Home » Cinema » Horror & Thriller » Dossier | The Elephant Man di David Lynch: il fascino discreto della mostruosità

Voto: 8/10 Titolo originale: The Elephant Man , uscita: 09-10-1980. Budget: $5,000,000. Regista: David Lynch.

Dossier | The Elephant Man di David Lynch: il fascino discreto della mostruosità

29/09/2020 recensione film di William Maga

Nel 1980, il regista tornava sulle scene con l'adattamento della disperata vita di John (o Joseph) Merrick, affidandosi alle prove di Anthony Hopkins e John Hurt

the elephant man film 1980

“Oh, signor John Merrick, lei non è affatto un uomo elefante, lei è Romeo … e io Giulietta … “. Può far sorridere questa frase, visto che a  pronunciarla nei confronti di un mostruoso ragazzo di Leicester, abnorme e devastato in ogni parte del corpo dai tumori della pelle, è un’affascinante attrice inglese, la signora Kendall, in un rigido inverno londinese del 1884. Eppure furono quelle tenere parole, sussurrate con la pena negli occhi, a riaprire la vita di John Merrick, un “caso clinico” senza precedenti (si trattava di neurofibromatosi multipla), diventato spunto per il film The Elephant Man di David Lynch (ma anche, con minor rigore, per un omonimo spettacolo teatrale interpretato da David Bowie), che arrivava nei cinema nel 1980, sull’onda del premio al Festival del cinema fantastico di Avoriaz e la candidatura a ben otto premi Oscar (ma non ne avrebbe vinto nessuno).

elephant-man-poster-ITA-40-anniversarioAdattato partendo dai libri The Elephant Man and Other Reminiscences di sir Frederick Treves e The Elephant Man: A Study in Human Dignity di Ashley Montagu, è un’opera amara, sospesa tra rigore scientifico e atmosfere da feuilleton strappalacrime, che ricostruisce scrupolosamente la miserevole vicenda umana di questo ventunenne ragazzo britannico (John Hurt), scovato da un medico in una “fiera dei mostri”, studiato poi nelle università, riportato a una vita “normale” per intercessione della Principessa di Galles (Helen Ryan), di nuovo rapito e ritrovato, fino alla tristissima morte in ospedale.

Sullo sfondo di una Londra fumosa e plumbea, restituita dall’affascinante fotografia in bianco e nero di Freddie Francis, che ricorda i vecchi horror, si snoda il dramma dell’ ‘uomo elefante’ (chiamato così perché la madre, incinta, era stata travolta e calpestata appunto da un elefante), fenomeno da baraccone esibito per due pence da un cinico truffatore (Freddie Jones).

Il film ce lo presenta, all’inizio, come una rovina maleodorante, zoppo, ansimante, rigonfio di escrescenze spugnose, nascosto da un mantello e da un cappuccio a punta con i fori per gli occhi. Per Frederick Treves (interpretato sul grande schermo da Anthony Hopkins), il medico chirurgo, era null’altro che un orribile scherzo della natura, probabilmente deficiente e incapace di esprimersi. Ma la curiosità si trasformò un po’ alla volta in comprensione, in una strana amicizia, quando Merrick, fuori dai freddi tuguri della sua adolescenza, ricominciò a parlare, a piangere, a recitare a memoria versi della Bibbia, a costruire elaborati modellini di cartone.

“Possedeva una sensibilità acuta, quasi un’immaginazione romantica” — scrissero i giornali dell’epoca. “È una sorpresa continua: attraverso le vicissitudini inenarrabili della sua vita ha sempre portato con sé un ritratto di sua madre per dimostrare che lei era una persona decente … “— disse Il presidente dell’ospedale, Francis Carr Gomm (col volto di John Gielgud).

Il buon Merrick cominciò cosi — crudeltà della sorte — a frequentare i salotti dell’aristocrazia, assaporando tè e chiacchierando di fotografia, portato e riverito perfino a teatro. Fu il trionfo della morbosità, travestita da carità e da tolleranza. E infatti quella ‘normalità’ si rivelò tragicamente finta, tanto che una sera, provando a dormire disteso (il peso enorme della testa lo obbligava normalmente a riposarsi in posizione eretta), ‘l’uomo elefante’ rimase soffocato nel sonno.

Anthony Hopkins in The Elephant Man (1980)Il film di David Lynch, inutile nasconderlo, gioca sulla commozione e strappa momenti di autentica sofferenza. L’odissea di John / Joseph Merrick, sciancato e allontanato come un lebbroso prima, cercato e ammirato poi, si scioglie in una pioggia di piccoli ritratti, schegge di orgoglio ritrovato e di solitudine immensa (la cattedrale di cartone edificata con l’immaginazione, il terrore degli specchi, la scoperta degli amici); il tutto per dimostrare — forse con una punta di ingenuità — che soltanto la nostra disponibilità ad essere sorpresi può permetterci lo stupore della scoperta.

Perché John Merrick, orrendo solo a guardarlo, aveva un animo gentile e una disarmante sensibilità (dovete vederlo mentre usa il suo astuccio da toiletta regalatogli dal Duca di Cambridge) che ne facevano un uomo, non un mostro. Piccolo grande apologo sulla diversità, The Elephant Man può far pensare, per certi versi, al coevo Kaspar Hauser di Werner Herzog: anche Merrick è una “scoria della natura”, un uomo che la gente respinge perché è più facile parlarne come di un ‘caso’ piuttosto che di accettarne la condizione: ma i suoi gemiti, la sua fantasia, il suo ingegno diventano un po’ alla volta un linguaggio poetico, che affonda nell’assoluto, senza per questo essere astruso o, più modernamente, genuinamente naif.

D’altro canto, The Elephant Man non lesina dubbi sulle ambiguità della scienza (in fondo, Treves si sente, a un certo punto, tale e quale al perfido ‘manager’ Bytes), pur tuttavia elogiando il coraggio di un medico illuminato costretto ad agire tra le acque putride delle ipocrisie. David Lynch, alla sua seconda prova dopo l’allora ancora inedito in Italia Eraserhead – La mente che cancella, del 1972, costruisce un film tutto emozionale, denso di suspense e infarcito di buoni sentimenti.

Ma, sul fondo, resta il sapore amaro di una vita impossibile, resa magistralmente da John Hurt (reduce da Alien del 1979), qui irriconoscibile nella mostruosa truccatura. Ottimo come da tradizione anche Sir John Gielgud (Assassinio sull’Orient Express), e appropriati Anthony Hopkins, Anne Bancroft (già musa di Mel Brooks) e il nutrito stuolo di caratteristi (da Freddy Jones e Helen Ryan) che completano il cast.

Di seguito il trailer HD di The Elephant Man: