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Voto: 6/10 Titolo originale: Enola Holmes , uscita: 23-09-2020. Budget: $21,000,000. Regista: Harry Bradbeer.

Enola Holmes: la recensione del film di Harry Bradbeer (su Netflix)

23/09/2020 recensione film di Marco Tedesco

La saga di romanzi di Nancy Springer viene adattata con qualche libertà, ma lo spirito resta intatto, grazie a un cast divertito e una sceneggiatura leggera ma attenta

Da quando la prima storia di Sherlock Holmes del suo autore Sir Arthur Conan Doyle è stata pubblicata nel 1891, abbiamo visto innumerevoli iterazioni del detective britannico sulla carta, su un palcoscenico e sul grande e piccolo schermo. Tra l’altro, grazie alle performance ‘contemporanee’ di Robert Downey Jr. (Sherlock Holmes), Jonny Lee Miller (Elementary) e Benedict Cumberbatch (Sherlock), si può affermare con tranquillità che non ci sia proprio più nessuno che abbia non almeno una vaga idea delle sue indagini. E, sebbene la maggior parte del pubblico abbia già familiarità anche con il fratello maggiore del protagonista, Mycroft, è meno probabile che si conosca la sorella minore dei fratelli Holmes, Enola.

EnolaHolmes.jpgIntrodotta nei libri di Sherlock Holmes tra il 1923 e il 1927, Enola è sfuggita alle ‘catene’ letterarie solamente nella quarta stagione della serie Sherlock della BBC, rappresentata lì però come Eurus Holmes (interpretata da Sian Brooke), il membro più brillante e sociopatico della famiglia Holmes. Tuttavia, c’è un’altra versione della sorellina minore, quella che ha generato ben sei libri tra il 2006 e il 2010 scritti da Nancy Springer (The Enola Holmes Mysteries) che descrivono la giovane Enola non come un ‘cane sciolto’, ma come una mente brillante in erba a pieno titolo.

Questi romanzi sono adesso diventati l’ispirazione principale per Enola Holmes, film distribuito in esclusiva da Netflix adattato da Jack Thorne (Il giardino segreto) e diretto da Harry Bradbeer (Fleabag), vigorosa avventura young adult in costume che indossa la maschera della ‘tradizione’ (a un livello visivo) ma parla in modo decisamente moderno e attuale (contenutisticamente).

Nel giorno del suo sedicesimo compleanno, Enola Holmes (Millie Bobby Brown) si risveglia scoprendo la sua unica compagna di vita, sua madre (Helena Bonham Carter), è misteriosamente scomparsa. Quando i suoi fratelli maggiori Mycroft e Sherlock (Sam Claflin e Henry Cavill) rispondono con malcelato sdegno all’apparizione di Enola e per quello che ai loro occhi sembra disprezzo da parte della loro madre per le responsabilità, viene stabilito che Mycroft si assicurerà che Enola cominci a frequentare una scuola di ‘perfezionamento’, mentre Sherlock intanto di dedicherà alla ricerca della donna svanita nel nulla. Frustrata dal loro disprezzo verso ciò che lei pensa, Enola sceglie così di fuggire dai suoi fratelli, intenzionata a rintracciare sua madre da sola. Tuttavia, lungo il percorso, la ragazzina si ritroverà inevitabilmente coinvolta da Lord Tewksbury (Louis Partridge), anch’egli in fuga dalla sua famiglia e, inconsapevolmente, inciampa nel suo primo caso da giovane investigatrice.

Per coloro che hanno letto i libri, preparatevi ad alcuni cambiamenti. Ce lo si potrebbe certo aspettare, dal momento che la transizione da un medium all’altro richiede quasi sempre di adottare una certa indulgenza da parte di chi conosce la fonte. Sono state prelevate diverse porzioni dalla serie di libri per ‘creare’ la Enola Holmes cinematografica, e non è detto che le parti omesse inibiranno necessariamente eventuali storie future, se mai si dovesse pensare a uno o più sequel.

Inoltre, la protagonista viene ‘fatta crescere’ dai 14 ai 16 anni, probabilmente per rendere alcune delle sue battaglie ideologiche un po’ più facili da affrontare. Lei è, nelle parole della scrittrice Louisa May Alcott, una ‘piccola donna’ e questo periodo di transizione viene esplorato sia attraverso il carattere del personaggio e le sue esigenze, sia nell’ambito più ampio dell’Inghilterra del 1884, un paese parimenti sull’orlo di una gloriosa rivoluzione, con la Legge sulla rappresentanza del popolo che avrebbe da lì a poco esteso il diritto di voto.

Per lo più, lo sceneggiatore Jack Thorne riesce con relativa facilità nel compito di bilanciare i bisogni del personaggio, la scorrevolezza della narrazione e il doveroso rispetto nei confronti del materiale originario. Al di là di un cambio di marcia, a scalare, dal focus sul trovare la signora Holmes al caso di Lord Tewksbury, Enola Holmes incede con passo allegro e spedito tra un indovinello, un enigma e un flashback, in combinazione con la direzione esperta di Harry Bradbeer e il montaggio frizzante di Adam Bosman (The Crown).

Henry Cavill e Sam Claflin in Enola Holmes (2020)Se vi è capitato nelle ultime settimane di vedere il trailer di Enola Holmes, allora avrete già scoperto che, primo, Enola Holmes si rivolge (spesso) direttamente agli spettatori parlando nella cinepresa, e secondo, che si è scelta Celebrity Skin della Hole per accompagnarlo. Entrambe le scelte sono piuttosto bizzarre e indicative, con la protagonista che, in sostanza, da un lato ci rende direttamente complici della sua avventura avventata, mentre dall’altro il testo della canzone parla di ‘liberazione personale’ (aka emancipazione).

Se il film, in effetti, contiene elementi che si concentrano su quest’ultimo aspetto, la colonna sonora è però un po’ più tradizionale, suonando come qualcosa di più simile a ciò che il pubblico già è stato abituato a conoscere dopo Sherlock Holmes e Sherlock. La rottura della quarta parete, comunque, ricorre costantemente per tutti i 120 minuti, ma il risultato è sorprendente. I fan della serie Fleabag della BBC riconosceranno facilmente questa struttura (di per sé non certo innovativa, ma rivoluzionaria nel contesto di uno show televisivo), e qui il risultato finale è il medesimo.

Ogni volta che Enola Holmes coinvolge gli spettatori, da sola o in compagnia, tale inclusione suona naturale. Soprattutto, e in parte ciò potrebbe essere dovuto al fascino e al carisma naturale di Millie Bobby Brown, non sembra mai una stampella per la storia generale. Ci sono momenti, certo, eminentemente espositivi, ma, almeno per la gran parte, consentono a chi guarda di comprendere meglio il pensiero della protagonista. Questa scelta deliberata e sulla carta rischiosa non può andar bene per ogni adattamento di un libro al grande schermo, ma funziona benissimo qui, consentendo al pubblico (prevedibilmente di adolescenti) di essere al corrente dei fatti tanto quanto Enola, e lavorando per risolvere ogni problema insieme a lei.

Sia che Enola Holmes segni l’inizio di un nuovo franchise per Netflix (ma ricordiamo che c’è la Warner Bros. a monte), oppure rimanga un lungometraggio unico, quello realizzato Jack Thorne e Harry Bradbeer è un prodotto per famiglie delizioso e, in definitiva, soddisfacente. Il merito va dato anche alla prova del cast, i cui membri sembrano essersi piuttosto divertiti a girarlo. Ad esempio, Helena Bonham Carter raramente (se non addirittura mai negli ultimi anni) trasmette questo tipo di gioia, ma il ruolo della signora Holmes le offre la possibilità di essere misteriosa, pericolosa, mortalmente intelligente, esilarante e matronale, il tutto in un unico personaggio.

Sam Claflin e Henry Cavill, col parco minutaggio a disposizione, fanno poco più che adattarsi ai ruoli stereotipati che ci si aspetterebbe da una versione d’epoca di Mycroft e Sherlock Holmes, ma, anche nella loro ‘rigidità tradizionale’, traspare un barlume di un qualcosa che giace lì sottopelle, qualcosa che anche i personaggi stessi negherebbero qualora interrogati.

enola holmes netflix film 2020Lord Tewksbury, invece, non è né il tipico lo scapolo fragile né il principe azzurro e Louis Partridge riesce a trovare il giusto equilibrio, così che i suoi punti di forza si appellino alle debolezze di Enola, senza però mai surclassarle. Il ragazzo sarebbe morto, decisamente, senza Enola Holmes, e la performance dell’attore 17enne conferma questa idea.

Il resto, tuttavia, si deve tutto alla sceneggiatura, che gioca scherzosamente e con leggerezza con le importanti nozioni di “corretto comportamento” e con la differenza tra nazionalismo cieco e anarchia sociale, il tutto mentre si fa beffe (con rispetto, chiaro) di corsetti, ‘potenziatori’ di anche, baffoni e larghi baveri.

In definitiva, se la 16enne Millie Bobby Brown si dimostra una forza della natura nei panni della giovane eroina, scanzonata e risoluta, lo script di Enola Holmes per fortuna non sminuisce, tra un colpo di scena e l’altro, nessuno degli importanti concetti progressisti – e femministi – che dissemina sottotraccia (e un certo accento si pone sull’importanza della lettura e dell’attività fisica), evitando di sottovalutare il giovane pubblico a cui è destinato. Che non è poco.

Di seguito – sulle note di Celebrity Skin delle Hole – trovate il trailer italiano di Enola Holmes, nel catalogo di Netflix dal 23 settembre: