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Voto: 5/10 Titolo originale: Polaroid , uscita: 10-01-2019. Regista: Lars Klevberg.

Polaroid | La recensione dell’horror di Lars Klevberg

16/05/2019 recensione film di Sabrina Crivelli

Il film con Mitch Pileggi e Grace Zabriskie viene ripescato dall'oblio dopo due anni di incertezze distributive, rivelandosi un semplice prodotto adolescenziale derivativo in cui cliché e PG-13 la fanno da padrone

Priscilla Quintana e Erika Prevost in Polaroid (2019)

Era il giugno 2017 quando vi abbiamo parlato di Camera Obscura (la nostra recensione), imperfetto, ma affascinante debutto alla regia di Aaron B. Koontz incentrato su una macchina fotografica dai poteri sinistri. Il film, seppure le potenzialità fossero molte, non riusciva a portare però a compimento le intriganti premesse, ma il fatto che fosse un’opera prima e la visionarietà del girato salvavano comunque l’insieme.

Curiosamente, nello stesso periodo sarebbe dovuto arrivare nei cinema anche Polaroid di Lars Klevberg (regista dell’imminente reboot di La Bambola Assassina) poi rimandato fino ad oggi a causa del fallimento della Weinstein Company. A quasi due anni di distanza quindi, il medesimo concept viene ripescato ora dal cassetto, ma, soggetto e genere di appartenenza a parte, dello sperimentalismo visivo del predecessore c’è ben poco. Risulta infatti il solito banale teen horror con qualche jumpscare assestato prevedibilmente sotto la cintola, uno schema narrativo ritrito e uno spreco totale di un’ottima idea.

A essere del tutto precisi, il regista norvegese ha preso spunto dal suo omonimo corto del 2015, successivamente trasformato in un lungometraggio per il buon riscontro ottenuto, a cui va quindi la palma di ‘precursore’. Tuttavia, sorvolando sulle vicissitudini legali e sull’immediato parallelo con Camera Obscura (che comunque in pochi avranno visto …), Polaroid manca ugualmente di un’atmosfera realmente accattivante (la fotografia virata sui toni del grigio e blu lo rende simile a un qualsiasi prodotto Blumhouse) e di momenti genuinamente terrificanti, preferendo puntare più che altro su una trama affatto originale e sui sempre verdi sbalzi acustici.

Tutto ruota intorno a una ragazza timida e intelligente, Bird Fitcher (Kathryn Prescott), che viene per caso in possesso di una rarissima Polaroid SX-70, direttamente uscita dagli anni settanta e di proprietario ignoto, che le regala un amico (che prontamente viene immortalato in uno scatto). Entusiasta per il cimelio, la protagonista non se ne separa nemmeno per un momento e vuole anzi immediatamente provarla. Così la sera ad una festa scatta un’istantanea a diversi amici presenti. Quando però questi iniziano a morire, uno ad uno, nei modi più terrificanti, Bird e i superstiti cercano di risalire a ritroso al mistero che l’oggetto maledetto cela e di scongiurare in tal modo il compimento della maledizione che pende sulle loro teste.

Il principio quindi è sempre lo stesso: un gruppo di liceali si imbatte in un oscura oggetto / entità che uccide ineffabilmente le sue vittime in modo cruento e scioccante. Dopo una lunga indagine scoprono ovviamente la natura del loro avversario e i suoi inquietanti pregressi, ma non è detto che ciò implichi necessariamente un modo per sconfiggerlo.

Molti sono stati in questi anni i film del terrore impostati in questa maniera, con piccole variazioni sul tema: in Slender Man di Sylvain White (la nostra recensione) si trattava di un nome maledetto da non pronunciare mai, in Friend Request di Simon Verhoeven del fantasma di una follower respinta, e in Obbligo o Verità di Jeff Wadlow (la nostra recensione) di un innocente gioco che evocava qualcosa di funesto.

polaroid film 2019L’origine del Male cambia di volta in volta, ma il meccanismo con cui si manifesta è sempre il medesimo: omicidi a catena inspiegabili, ricerca di possibili altre vittime in biblioteca o su vecchi quotidiani e via dicendo. Certo esistono anche gli esperimenti riusciti, come l’ottimo It Follows di David Robert Mitchell, che ha fornito un eccellente modello di horror adolescenziale sovrannaturale con killer paranormale annesso (lì si trattava di ‘qualcosa’ che veniva passato da un soggetto all’altro attraverso il sesso). In ciò, Polaroid potrebbe essere stato non poco influenzato. Senza dimenticare naturalmente The Ring con la sua VHS o Final Destinaton per l’idea della foto che anticipa chi sarà il prossimo a lasciarci la pelle..

Se infatti andiamo più a fondo a indagare nelle sequenze di Polaroid, lasciando stare il copione elementare e i personaggi stereotipati, sono i momenti in cui dovremmo aver paura o sobbalzare ad essere i più deludenti. Lars Klevberg opta per non mostrare alcuna violenza e, ad eccezione fatta per una sequenza di combustione spontanea (discreto spunto), per il resto i soprannaturali omicidi o si consumano fuori campo (praticamente sempre), oppure ogni elemento davvero scioccante o gore è tagliato fuori dall’immagine. I cadaveri stessi lasciano pressoché indifferente chiunque abbia una benché minima frequentazione del genere (maledetto PG-13!).

A ciò si somma infine un mostro dalla fattezze posticce (Javier Botet) che – alla lontanissima e in modo estremamente povero – ricorda un incrocio tra le creature del Silent Hill di Christophe Gans e quella antropofaga de Il labirinto del fauno di Guillermo del Toro. Ciliegina sulla torta, una backstory del marchingegno posseduto davvero banale e un finale tanto scialbo quanto prevedibile. Tra le note liete si segnala invece la presenza di Grace Zabriskie (Twin Peaks) e di Mitch Pileggi (X-Files) nei panni dello sceriffo Pembroke. Troppo poco. I misteri della distribuzione a quanto pare sono infiniti, così come il desiderio di incassi delle major e di titoli horror da parte del pubblico, che quasi sicuramente aiuteranno il film a recuperare il budget nonostante tutto.

Di seguito trovate il trailer italiano di Polaroid, in uscita nelle nostre sale il 23 maggio: