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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Immaculate , uscita: 20-03-2024. Budget: $9,000,000. Regista: Michael Mohan.

Dossier: Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione, la sci-fi si fa caotica e geek

18/06/2024 recensione film di Marco Tedesco

Nel 1984 l'esordiente W.D. Richter portava nei cinema un film bizzarro e frastornante, serie B inventiva e fumettosa destinata a un pubblico preciso

Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione (1984) weller

A metà degli anni ’80, un certo numero di filmmaker mirava a creare il prossimo grande successo ‘di culto’, cercando sia il successo al botteghino che il prestigio nel circuito dei cosiddetti ‘film di mezzanotte’. Questi registi sapevano che il successo di un opere estreme come Pink Flamingos di John Waters avrebbe potuto portare a una fama duratura e a ulteriori opportunità.

La formula sembrava semplice: personaggi bizzarri immersi dentro una trama stravagante che spesso coinvolgeva la fantascienza o le cospirazioni, battute immediatamente citabili, scenografie stravaganti, uno stile di riprese fresco ed energico e una colonna sonora di grande effetto.

Nacquero allora opere apprezzate come Repo Man – Il recuperatore e Il ritorno dei morti viventi, ma anche fallimenti del calibro di Tapeheads. Teste matte. Alcuni titoli, tipo Liquid Sky e Café Flesh, ebbero una breve eco ma alla fine svanirono. Spesso è stato necessario il mercato dell’home video per trovare davvero un pubblico.

Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione (The Adventures of Buckaroo Banzai Across the 8th Dimension) era un progetto ambizioso. Lo sceneggiatore Mac Rauch e il regista esordiente W.D. Richter hanno creato la storia di un neurochirurgo, un fisico, un avventuriero e una rockstar. Tutto in un unica persona.

Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione (1984) film posterIspirato ai fumetti Doc Savage degli anni ’30, il film è ricco di oggetti di scena unici, alieni interdimensionali, una trama contorta e oscuri riferimenti alla NASA, a Orson Welles e a Thomas Pynchon. Sosteneva anche di essere un docudrama basato su eventi reali, il che ne accresceva inevitabilmente il fascino.

Era stato concepito come una ‘festa geek’ preconfezionata, pronta per essere analizzata, discussa e citata immediatamente dai fan. Fiduciosi nel suo successo, Richter e Rauch ne annunciarono addirittura un sequelBuckaroo Banzai Against the World Crime League, Et Al: A Compendium of Evils – nei titoli di coda, introducendo l’arcinemesi di Buckaroo, Hanoi Xan. Questa fu una grande notizia per gli appassionati più accaniti che sapevano che i riferimenti ad Hanoi Xan erano stati tagliati dal film originale.

Tuttavia, Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione non rimase nelle sale abbastanza a lungo perché il pubblico a cui era destinato lo scoprisse. Gli spettatori tradizionali, confusi dalla sua eccentricità, se ne tenne alla larga e solo dopo l’uscita in videocassetta iniziò a ottenere un certo seguito.

A quel punto, gli Sherwood Studios erano già andati in bancarotta e i diritti dei personaggi si erano ingarbugliati nella burocrazia, spegnendo le speranze di un secondo capitolo (ma arrivarono libri, fumetti e un videogame).

Nonostante ciò, l’interesse per Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione crebbe, in parte grazie agli sforzi di Richter con l’uscita del DVD, che ne ha ampliato la mitologia. Gli extra del primo DVD americano hanno infatti spinto sull’aspetto della “storia vera”, suggerendo che pochi avevano conosciuto il “vero” Buckaroo, che rifuggiva dalla fama e preferiva essere conosciuto attraverso il suo lavoro.

Questo fa eco alla natura solitaria del romanziere Thomas Pynchon, a cui si fa riferimento in tutto il film. L’influenza di Pynchon è evidente, con i nomi “Yoyodyne” e Lectroid presi direttamente dai suoi romanzi. Alcuni fan hanno persino ipotizzato che Pynchon stesso potesse essere Buckaroo Banzai.

La mitologia di Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione si è poi ampliata anche attraverso romanzi e graphic novel, sviluppando ulteriormente il mondo di Buckaroo, degli Hong Kong Cavaliers e del Banzai Institute. Questa mitologia ha quasi messo in ombra il film stesso, che tuttavia è rimasto negli anni un’esperienza unica e coinvolgente.

Ha sfidato la narrazione convenzionale, creando il proprio universo con battute memorabili e un cast solido. La fredda interpretazione di Buckaroo da parte di Peter Weller, la deliziosa presenza di Jeff Goldblum e l’interpretazione di John Lithgow che ruba la scena nel ruolo del Dr. Emilio Lizardo sono stati i punti salienti. Il film ha il ritmo e lo stile di un fumetto ‘colto’, con riferimenti culturali che scorrono veloci.

John Lithgow e Jonathan Banks in Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione (1984)Tuttavia, la trama è caotica, più un insieme di vignette vagamente collegate tra loro che una vera e propria storia coesa. Lizardo, il personaggio più simpatico, è assente per gran parte del minutaggio e lo stesso Buckaroo appare troppo ‘perfetto’, senza difetti con cui potersi relazionare.

Senza contare l’allucinante sequenza dei titoli di coda, col protagonista e la sua squadra che marciano sulle note di una sigla assurda. Richter ha incolpato di questo il produttore, ma il risultato resta comunque abbastanza cringe.

Inoltre, la battuta più citata del film, “Ricorda, non importa dove vai, eccoti lì“, è in realtà presa in prestito dal comico e attivista americano Professor Irwin Corey, che l’aveva usata per decenni. Nonostante questi problemucci, Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione è riuscito ad affabulare il pubblico a cui era destinato, anche se si ha la sensazione che Richter e Rauch si siano sforzati troppo, inserendo troppe cose per attirare quel pubblico di geek a scapito della storia e dello sviluppo dei personaggi.

È interessante notare che Irwin Corey, noto per i suoi doppi sensi comici, accettò il National Book Award per conto del timido Thomas Pynchon. Questo legame tra Pynchon e Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione aggiunge un altro strato al ricco arazzo di riferimenti e influenze del film, sottolineandone il fascino e la complessità.

Insomma, Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione rimane un piccolo classico (citato di recente in Ready Player One di Spielberg), amato per la sua eccentricità, il suo universo unico e le interpretazioni memorabili (c’è anche Christopher Lloyd), anche se appare un po’ troppo ‘costruito’ per raggiungere lo status di cult.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione:

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