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Titolo originale: Come to Daddy , uscita: 25-04-2019. Regista: Ant Timpson.

Come to Daddy | La recensione della horror comedy con Elijah Wood (NIFFF 2019)

11/07/2019 recensione film di Sabrina Crivelli

Il neozelandese Ant Timpson debutta alla regia con un film intriso di gore e humor nero che racconta un difficile rapporto tra padre e figlio

Come to Daddy film 2019 2

Black comedy che parte lenta, ma che via via diventa sempre più travolgente, Come to Daddy costituisce un discreto debutto alla regia di un lungometraggio per il neozelandese Ant Timpson (produttore tra gli altri di Turbo Kid, The ABCs of Death e The Greasy Strangler), sebbene qua e là qualche problema affiori. Lo humor nero, l’ironia sul rapporto tra padre e figlio e, soprattutto, una buona dose di gore nella seconda metà compensano appieno e ci fanno dimenticare le lungaggini della estesa premessa e qualche piccolo imperfezione nel racconto.

Norval (Elijah Wood), l’incarnazione dell’hypster tipo, dalla California si sposta in una proprietà circondata dai boschi e frontemare in Nuova Zelanda, dopo aver ricevuto la lettera del padre Brian che lo ha abbandonato quando lui era ancora un bambino. Il ragazzo, emotivamente fragile e ipersensibile, decide di dare una seconda possibilità al genitore, nonostante tutto, e attraversa mezzo globo per incontrarlo, per poterlo conoscere e per capire perché abbia lasciati da soli lui e la madre.

Come to Daddy - film 2019Tuttavia, una volta giunto a destinazione, dopo un viaggio interminabile, trova qualcosa di molto lontano da ciò che desiderava: ad accoglierlo è un uomo dai modi scontrosi (incarnato da un ruvidissimo Stephen McHattie), all’apparenza tutt’altro che felice di trovare il figlio ormai adulto davanti alla propria porta di casa. Ubriacone, brusco e a tratti molto scortese, questi dà anzi l’impressione di celare un vago disprezzo per il proprio ragazzo, che motteggia in più di un’occasione.

D’altra parte, Norval è piuttosto petulante. La tenuta da califoniano a la page e il cellulare in oro in edizione limitata male si abbinano all’indole spartana del vecchio, che vive solitario un una casa di legno e poco bada alle mode e alle nuove tendenze. Buona parte della comicità di Come to Daddy, soprattutto quella creata nella prima parte del film, si basa proprio sull’attrito di due mondi e di due tipi umani: un padre e un figlio che rappresentano gli antipodi. Da un lato abbiamo un trentenne borioso, che con fare finto umile e auto-incensante si bulla di essere DJ, produttore e organizzatore di eventi musicali, di essere amico di Kendrick Lamar e di essere stato scoperto addirittura da Elton John, anzim, Reginald.

Dall’altro abbiamo un uomo sui 70 anni, un po’ losco, che dichiara di essere stato un driver di limousine (ma lo sarà stato davvero?), il quale non sa nemmeno chi sia il rapper di cui sopra, che subodora subito il bluff quando si parla di Elton John, e non ci mette nulla a sbugiardare il suo interlocutore, con un pizzico di crudele compiacimento. D’altronde, se si vuole fare colpo su di lui, dichiara che servano storie di liti e di scazzottate; non proprio quelle in cui Norval è con ogni probabilità mai stato coinvolto, vista l’indole effemminata e delicata.

Il gioco delle parti è perfettamente portato avanti da un caricaturale Elijah Wood, che sgrana i suoi dolci occhioni blu ed esagera volutamente la sua naturale mimica un po’ melliflua. L’attore, d’altronde, aveva già mostrato di trovarsi a suo agio a incarnare soggetti eccentrici in I Don’t Feel at Home in This World Anymore di Macon Blair (la nostra recensione), sebbene in quel caso il personaggio avesse una personalità antitetica a quella di Norval in Come to Daddy. Allo stesso modo, decisamente spassoso e a tratti al limite del grottesco è il ritratto dell’ubriacone insensibile che ci regala Stephen McHattie (PontypoolWatchmen), che non si risparmia in freddure e atteggiamenti sempre più peculiari.

Come to Daddy - film 2019 3Comunque sia, dopo un po’ risulta palese che qualcosa non vada, o che l’uomo solitario che Norval incotra sia parecchio sospetto: nei concisi dialoghi, come nella mimica, non traspare nessun amore paterno, anzi. Quando il ragazzo rifiuta del vino, dichiarando un po’ imbarazzato di aver avuto problemi di dipendenza da alcol, l’altro non fa altro che alzare le spalle, riempire fino al bordo il proprio bicchiere e trangugiarlo tronfio davanti al figlio.

Ogni suo gesto, ogni sua parola sono uno schiaffo a quest’ultimo. Di sicuro è strano quindi che, dopo avergli inviato una lettera strappalacrime (le dinamiche in cui è avvenuta la spedizione rimangono oscure anche per noi fino alla fine …), agisca in modo così incoerente, così distaccato. Perfino il protagonista arriva a chiedersi – e a chiedere al presunto padre – il motivo per cui l’abbia richiamato a sé, forzandolo a un chiarimento indesiderato che porterà effetti e derive del tutto inaspettate.

Si arriva così al punto di svolta, che da una dramedy agrodolce con una buona dose di sarcasmo sulle dinamiche genitoriali ci proietta verso un inaspettato survival movie pieno di sangue, morti pirotecniche e scene splatter. Cosa inneschi tale cambio repentino di ritmo e di registro non ve lo riveliamo. Vi basti sapere che lo spiazzante colpo di scena che fa ‘svoltare’ Come to Daddy è molto simile a quello visto in un lungometraggio di M. Night Shyamalan

Da qui in poi, in termini di violenza e di dettagli cruenti non manca nulla. Ci sono uomini incatenati e trafitti con biro imbevute negli escrementi umani, c’è chi deambula trascinando un piede dietro l’altro, senza meta, con parte del cervello esposto, e chi è trafitto da guancia a guancia da un ferma carte appuntito, mentre un gruppetto di ‘geologi’ nudi e dalla vita sessuale assai promiscua assistono sconvolti e spaventati. Ci sono teste mozzate, torture e arti slogati … E mentre tutto ciò succede, assistiamo anche alla paradossale trasformazione di Norval, che si trova suo malgrado ad affrontare situazioni sempre più assurde in quello che può definirsi come un grottesco passaggio all’ ‘età adulta’. Insomma, la pazienza premia!

In attesa di capire se lo vedremo mai in Italia, di seguito trovate il trailer internazionale di Come to Daddy: