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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Rebel Moon - Part One: A Child of Fire , uscita: 15-12-2023. Budget: $83,000,000. Regista: Zack Snyder.

Rebel Moon – Director’s Cut, Parte 1 e 2: recensione delle versioni estese volute da Zack Snyder (su Netflix)

02/08/2024 recensione film di William Maga

La visione originaria del regista viene finalmente svelata, portando maggior coerenza - e minutaggio - a una storia molto più complessa di quello che si era visto

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Se c’è qualcosa da dire su Zack Snyder, è che non ha mai incontrato una director’s cut che non lo convincesse al punto da non essere proposta sul mercato, come ben dimostrato in passato da Watchmen (3 ore e 35 minuti), Batman v Superman (3 ore e 2 minuti) e Zack Snyder’s Justice League (ZSJL, 4 ore e 2 minuti), ognuno dei quali ha ampiamente sforato la soglia delle tre ore di durata con l’apparente intento di far giustizia e dare vita alle grandiose visioni e ambizioni originarie del filmmaker, tarpate per l’uscita nei cinema.

In effetti, sarebbe difficile non affermare, con tutte le cautele del caso, che il più ampio campo d’azione offerto in genere da una director’s cut non abbia migliorato effettivamente l’opera in questione; con l’aumento concomitante del minutaggio a fare da elemento fondamentale.

E anche ora, il rilascio delle edizioni estese da parte di Netflix di Rebel Moon – Capitolo 1: Calice di Sangue e Capitolo 2: La maledizione del perdono (Chapter 1: Chalice of Blood e Chapter 2: Curse of Forgiveness), che insieme totalizzano ben 6 ore e 17 minuti, porta a un risultato non differente.

Nella loro forma iniziale ‘abbreviata’ (leggi 4 ore e 16 minuti complessive), Parte Uno: Figlia del Fuoco e Parte Due: La sfregiatrice seguivano la narrativa forzata di essere ‘I Sette Samurai nello spazio,’ che, pur essendo certamente di qualche ispirazione nella compagna pubblicitaria e probabilmente anche nella strutturazione dei tagli al montaggio, non ha certo fatto un favore in termini di confronti diretti — dopotutto, stiamo parlando di un capolavoro clinicamente cesellato di 3 ore e 30 minuti … — e ha sminuito il puro respiro del bagaglio di strizzate d’occhio e di riferimenti messe sul piatto da Zack Snyder: una caratteristica della coppia di film che si palesava abbastanza nettamente a chiunque avesse familiarità pregressa con il regista o con i tagli evidente dei due capitoli.

rebel moon director's cut film poster 2024Se le prime Parti di Rebel Moon, proprio come l’opera magna di Akira Kurosawa, trovavano il loro modus operandi in una guerriera emarginata (Sofia Boutella) che radunava altri combattenti (Djimon Hounsou, Doona Bae, Staz Nair ed Elise Duffy) per aiutarla a difendere un piccolo villaggio da una forza esterna molto superiore e aggressiva, i due nuovi Capitoli condividono questa linea narrativa centrale, ma chiariscono fin dai primi momenti di Calice di Sangue che non sono che un filone di una considerazione molto più vasta e articolata della violenza imperiale e della fase totalizzante in cui questo entra nella sua fase finale, quando inizia a cannibalizzare il biopotere non solo nelle sue colonie, ma in tutti i campi, compreso il suo stesso nucleo.

Per spiegarlo più direttamente, questi due film – classificati giustamente Rated R iniziano con uno scenario completamente nuovo che occupa circa 20 minuti degli 85 aggiuntivi del primo capitolo.

In esso, l’Imperium – il braccio militare del Mondo Madre, governato dal tiranno Balisarius (Fra Fee) che ha deposto il Re (Cary Elwes) con un colpo di stato – devasta un mondo che ha ospitato i leader di un movimento ribelle militante (Ray Fisher e Cleopatra Coleman), il tutto per ordine del suo spietato Ammiraglio (Ed Skrein), che si occupa di spremere brutalmente i cervelli dei leader e di vaporizzare la popolazione indifesa con i phaser, prima di ridurre in cenere il pianeta stesso (pensate alla Morte Nera, ma senza l’aiuto di un singolo colpo).

Questa aggiunta è utile per mettere in scena l’esatta posta in gioco e le torture psicologiche degli eroi che il film passerà poi a radunare, ponendo allo stesso tempo le basi per una mitologia più accuratamente esplorata dietro i precedenti monarchi benevoli (anzi, magici …) di questo mondo e la deviazione che il loro apparato governativo ha subìto per mano di questi usurpatori.

Con queste premesse, i restanti margini dei nuovi Capitoli di Rebel Moon, più ampi e privi di censura, vengono ulteriormente riempiti con un maggiore interesse per il sesso, le parolacce, combattimenti sempre più cruenti e una libera esplorazione della volontà di Zack Snyder di indulgere in sottotrame con robot e bestie simili a orchi al fine di cucire insieme un vasto arazzo da graphic novel di proporzioni assurde.

rebel moon director's cut film 2024E allora entra per forza di cose in gioco una riflessione importante: questa mastodontica operazione stesa del progetto Rebel Moon – notoriamente frutto della passione di Zack Snyder – funziona, o almeno contribuisce a migliorare le due Parti inizialmente distribuite che, nel complesso, sono state accolte in modo decisamente negativo dalla critica e con una sostanziale ambivalenza dal pubblico?

In una parola, si. Quel poco che era già riuscito bene in precedenza è ora migliorato, poiché si dedica più tempo a rafforzare e lasciare libera l’azione, per la quale il regista ha sempre avuto una grande padronanza; mentre il maggior respiro nel worldbuilding gli permette di esplorare con forza i suoi interessi archetipici più primordiali.

Ad esempio, le due director’s cut chiariscono che se Rebl Moon può benissimo strizzare l’occhio a I Sette Samurai di Kurosawa e a Guerre Stellari di George Lucas nel suo complesso, lo stesso si può dire con riferimento a opere come I Nibelunghi e a Metropolis di Fritz Lang, senza paura di smentite.

Non siamo in un universo cinematografico che ha tempo per le sottigliezze, e Zack Snyder ne fa infatti a meno per la maggior parte del tempo, il che significa che rimangono debolezze espositive in cui i guerrieri sono riuniti in fila o svelano le loro storie passate allo stesso modo; ma questo permette comunque al regista di mostrare ciò che vuole raccontare e di esplorare il gladiatorio o il fantastico tanto quanto lo spadaccino solitario o l’aristocratico.

rebel moon film director's cutDi conseguenza, se lo spettatore deve percepire che si tratta di un universo in cui l’Impero sta ‘mangiando’ tutto ciò che è vivo, non deve sorprendere che sia letteralmente così; Zack Snyder appartiene a una scuola di mitologia in cui il corpo è un concetto e il concetto deve essere incarnato: i motori della guerra vengono alimentati con i cadaveri e quei motori piangono, mentre la situazione di una comunità contadina che celebra il raccolto o la preparazione alla battaglia con il sesso libero ritualizzato diventa l’occasione per un personaggio di mettere in scena i propri sentimenti riguardo al posto che occupa in quella comunità rispetto al controllo che mantiene – o cede – nel rapporto sessuale.

Va da sé che non si tratta di un approccio adatto a tutti: Zack Snyder si colloca dichiaratamente nel solco della tradizione delle epopee mute, ma prende in prestito a piene mani da tutto ciò che vuole, che si tratti di Nostro pane quotidiano di King Vidor, I giorni del cielo di Malick, L’attacco dei cloni di Lucas o Salvate il soldato Ryan di Spielberg – niente è lasciato fuori dalla ricetta, se serve a dare vita a un’idea e al sentimento che la sostiene.

La reazione a questo approccio è di solito contrastante e poco in questi due nuovi capitoli in versione directors’ cut è in grado di spostare la situazione in un senso o nell’altro, anche per quanto riguarda l’azione iperviolenta e sofisticata che alcuni potrebbero trovare alla fine piuttosto insensibile.

Lo stesso operato di Zack Snyder come direttore della fotografia di Rebel Moon è stato oggetto di preoccupazioni, ma in questo caso le immagini sono gestite complessivamente con un senso di equilibrio e acutezza. In un certo senso, l’uso di quelle che sembrano B-sides di Junkie XL dalla colonna sonora di ZSJL e di nuove musiche altrimenti non degne di nota è forse l’area di debolezza più evidente; ma anche questo è compensato a volte da un uso piuttosto stimolante del suono diegetico e dal nuovo interesse del filmmaker per l’inclusione di canzoni come parte del suo sforzo di evocare il primordiale nella caratterizzazione individuale o comunitaria.

Tuttavia, per cercare di arrivare a una sintesi o a una conclusione, è forse meglio concentrarsi sui grandi contorni di questo ambiziosissimo progetto. In sostanza, si può dire che Rebel Moon sia una graphic novel su pellicola fatta e finita, così come ZSJL era stato il tentativo di fare un film usando le tavole di un fumetto.

rebel moon film director's cut zack snyderIn quanto esercizio di bombardamento estetico, sono pochi i registi contemporanei – viene alla mente l’indiano S. S. Rajamouli – che sono disposti a trovare qualsiasi mezzo possibile per esplorare tutto ciò che può essere creato all’interno di un’opera delle proporzioni di un blockbuster.

Per non parlare dei sentimenti antimperialisti di fondo di un dittico in cui la resistenza della guerriglia è considerata un bene assoluto, le macchine da guerra coloniali lacerano il tessuto spazio-temporale con le ossa dei conquistati, le lacrime dei bambini e l’idea stessa di un qualsivoglia tipo di faziosità è semplicemente anatema del buon senso.

Tutto questo può risultare banale, persino un po’ semplicisticamente manicheo, eppure Zack Snyder ha messo insieme una grande visione della lotta radicata nella comprensione dei modi in cui un potere sfrenato ormai in declino cannibalizza tutto ciò che vede. Questo senso di chiarezza morale si aggiunge ai punti di forza dell’eccentricità visionaria e della colossale immaginazione che Zack Snyder inserisce sempre nei suoi progetti su larga scala.

Tutti avranno necessità di sorbirsi oltre sei ore di Rebel Moon in director’s cut? Certamente no. Ma si può solo sperare che uno dei più interessanti registi contemporanei possa continuare a essere così inguaribilmente idiosincratico.

Di seguito trovate il trailer internazionale della director’s cut Rebel Moon, su Netflix dal 2 agosto: