – e pro.

Il rimpianto più grosso di Bad Boys for Life è che introduce alcuni elementi interessanti e meno scontati ma, apparentemente troppo impegnato a elargire azione sfrenata, li getta subito via con noncuranza. Ad esempio, Mike viene gravemente ferito ma, poche scene dopo, ritorna in pista senza il minimo cambiamento.

Marcus intraprende un viaggio spirituale che dura il tempo di fargli pronunciare un paio di battute a effetto. La morte di un personaggio viene rapidamente accantonato dopo qualche minuto di doveroso lutto. C’è un bizzarro parallelismo con il recente Gemini Man (la recensione). Insomma, sembra che uno dei tre sceneggiatori coinvolti abbia tentato di inserire qualcosa di interessante, che è stato però minimizzato perché non rientrava perfettamente nella formula ‘giusta’.

In fondo, un elicottero che si schianta fragorosamente al suolo è più adatto per un film di Bad Boys di una meditazione su ciò che accade quando i percorsi morali di due amici intimi divergono, giusto?

In ogni caso, Bad Boys for Life – come ha dimostrato il botteghino internazionale (oltre 350 milioni di dollari incassati fino ad ora) – ha premiato la mossa della Sony, che ha provato a rilanciare col minimo sforzo creativo un franchise dato per morto e ci è riuscita (tanto che il quarto film entrerà in produzione a breve), consentendo tra l’altro ai giamaicani Inner Circle di continuare a vivere una vecchiaia felice con un altro po’ di royalties per la canzone che fa da tormentone da 25 anni. Avrebbe potuto essere peggio, certo, ma avremmo anche vissuto benissimo nel ricordo.

Di seguito seguito trovate – sulle note dello storico main themeil trailer italiano di Bad Boys for Life, nei nostri cinema dal 20 febbraio: