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Titolo originale: Clara , uscita: 30-11-2018. Regista: Akash Sherman.

Recensione Sitges 51 | Clara di Akash Sherman

26/10/2018 recensione film di Sabrina Crivelli

Troian Bellisario e Patrick J. Adams sono protagonisti di una storia d'amore cosmologica dalla premessa intrigante, che decide poi malauguratamente di prendere la strada della stucchevolezza ai confini del ridicolo

Storia d’amore ‘quantica’ dalla componete lacrimevole fin troppo caricata, Clara, secondo lungometraggio diretto da Akash Sherman dopo The Rocket List, proietta l’umano sentire addirittura nello spazio profondo.

Il Dott. Isaac Bruno (Patrick J. Adams) è un ricercatore universitario dedito allo studio e all’insegnamento dell’astronomia. In apertura lo vediamo in una classe che disquisisce davanti a un gruppo di studenti una complessa equazione quando, alla battuta di uno di questi, inizia un lungo panegirico su come l’amore sia fallimentare e … lo dimostra matematicamente! E’ palese che qualcosa in lui non vada, che nasconda un recente e profondo dolore, legato alla ex moglie. L’unica distrazione a tanta sofferenza è il lavoro, in cui l’uomo si butta a capofitto, alla ricerca nel cielo di uno scopo alla sua vita terrena. Una nuova speranza, o meglio un nuovo motivo per andare avanti è costituito dall’imminente invio nello spazio di un nuovo satellite teso alla mappatura di nuovi corpi celesti. Patrick, persuaso di conoscere l’ubicazione di un pianeta ancora sconosciuto e della possibilità di trovarlo, decide quindi di chiudersi in casa e dedicarsi alla ricerca spasmodica. Setacciare l’intero universo è un lavoro improbo per una sola persona e così il giovane astronomo decide di cercare un’assistente. Non molti sono a candidarsi e sta già perdendo le speranze, quando una notte, all’improvviso, trova davanti alla sua porta una ragazza, Clara (Troian Bellisario), che si dichiara assolutamente impreparata, ma desiderosa di imparare. La ragazza è piena di vita, con idee singolari e un tantino new age, ma riesce dopo tanto tempo a risvegliare i sentimenti sopiti di lui e a dimostrargli che la logica non è l’unica chiave di lettura per interpretare il cosmo.

Le premesse potrebbero anche risultare promettenti, un’avventura galattica, uno studio appassionato, molte difficoltà per riuscire a coronare i propri sogni. Seguiamo così il testardo Patrick, che non si lascia scoraggiare dalle avversità, dai fallimenti; lo seguiamo mentre è certo di aver scovato un nuovo astro a cui dare il proprio nome, ne vediamo la delusione quando fallisce e la gioia quando invece crede essere vicino a concretizzare i suoi desideri. In questo, Clara è coinvolgente. Anche come storia d’amore presa a sé stante il film potrebbe risultare piacevole, almeno per gli amanti delle pene di cuore e delle storie sofferte. Un uomo freddo e burbero, che in realtà ha un cuore tenero, conquistato da una giovane espansiva e fascinosa dallo spirito libero. E’ la convenzionale donna salvifica in chiave moderna che salva l’amato dalla solitudine e dall’autodistruzione. Aspetto assai positivo, ottima è la chimica tra i due protagonisti, che sono resi in maniera un po’ melliflua, ma dignitosa da Patrick J. Adams (“Suits”) e Troian Bellisario, emancipatasi discretamente dai trascorsi nel teen drama “Pretty Little Liars”.

Poi però, subentrano le scempiaggini naïf, e quelle sono davvero un po’ troppo da digerire. Prima c’è una sorta di peculiare forma di sinestesia universalista di cui gode / è afflitta Clara, che la porta a sentire, o meglio vibrare, con il cosmo e le galassie di cui è composto. Se in superficie questo approccio romantico all’astronomia potrebbe anche avere le sue attrattive, sono gli sviluppi delle sorprendenti doti di lei a costituire la nota più dolente e a tratti involontariamente grottesca del film. Un’analisi scientifica si tramuta a un certo punto in bislacca caccia al puntino luminoso mancante con tanto di occhi bendati e non solo. In una graduale discesa nel paradossale – e nel demenziale – si alternano configurazioni celesti con pietruzze ritrovate agli angoli del globo terracqueo e, parte più assurda e smielata, messaggi dallo spazio profondo! Il tutto è poi condito da una tale dose di lutto – e dalle forme tanto varie – da risultare stucchevole perfino per l’animo più tenero.

Clara costituisce quindi purtroppo un’occasione sprecata dallo smaccato sentimentalismo e dagli sviluppi via via sempre più strampalati, fino a giungere a un finale che rasenta il ridicolo. Il tutto è addirittura peggiorato dall’estrema enfasi con cui gli eventi sono narrati, tono che rende l’insieme ancor più fastidioso. Probabilmente, i più accaniti fan della romance potrebbero anche apprezzare il film diretto da Akash Sherman, ma per tutti gli altri sarà difficile digerire i suoi 95 minuti, la metà dei quali ridondanti, stagnanti e ben oltre il livello adeguato di tollerabilità.

Di seguito trovate il trailer originale: