Voto: 5/10 Titolo originale: Il legame , uscita: 02-10-2020. Regista: Domenico Emanuele de Feudis.
Il Legame: la recensione del film horror di Domenico de Feudis (su Netflix)
03/10/2020 recensione film Il legame di Marco Tedesco
Il regista esordisce dietro alla mdp costringendo Riccardo Scamarcio e Mía Maestro a una pericolosa discesa tra le superstizioni del Suditalia
Caduto un po’ dal cielo, come spesso accade, Il Legame (The Binding) è un altro film horror sbucato ora nell’impreventivabile catalogo di Netflix. La particolarità, almeno questa volta, è che si tratta di un prodotto italiano, girato interamente in Puglia e diretto da Domenico Emanuele de Feudis, all’esordio dietro alla mdp dopo un discreta gavetta come regista di seconde unità per Paolo Sorrentino (Loro 1 e 2, La Grande Bellezza), prendendo spunto dal suo cortometraggio L’ora del buio del 2017.
Emma (l’argentina Mía Maestro) sta facendo visita per la prima volta alla madre del suo nuovo fidanzato Francesco (Riccardo Scamarcio). L’anziana, Teresa (Mariella Lo Sardo), vive ancora nella grande e isolata vecchia villa di famiglia in campagna, ma a tenerle compagnia c’è la sua amica Sabrina (Raffaella D’Avella). Con la ‘straniera’ (in tutti i sensi) Emma c’è la giovane figlia, avuta da una precedente unione, Sofia (Giulia Patrignani), alla quale Teresa subito si affeziona. Il suo interesse, però, presto comincia a inquietare Emma. Strane usanze e rituali sono infatti parte integrante della vita di Teresa e un vecchio segreto famigliare affiora, colpendo proprio Sofia.
Fin dal prologo, Il Legame sceglie decisamente di fare affidamento sulle atmosfere cariche di presagi e poco rassicuranti. Il ritmo compassato richiede del tempo prima che le intenzioni della trama diventino chiare, seguendo nel mentre una struttura piuttosto convenzionale. La grande villa dove si svolge la gran parte dell’azione funge da tipica ‘vecchia casa inquietante’ e la campagna circostante è parimenti bella e bizzarra agli occhi Emma.
Dal momento in cui Emma, Sofia e Francesco arrivano, gli spettatori, così come Emma, sentono chiaramente che qualcosa lì non va. Lo strano comportamento di Teresa e Sabrina. La sensazione di essere osservata. Gli altri amici e parenti invitati a pranzo che intonano una strana preghiera. Il fatto poi che il film inizi con un arcano rituale che coinvolge una ragazza e uno specchio che si rompe, non aiuta sicuramente a credere che la famiglia di Francesco non abbia effettivamente ragione ad avere qualche sospetto. E ancor di più quando l’attenzione si sposta con forza su Sofia.
Quando la ragazzina viene morsa da una tarantola, la situazione inizia ad andare davvero fuori controllo. Ma le cose non sono come sembrano e quando si giunge al colpo di scena, tutto acquista più senso, diventando però al contempo anche più sinistro.
Come suggerisce il titolo, la famiglia e le relazioni familiari sono al centro de Il Legame. Incontrare per la prima volta la tua futura suocera del Sud non è facile, e il tono imposto da Domenico de Feudis intende amplificare tale senso di estrema diffidenza fin da subito. Il fatto che Emma sia un architetto che si sposta costantemente di città in città contrasta enormemente con il vecchio e tranquillo modo di vivere in campagna. E quando Teresa inizia a interferire nella salute di Sofia, Emma diventa ancora più sospettosa di quel mondo fatto di superstizione e usi insoliti. Tuttavia, sebbene tutto questo venga mostrato e costituisca la base del tema principale del film, la sceneggiatura di Daniele Cosci (Shortcut) non si immerge mai in profondità in queste questioni problematiche e nella sfiducia reciproca a un livello psicologico.
Tutti i personaggi troppo spesso sono soli in casa, o all’aperto. Non c’è quasi nessun contatto tra loro. Nessuna conversazione imbarazzante e sconcertante, o qualche inaspettato gesto dell’una verso l’altro. Soltanto un’atmosfera generale che vuole evocare la sensazione di un soggiorno ben poco confortevole che si appoggia – piuttosto rapidamente – al soprannaturale. Per un film che dovrebbe avere le sue radici nella famiglia, è strano vedere che i suoi membri non abbiano interazioni, non si conoscano affatto e si limitino a vagare senza fare nulla (spesso al buio, un meccanismo tanto economico quanto efficace).
Ogni scena di Il Legame ha il preciso scopo di creare questo sentore, avvalendosi di saltuari jumpscare e delle splendide ma angoscianti immagini (la fotografia è di Luca Santagostino) delle campagne pugliesi. Ed è un peccato che non incoraggi maggiormente l’importanza della famiglia, optando per una dipendenza eccessiva da situazioni da tempo ormai abusate. Non viene mai fornita una risposta precisa su cosa i membri della famigliola pensino l’uno dell’altra prima di essere scaraventati nel bel mezzo dell’ignoto.
Il regista – forse comprensibilmente – non osa, affidandosi ai cliché del cinema horror hollywoodiano di possessione ed esorcismi (ma qui NON si tratta di una storia vera come poteva essere, ad esempio, L’esorcismo di Emily Rose) piuttosto che imboccare una strada ‘più nostrana’ (alla Pupi Avati o alla Alberto De Martino magari).
Certo, non manca qualche buon momento di tensione, il climax finale è dignitoso, la recitazione è generalmente decente e la resa non è televisiva (tutti aspetti niente affatto scontati), ma tutto si riduce in pratica a una tragica storia di fantasmi (senza fantasmi) su una donna che ha subìto un torto. Curiosamente, sebbene Il Legame sia interpretato da molte donne e da un solo uomo, non offre però alcun motivo di empowerment. Anzi, in realtà è incentrato su un uomo che alla fine non viene ritenuto responsabile delle sue azioni.
In definitiva, il debutto di Domenico de Feudis è ambizioso, un’opera che dimostra che anche da noi si possono ancora girare film horror all’altezza – se non come originalità, almeno a livello produttivo – degli altri cugini europei, ma che spreca il succoso materiale messo a disposizione dalla superstizione e dall’arcana magia popolare del Suditalia per puntare sull’usato garantito anziché arrischiarsi a raccontare qualcosa di più personale (la lezione degli spagnoli sembra essere stata assimilata solo in parte). Ora serve un pizzico di coraggio e carattere in più, ma la via è quella giusta.
Se avete dei dubbi sulla simbologia e il finale del film, vi rimandiamo alla nostra spiegazione / interpretazione.
Di seguito il trailer italiano di Il Legame, nel catalogo di Netflix dal 2 ottobre:
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