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Voto: 7/10 Titolo originale: Perempuan Tanah Jahanam , uscita: 17-10-2019. Regista: Joko Anwar.

Impetigore | La recensione del film horror indonesiano di Joko Anwar (Sitges 53)

16/10/2020 recensione film di William Maga

Il regista torna sulle scene con una fiaba dark tinta di sangue, che ci sprofonda nel folklore locale tra marionette e antiche maledizioni

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Impetigore (Perempuan Tanah Jahanam) di Joko Anwar è un racconto horror indonesiano che dimostra come si possa imparare qualcosa su una cultura straniera pur vivendo paure decisamente universali. Se il suo recente Gundala parlava di un supereroe molto particolare (la recensione), il precedente Satan’s Slaves era un piccolo saggio sul sottogenere delle ‘case stregate’.

La sua ultima fatica – che è passata anche dal FEFF di Udine qualche mese fa – non viaggia su quello stesso livello di terrore paranormale, ma la sua narrazione ‘ritualistica’ evoca un’esperienza di genere diversa, ma comunque interessante. Una di quelle che ha le proprie radici nel misticismo, nelle maledizioni sulla fertilità e nei villaggi in cui le credenze concernenti la magia nera regnano – ancora – sovrane (con prove valide).

impetigore film posterIl film ruota attorno a Maya (Tara Basro), una ragazza che sta provando a realizzare i suoi sogni in una grande città, ma senza grande successo. Una notte, mentre è di turno nel gabbiotto di un casello autostradale, viene attaccata da un uomo con un machete che borbotta qualcosa su dove è cresciuta e su dei genitori che lei non ricorda affatto. Maya sopravvive all’incontro e inizia così a fare ricerche sul suo passato, scoprendo che potrebbe aver ereditato una consistente tenuta nel villaggio in cui è nata.

Senza nulla da perdere, Maya – insieme alla migliore amica Dini (Marissa Anita) – parte allora per il remoto Harjosari, nella speranza di inciampare in una fortuna. Invece, scopre che il suo luogo di nascita è afflitto da una tremenda maledizione pluridecennale che potrebbe aver avuto origine proprio con la sua famiglia, almeno secondo il venerabile capo villaggio e famoso marionettista Ki Saptadi (Ario Bayu).

Per chi fosse digiuno di questa cinematografia, sappiate che apponendo sul vostro passaporto orrorifico il timbro dell’Indonesia entrerete in un mondo piuttosto atipico e lontano dagli standard hollywoodiani. Potranno sì apparire dei fantasmi, o una visione saprà evocare temibili presenze soprannaturali, ma Impetigore è prima di tutto una storia basata su minacce molto umane. Ki Saptadi supervisiona le nascite nel suo villaggio, sperando che il prossimo bambino non esca con la tara ereditaria come è successo ineluttabilmente per innumerevoli anni.

Si tratta di un orrendo maleficio quello che grava su Harjosari ma, ancora una volta, Joko Anwar è più interessato alle persone che compiono azioni “necessarie” e agghiaccianti che ai sobbalzi nella notte. È un approccio internazionale agli spettri che mescola fede e povertà, mentre un qualche tipo di ‘consiglio tribale’ governa sulla base di tradizioni di lunga data e piuttosto brutali.

Vale la pena sottolinearlo perché è necessario contestualizzare Impetigore per un pubblico occidentale. Non fraintendiamoci; ci sono momenti genuinamente terrificanti in senso stretto. Immagini che coinvolgono bambini scorticati o tentativi violenti e disperati di invertire la maledizione scagliata su Harjosari. A volte è anche un dramma inaspettatamente maestoso, come quando ad esempio Maya scopre che il padre, il precedente burattinaio, corteggiava la sua splendida sposa attraverso ipnotizzanti giochi di ombre.

È lo stesso talento nel muovere e creare le marionette che possiede Ki Saptadi, un personaggio molto più oscuro e pietrificante di quanto non sembri al primo impatto. Elaborati ritagli di carta vengono fatti roteare dietro a un grande telo che ‘proietta’ le silhouette dei relativi personaggi trasformandolo in figure nere animate che si muovono su uno schermo di stoffa. Queste scene di ‘televisione dal vivo’ ci trasportano così in un mondo arcaico, quasi dimenticato. Joko Anwar racconta la sua triste fiaba nera avendo in mente l’orrore, ma non vuole semplicemente far balzare sulla sedia lo spettatore. Il suo è un approccio più inusuale, primordiale e antico.

impetigore film 2020Verso il finale del film, ci imbattiamo in alcune scelte che sembrano volere accelerare la vicenda verso la risoluzione dei vari conflitti in atto. Il modo in cui Maya scopre come porre fine ai guai di Harjosari avviene attraverso un vortice di montaggio sussurrato da una ‘apparizione ex machina’. È così … comodo, tanto che viene inevitabilmente da chiedersi perché abbia aspettato così a lungo prima di aiutarla.

Nel 2017, Satan’s Slaves garantiva molta più tensione e gravità emotiva rispetto al climax con cui viene ‘risolto’ ora Impetigore, in quella che non è altro che una sequenza di sogno. In sostanza, è un classico spiegone che mette insieme i pezzi per i meno attenti che stride coi primi due atti dai toni pacati ed evocativi, che aiutano a stabilire come le pratiche barbare del villaggio siano, di fatto, una tremenda normalità.

Maya torna a casa in cerca di una nuova – e possibilmente florida – vita, ma invece potrebbe trovare una morte certa a beneficio del ‘bene’ comune: è una storia piena di traumi e paranoia locale. Poi, tutto si conclude in quello che balena come un lampo improvviso, pur mantenendo quelle atmosfere da ‘luogo di disperazione’ che in qualche modo garantiscono il perdono a Joko Anwar per un terzo atto tirato via.

In ogni caso, Impetigore rimane una visione soddisfacente. Veniamo attirati in una rappresentazione credibile e affascinante degli incubi vernacolari dell’Indonesia, che però non vengono offuscati dall’attrattiva verso la commercializzazione di massa. Mentre scopriamo di che materiale sono fatti i burattini di Ki Saptadi, e Maya riflette sugli orrori della sua personale storia ancestrale, veniamo avvolti in parecchi momenti di suspense, alcuni non facili da sopportare. Sangue versato, battute di caccia illuminate da fiaccole e la lama della dannazione eterna sono tutti sullo schermo.

Impetigore è un folk-horror che non si appoggia troppo sui facili jumpscare o strutture familiari, a volte addirittura a proprio svantaggio, ma sussurra una ninna nanna raggelante sulla famiglia, sulla fortuna e su come i peccati del nostro passato possono dare il via ad effetti a catena in futuri ancora tutti da comprendere.

Di seguito il trailer internazionale di Impetigore: