Home » Cinema » Sci-Fi & Fantasy » Riflessione | Gattaca – La porta dell’universo di Andrew Niccol: squarci di retro sci-fi incompresi

Voto: 7/10 Titolo originale: Gattaca , uscita: 07-09-1997. Budget: $36,000,000. Regista: Andrew Niccol.

Riflessione | Gattaca – La porta dell’universo di Andrew Niccol: squarci di retro sci-fi incompresi

03/02/2021 recensione film di William Maga

Nel 1997, il regista esordiva dietro alla mdp con un film di fantascienza insolito per Hollywood, in cui la Columbia per prima credette pochissimo

gattaca film 1997 ethan hawke

È tutto lì, nelle musiche di apertura suonate da un’orchestra di archi: Gattaca – La porta dell’universo non è semplicemente un altro mellifluo film hollywoodiano che getta uno sguardo sul futuro. Primo lungometraggio del neozelandese Andrew Niccol, quella che esordiva ne cinema nel 1997 è un’opera intelligente, elegante e intensamente commovente, probabilmente la più mirabile del regista fino ad oggi.

Incontriamo subito Vincent Freeman (Ethan Hawke), che sta eseguendo un meticoloso rituale quotidiano: radersi accuratamente ogni possibile pelo ‘anomalo’ dal corpo, esfoliare la pelle e bruciare il materiale che ne deriva – sembra quasi che l’uomo si stia comportando come fosse sulla scena di un crimine.

Vincent vive in un futuro in cui il profilo genetico ha suddiviso la società in Validi – quelli il cui DNA è stato manipolato alla perfezione dagli scienziati prima della nascita – e Non Validi, quelli concepiti naturalmente, con tutti i potenziali difetti genetici che la pratica comporta. Laddove i primi hanno la possibilità di scelta dei lavori migliori, gli altri vengono ora relegati a compiti umili, come le pulizie degli uffici.

Gattaca-Laportadelluniverso.jpgIn modo piuttosto unico, Vincent ha una finestra su entrambi i mondi; nato Non Valido, sembrava condannato a una vita miserabile sin dal primo giorno sulla Terra. Eppure, la sua passione per la scienza gli ha dato la determinazione per arrivare al successo, anche se ciò ha significato infrangere la legge per ottenere il lavoro dei suoi sogni alla Gattaca, un’agenzia spaziale gestita dal Direttore Josef (Gore Vidal).

Per riuscirci, Vincent assume l’identità genetica di un certo Jerome Morrow (Jude Law), un Valido rimasto paralizzato dopo un incidente d’auto. Ogni giorno, prima del lavoro, Vincent deve quindi strofinare via il proprio DNA ‘rivelatore’ dalla pelle e dai capelli sul suo corpo, per poi andare in ufficio con campioni di sangue, capelli e urina di Jerome.

Nonostante i frequenti controlli del DNA da parte sia di macchinari appositi che di medici come il dottor Lamar (Xander Berkeley), il ‘pirata’ evita ingegnosamente un esame accurato, si fa passare per il geneticamente perfetto Jerome – cui vagamente somiglia – e sembra pronto a realizzare il suo sogno di diventare parte di un imminente viaggio su una delle lune di Saturno. Almeno finché un raro caso di omicidio alla Gattaca attira l’attenzione del detective Hugo (Alan Arkin), un tipo molto sospettoso, e Vincent comincia ad essere costantemente sul punto di essere scoperto …

Ancora sconosciuto dalle parti di Hollywood, Andrew Niccol ricevette circa 36 milioni di dollari per realizzare il mondo del prossimo futuro che aveva in testa, e il suo utilizzo di quella fetta di denaro relativamente esiguo è ingegnoso quasi quanto il metodo di Vincent per nascondere la sua identità. Piuttosto che assumere grandi nomi della fotografia, compositori e montatori hollywoodiani, Andrew Niccol selezionò un eclettico manipolo di collaboratori dal mondo art-house. Il direttore della fotografia polacco Slawomir Idziak era meglio conosciuto all’epoca per il suo lavoro con Krzysztof Kieślowski in Breve film sull’uccidere e Tre Colori – Film blu. Il compositore britannico Michael Nyman aveva invece già lavorato molte volte con Peter Greenaway. La montatrice americana Lisa Zeno Churgin aveva infine montato Giovani, carini e disoccupati di Ben Stiller (con Ethan Hawke).

Tutto ciò significa che, sebbene Gattaca – La porta dell’universo possieda elementi comuni al thriller di fantascienza, ha il tono e il ritmo di un dignitoso dramma in costume. Le coraggiose scelte di casting di Andrew Niccol sottolineano la natura premurosa della sua scrittura e della produzione; Ethan Hawke all’epoca era ancora un ventenne, chiaramente un attore di talento ma non una star, mentre Jude Law non aveva mai girato un film negli Stati Uniti prima. Il nome più famoso da spendere nella pubblicità era quindi quello di Uma Thurman, interprete dell’enigmatica operaia della Gattaca Irene, mentre l’insolito e spiritoso casting di attori come Alan Arkin ed Ernest Borgnine e del romanziere Gore Vidal rivela come le loro facce abbiano contato molto più della loro capacità di far vendere biglietti.

gattaca film 1997Il cast è comunque, per la maggior parte, ispirato. Ethan Hawke vende senza sforzo quello che è essenzialmente un duplice ruolo – prima del trasandato Vincent con il difetto cardiaco e occhiali da vista, e poi del lucido, perfetto Jerome, ritenuto degno di sedere dietro a una delle scrivanie spaventosamente uniformi della Gattaca. In un mondo in cui tutti sembrano freddi e sobri come le architetture di Frank Lloyd Wright, Ethan Hawke è una maschera di compostezza, che lascia sfuggire solo occasionali scorci di umanità non premeditata.

Al contrario, il geneticamente incontaminato Jerome è un uomo che naviga nel malcontento, amareggiato e accanito bevitore, una straordinaria performance da parte di Jude Law. Inizialmente ostile nei confronti di Vincent, Jerome rivela gradualmente più di quanto vediamo man mano che il film procede – c’è una vulnerabilità celata al di sotto della sua sfrontatezza e rabbia che, raggiunta l’ultima bobina di Gattaca – La porta dell’universo, diventa quasi straziante.

Il modo in cui Andrew Niccol descrive le scene tra Vincent e Jerome, mentre colludono nel mantenere la falsa identità del primo, ricorda Inseparabili di David Cronenberg (la recensione). Se i due non sono gemelli identici, come i personaggi interpretati da Jeremy Irons nel film del 1988, c’è la sensazione che siano due anime separate che si uniscono per creare una persona sola. Come Jerome in seguito dice a Vincent: “Ci ho guadagnato di più io: non ti ho prestato che il mio corpo; tu mi hai prestato i tuoi sogni.”

Il senso di desiderio di Inseparabili e, come ha detto una volta David Cronenberg, di “vita non corrisposta“, aleggia pesantemente su Gattaca – La porta dell’universo. Lo possiamo percepire nell’incredibile colonna sonora senza tempo di Michael Nyman, che si alza e si abbassa di volume con dolorosa tristezza. E lo possiamo vedere in quelle performance. Vincent e Jerome si inseriscono nel pantheon degli outsider protagonisti delle distopie sci-fi: Winston Smith in 1984, Bernard Marx in Il Mondo Nuovo. Sono il nostro punto di riferimento: un mezzo per entrare in un mondo sconosciuto.

gattaca film 1997 hawke lawIn termini di scrittura e regia, Gattaca – La porta dell’universo è uno spettacolare debutto per Andrew Niccol. Tratteggia vagamente nella sua America del futuro piuttosto che ossessionarsi su ogni minimo dettaglio tecnologico, e fa del suo budget medio una qualità piuttosto che uno svantaggio. Il suo stile sobrio e retro-futuristico – tutte automobili anni ’60 ricombinate ed edifici in stile californiano anni ’50 – si aggiunge al film un’atmosfera di tranquillo controllo. L’ordinato design della produzione (per gentile concessione di Jan Roelfs, un altro collaboratore di Peter Greenaway) lascia spazio ai personaggi, alla scrittura e ai temi portanti cari al regista.

Realizzato in un momento in cui la ricerca genetica era spesso in prima pagina, Gattaca – La porta dell’universo esplora efficacemente cosa potrebbe accadere se la società aprisse le porte a una nuova forma di eugenetica. Il risultato è una società di ricchi e di poveri, in cui un semplice esame del sangue può condannare alla disperazione un essere umano. Come nei film successivi di Andrew Niccol, come In Time (che condivide con Gattaca – La porta dell’universo alcune somiglianze nell’aspetto visivo e nel tono) e il dramma Lord Of War, c’è un palpabile senso di ingiustizia nella sua scrittura. Gattaca – La porta dell’universo riconosce i vantaggi della manipolazione genetica – quale genitore non vorrebbe che il proprio figlio fosse sano? – ma anche, e in modo convincente, le sue implicazioni più oscure. Come cambierà il modo in cui ci trattiamo a vicenda, o addirittura consideriamo noi stessi?

I nostri geni potranno pure avere un ruolo importante nel nostro destino, ma non potrebbero avere un ruolo in questo anche la nostra forza di volontà e il carattere? La principale differenza tra Vincent e suo fratello minore e geneticamente perfetto, Anton (Loren Dean), scopriamo, è che le imperfezioni di Vincent gli hanno donato un’innata testardaggine e una determinazione ad avere successo a prescindere dal costo. Per citare una frase chiave rivelatrice, “Non ho mai risparmiato nulla per tornare indietro.”

C’è anche la sensazione che Andrew Niccol non si sia trattenuto quando ha realizzato Gattaca – La porta dell’universo. È realizzato con un’intelligenza e una passione che sono rare nei film di fantascienza relativamente tradizionali. Soddisfa come thriller, come opera di finzione speculativa, e soprattutto come dramma insolitamente umano sulla passione e l’ambizione – e su ciò che ci fa quando ci vengono portate via.

Sfortunatamente, Gattaca – La porta dell’universo ha faticato ad avere un impatto rilevante nei cinema al momento dell’uscita. Ethan Hawke in seguito ha suggerito che il capo della Columbia Pictures non si fosse interessato particolarmente al film e che la campagna di marketing fosse stata gestita in modo inefficace di conseguenza. Qualunque sia la ragione, Gattaca non riuscì a recuperare al botteghino molto più di un terzo dei suoi 36 milioni di dollari di investimento.

gattaca film 1997 umaEppure potremmo affermare che Gattaca – La porta dell’universo sia in qualche modo simile a Blade Runner, in quanto è un film di fantascienza trascurato all’epoca che è cresciuto con il tempo. Lo stesso Ethan Hawke lo pensa con sicurezza. In un’intervista del 2010 per il Time, l’attore ha infatti affermato che non solo è un film che continuerà a trovare un pubblico, ma è anche il tipo di film di fantascienza che da allora non abbiamo più visto a Hollywood:

Quando stavo girando il film, ho sentito molto profondamente che questo sarebbe stato un film che sarebbe durato nel tempo. In definitiva, penso che sia stato un film arty ad alto budget. Più si va avanti e meno c’è posto per quel tipo di opere, ed è una farsa. Mi pare che abbiamo perso lo spazio nei cinema per un intero genere di film. Non possono farne più.

Appena un anno dopo Gattaca – La porta dell’universo, Andrew Niccol divenne comunque un nome caldissimo a Hollywood, quando The Truman Show venne candidato a quattro premi Oscar, incluso quello per la sua sceneggiatura originale. Ci sarebbe da chiedersi cosa sarebbe successo se i due film fossero stati invertiti, con The Truman Show – che inizialmente avrebbe proprio dovuto segnare il debutto in regia per Niccol, prima che il regista più esperto Peter Weir prendesse il suo posto – nei cinema nel 1997 e Gattaca a ruota nel 1998. Il successo critico e commerciale del primo avrebbe forse dato alla Columbia la fiducia necessaria a promuovere meglio il secondo?

Non lo sapremo mai. Ma anche se Gattaca – La porta dell’universo non ha eguagliato i successi commerciali di spettacolari cugini come come Independence Day o Armageddon, rimane uno dei migliori titoli di fantascienza di quel decennio.

Di seguito trovate la scena di apertura di Gattaca – La porta dell’universo: