Voto: 5/10 Titolo originale: Inheritance , uscita: 30-04-2020. Regista: Vaughn Stein.
Inheritance – Eredità: la recensione del film di Vaughn Stein con Simon Pegg e Lily Collins
21/09/2020 recensione film Inheritance – Eredità di William Maga
Il regista torna sulle scene con un mystery thriller approssimativo e sconnesso, che getta al vento un'intrigante premessa e la prova dell'attore britannico
A circa 20 minuti dall’inizio di Inheritance – Eredità, si viene rapiti. Nonostante l’eccessivo zelo del regista Vaughn Stein (Terminal) nel tentare di alzare la suspense durante la primissima sequenza, il film mette sul piatto un passo veloce, con la storia che offre un intrigante mistero da svelare e il potenziale per un’avvincente ‘battaglia tra volontà’.
Purtroppo, Inheritance non dura 20 minuti o giù di lì. Una volta che il materiale introduttivo è stato presentato e sono stati stabiliti i caratteri e le situazioni, il film inizia infatti a perdere ‘credibilità’. I personaggi prendono decisioni senza senso, la sceneggiatura introduce sottotrame che sono abbandonate senza una risoluzione e il ‘test di volontà’ promesso tra i due personaggi principali fallisce abbastanza miseramente. Il finale è la ciliegina sulla torta, un deludente generico “colpo di scena” che non solo mina tutto ciò che è venuto prima, ma introduce ulteriori domande senza risposta e ci costringe a sopportare un altro po’ la recitazione istrionica di Lily Collins.
Data l’interessante premessa, ci sono dozzine di strade che il regista Vaughn Stein e lo sceneggiatore Matthew Kennedy avrebbero potuto intraprendere. Probabilmente hanno scelto la peggiore (per dire, il coreano Bong Joon-ho ha optato per un’altra possibile traiettoria con un soggetto afine, finendo per girare Parasite, e sappiamo com’è andata in quel caso …).
Il procuratore distrettuale di Manhattan Lauren Monroe (Collins) è in tribunale per un’altra intensa giornata di lavoro. Nel frattempo, suo padre, Archer (Patrick Warburton), sta barcollando fuori di casa e sta entrando nella sua macchina. Chiaramente non sta bene e, non molto tempo dopo, muore al volante. La donna viene a sapere la notizia durante una conferenza stampa. Giorni dopo, quando il testamento viene letto dall’amico di famiglia e avvocato Harold Thewlis (Michael Beach), apprendiamo che Archer ha lasciato la maggior parte della sua proprietà a sua moglie Catherine (Connie Nielsen) e al suo figlio prediletto, William (Chace Crawford), che è impegnato in una serrata battaglia elettorale.
A Lauren resta quindi una miseria, almeno pubblicamente. In privato, suo padre ha riservato per lei un video in cui accenna a una “eredità” segreta. Seguendo i suoi indizi, scopre presto un bunker nascosto. Nelle viscere di quelle profondità sotterranee trova Morgan Warner (Simon Pegg), un uomo che è stato incatenato nell’oscurità per circa trent’anni. Ha una storia da raccontare ma, per ascoltarla, Lauren deve accettare le sue richieste. Sebbene inizialmente indignata e incline a lasciare che Morgan marcisca dove suo padre lo ha lasciato, la sua curiosità ha la meglio su di lei e diventa ossessionata dalle briciole di informazioni che lui lascia cadere. Nel processo, inizia a trascurare la sua famiglia e il lavoro.
Come intuibile, c’è molto potenziale nel gioco del gatto col topo intrapreso da Lauren e Morgan ma, nonostante le aspirazioni auliche alla Hannibal Lecter vs. Clarice Starling, i realizzatori di Inheritance non si avvicinano mai a quel livello di interazione angosciante e di tesissimo thrilling. Più minuti vengono concessi a Morgan, meno il personaggio diventa interessante ed è chiaro che una delle due ipotesi è attendibile: o sta dicendo la verità, oppure sta manipolando Lauren.
Se questo fosse un film più intelligente, il mistero sarebbe più profondo e complesso, e quindi meno ovvio. La sceneggiatura non è invece in grado di rispondere in modo convincente alla domanda chiave del perché Archer abbia incatenato Morgan nel bunker per tre decenni (anche quando la verità viene rivelata). E poi, la maggior parte dei personaggi fa cose più stupide di una scream queen di un film horror medio.
A uscirne male è specialmente il 50enne Simon Pegg. L’attore inglese, noto principalmente per i suoi ruoli comici (L’alba dei morti dementi, La fine del mondo), offre qui probabilmente la performance più intrigante della sua carriera (anche se viene almeno in parte ‘ostacolata’ da una parrucca ridicola che potrebbe benissimo provenire da This Is Spinal Tap …).
Interpreta Morgan in modo schietto, incorporando un certo grado di minacciosità sottotraccia, ma non è ben servito dal copione di Inheritance, che non gli garantisce abbastanza libertà d’azione. Inoltre, ha scarsa chimica con la ‘fidanzatina d’America’ Lily Collins (Biancaneve, Tolkien), la cui propensione a una recitazione sopra le righe raggiunge il suo apice al culmine del film. Appare molto meglio all’inizio, quando il suo personaggio è invece più ‘abbottonato’.
Un’altra decisione discutibile nella storia riguarda la campagna di rielezione al Congresso del fratello minore di Lauren, William. All’inizio di Inheritance, sembra che questa potrebbe evolversi in una sottotrama significativa, che potrebbe intersecarsi a un certo punto in modo importante con quella principale. Invece, si rivela nient’altro che una falsa pista e la mancanza di sviluppo fa sì che ci si chieda necessariamente quale fosse allora il punto di parlarne. Come molti altri dettagli sparpagliati lungo i 110 minuti di Inheritance, non è stata – evidentemente – ben ‘calcolata’.
In definitiva, nonostante alcuni efficaci momenti “Ti ho fregato!” e la comunque lodevole prova si Simon Pegg, Inheritance resta un mystery thriller eccessivamente ‘finto’ e approssimativo per funzionare a dovere. Logica e coerenza sono spesso qualità trascurate nel cinema contemporaneo, ma quando vengono ignorate a questi livelli, la loro assenza – o scarsissima presenza – non può che divenire lampante.
Di seguito il trailer internazionale di Inheritance – Eredità:
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