Home » Cinema » Horror & Thriller » L’Angelo del Male – Brightburn: la recensione del mash-up tra horror e cinecomic di David Yarovesky

Voto: 5.5/10 Titolo originale: Brightburn , uscita: 09-05-2019. Budget: $6,000,000. Regista: David Yarovesky.

L’Angelo del Male – Brightburn: la recensione del mash-up tra horror e cinecomic di David Yarovesky

17/05/2019 recensione film di Sabrina Crivelli

Ci sono David Yarovesky alla regia e James Gunn in produzione dietro al film che mescola splatter e superpoteri pescando a piene mani da Il presagio e da Superman, ma il risultato soddisfa meno di quanto si vorrebbe

L'Angelo del Male - Brightburn film

L’Angelo del Male – Brightburn di David Yarovesky (The Hive) è quel tipo di film di cui si vorrebbe tanto parlare bene, per molteplici motivi. Si ‘vorrebbe’, esatto. Purtroppo però, non è possibile difendere strenuamente un prodotto così incerto, in più passaggi abbozzato (o malauguratamente censurato …), da riuscire a dichiararsi del tutto entusiasti. L’idea non è del tutto inedita, ma indubbiamente per i proseliti del ‘lato oscuro’ è almeno intrigante. Invece di esplorare le origini del solito paladino e difensore indefesso dell’umanità in preda a cambiamenti e crisi di coscienza o identità, stavolta è protagonista il suo complementare dark: un super cattivo agli albori, peraltro con smaccati istinti da serial killer (con tanto di foto di interiora da studiare in cameretta).

BrightBurn film posterSì, perché di villain il variegato mondo dei fumetti e dei cinecomic ad essi connessi ne ha visti negli anni molti e di svariati generi. Non tutti sono contraddistinti da pura malvagità. Diversi, nel loro maligno disegno di sterminio di massa, hanno un fine che – quantomeno secondo il loro punto di vista – in qualche modo avrà anche conseguenze positive per la comunità.

Facciamo un esempio: nel recente Avengers: Endgame dei fratelli Russo (la nostra recensione e le cose da sapere) Thanos (non così ‘folle’ come sulle pagine disegnate) ha trovato le potenti gemme dell’Infinito e annichilito metà della popolazione terrestre. Un piano demoniaco, indubbiamente, ma con un obiettivo che potremmo definire quasi ‘ecologista’.

Oppure prendiamo Magneto nel primo film degli X-Men di Bryan Singer, che aveva sinistri piani per la razza umana, ma per difendere i suoi simili, vessati da tempo immemore e costretti a nascondersi. Con questo non vogliamo dire che lo sterminio indiscriminato sia giusto ovviamente, solamente non era ‘gratuito’ o dettato da innata malvagità. Certo ci sono anche cattivi più elementari che operano per il proprio tornaconto o per liberare altre forze oscure, oppure sono entità ferine che rispondono a un sanguinario istinto. La gamma di possibilità è chiaramente infinita.

Tuttavia, è raro seguire la parabola di un assassino seriale sadico, che uccide senza un disegno superiore e senza rimorso, sopratutto è ancor più inusuale se si tratta di un dodicenne che giustizia a sangue freddo chiunque gli faccia un torto, di qualsiasi entità, ben conscio dei suoi superpoteri e dello ‘status superiore’. Difatti, al centro di Brightburn c’è il racconto formativo in chiave quasi demoniaca – il sottotitolo italiano è certo indicativo – di Brandon Breyer (Jackson A. Dunn), ragazzino all’apparenza timido e molto intelligente che subisce un’improvvisa trasformazione paradossale che lo porta a diventare un adolescente molto più aggressivo e imprevedibile della media.

Trovato dai futuri genitori Tori (Elizabeth Banks) e Kyle Breyer (David Denman), è precipitato neonato avvolto solo da una coperta / mantello rossa anni prima in mezzo al bosco vicino alla loro proprietà, durante una misteriosa tempesta di meteoriti, uno dei quali si era rivelata la sua astronave. La coppia, che cercava disperatamente di avere figli senza riuscirci, decise quindi di adottatalo e crescerlo come proprio. Tuttavia, ad un certo punto della sua crescita, la navicella – che era stata nascosta a chiave nel fienile – si attiva, ‘chiamando’ a se il ragazzino e ‘risvegliandone’ la vera natura, che lo porta presto a dimenticare gli insegnamenti materni e a diventare nientemeno che un vero serial killer dalla forza sovrumana, che vicino alle proprie vittime lascia addirittura la sua firma e che gradualmente diviene sempre più distruttivo e incontrollabile.

L'Angelo del Male - Brightburn film 2019Insomma, immaginatevi che Clark Kent fosse impazzito e avesse iniziato a uccidere tutti e distruggere strade ed edifici in preda al delirio di onnipotenza dopo aver abbracciato il destino per cui era stato inviato davvero sulla Terra da Krypton … Ebbene, avreste esattamente Brandon Breyer. D’altra parte, fin troppe sono le palesi similitudini che fanno di quest’ultimo un vero e proprio alter ego malvagio di Superman.

Se lo sgamatissimo produttore James Gunn – certo un esperto di fumetti e di logiche commerciali – ha optato per ‘giocare’ con le iniziali del nome e del cognome del giovane protagonista, ovvero B.B., un ‘vezzo’ non inusuale in casa DC (si pensi a personaggi come Lois Lane, Lex Luthor ecc.), che prefigura anche la duplice natura del supercattivo (e anche a Bright Burn), c’è poi l’ambientazione palesemente ricalcata su quella dell’Uomo d’Acciaio, una fattoria nel mezzo dell’America rurale, in una piccola comunità dispersa nel nulla. Senza dimenticare l’idioma oscuro (i simboli e le voci ‘aliene’ rimandano come detto a Crypton) e l’arrivo nell’astronave.

Perfino i superpoteri sono più o meno gli stessi: il volo, la supervelocità, la superforza, lo sguardo che incenerisce e perfino il mantello casereccio rosso! Tuttavia, antitesi speculare del vendicatore, Brandon Breyer usa tutte queste sue facoltà per eliminare chiunque gli intralci il cammino. Qualcosa che ricorda Chronicle di Josh Trank del 2012, che a sua volta ricordava Akira di Katsuhiro Ōtomo.

Concept senza dubbio interessante, come pure l’epilogo – molto coerente con lo sviluppo e insolitamente cupo – e le premesse di L’angelo del Male – Brightburn. Il problema è però il corpo del racconto. Come si arriva al pirotecnico, quanto cinico finale? Qui arrivano le note dolenti. È la strada che porta il dolce Brandon a diventare un assassino a sangue freddo a lasciare anzitutto perplessi. Da un lato, sembrerebbe essere tutto dovuto a una crisi di fiducia nel prossimo. Inizialmente lo vediamo schivo e silenzioso, studente modello bullizzato da alcuni compagni di classe. A respingerlo è poi la ragazzina che gli piace, spaventata da suoi inquietanti atteggiamenti (anche qui il motivo scatenante della paura di lei è piuttosto implausibile). Poi seguono coloro di cui si fida, fino al fatidico tradimento massimo finale. Qui l’emotività dovrebbe essere l’origine del processo. Però, il 12enne, una volta confrontato con alcune sue turpi azioni, reagisce con la freddezza di un sociopatico, contraddicendo il dramma emotivo quale tesi portante.

L' Angelo del Male - Brightburn scena censurataD’altro canto, potrebbe essere una causa esterna, ‘ultraterrena’, a mettere in moto il meccanismo degenerativo. Anche questa opzione però non è esplorata a dovere dal duo di sceneggiatori MarkBrian Gunn (The Specials). Il mutamento si può far risalire allora a una sorta di tipica possessione demoniaca. Anzi, ad analizzare più a fondo L’angelo del Male – Brightburn, Brandon sembra un clone supereroistico del demoniaco Damien della trilogia di Il presagio (The Omen) e in particolare il secondo capitolo, sulla parte adolescenziale.

Lì era proprio l’Anticristo, qui l’anti-Superman, ma il resto coincide perfettamente. Peraltro, non solo il ragazzino (le cui incostanze sono più o meno scusabili con la pubertà), ma anche tutti gli adulti, i genitori in particolare, hanno atteggiamenti almeno singolari nel fare i conti col suo cambiamento. Lo zio regala infatti fucili a un dodicenne, mentre il padre gli dà consigli amorosi che suggeriscono praticamente lo stalking … Non stupisce che poi il povero Brandon sia confuso!

In ultimo, è necessario sottolineare come la copia da noi visionata all’anteprima stampa di L’Angelo del Male – Brightburn fosse monca di almeno un minuto di girato, quello più crudo e splatter (leggete il nostro approfondimento sui tagli e le scene censurate del film ), rovinando un bel po’ gli afflati horror del lungometraggio (qualcosa di ‘forte’ rimane comunque nei 90 minuti). Un paio di sequenze particolarmente ad effetto, pensate per sconvolgere e scioccare gli spettatori (negli USA ricordiamo che è R-Rated) sono infatti state malamente eliminate e, sebbene qualcuno potrebbe ritenerle ‘gratuite’, il fatto che non ci siano (specie la seconda) – al di là delle considerazioni sull’integrità di un’opera così come pensata dai suoi autori – indubbiamente ha ripercussioni sulla caratterizzazione del protagonista, oltre che emotive. Pare comunque che al cinema si vedranno, come confermatoci dalla Warner Bros.

In definitiva, quello diretto da David Yarovesky con un budget di soli 7 milioni di dollari è un mash-up tra Il Presagio e Superman curioso e affascinante, che delude un po’ per la sceneggiatura indisciplinata. Se tutto va bene comunque (leggi incassi), dobbiamo prepararci a un Gunnvers horror sulla scorta del Conjurverse di James Wan, come la sequenza appena prima dei titoli di coda (con special guest …) lascia ampiamente intuire.

Di seguito trovare il trailer ufficiale italiano e più sotto il motion comic del film, nelle nostre sale a partire dal 23 maggio: