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Voto: 6/10 Titolo originale: Harry Potter and the Chamber of Secrets , uscita: 13-11-2002. Budget: $100,000,000. Regista: Chris Columbus.

Riflessione: Harry Potter e la camera dei segreti, un Basilisco, un Dobby, molti compromessi

23/01/2025 recensione film di Gioia Majuna

Un capitolo di transizione, che espande il mondo magico con scenografie spettacolari ma soffre di ritmo irregolare e toni incerti

Harry Potter e la camera dei segreti (2002) film dobby

Il secondo capitolo della saga cinematografica di Harry Potter, Harry Potter e la camera dei segreti, si proponeva nel 2002 di espandere il mondo magico introdotto con La Pietra Filosofale e di affrontare temi più oscuri e maturi rispetto al suo predecessore.

Diretto nuovamente da Chris Columbus, mantiene molte delle caratteristiche del primo capitolo, ma cerca di ampliare l’universo narrativo con una trama più complessa e una maggiore attenzione ai dettagli visivi. Tuttavia, nonostante alcuni miglioramenti, il risultato complessivo è un’opera che alterna momenti di straordinaria magia a passaggi che sembrano appesantiti da un’eccessiva fedeltà al materiale di partenza.

La trama riprende poche settimane dopo il finale del primo capitolo, con Harry Potter nuovamente intrappolato a casa dei Dursley. Il suo ritorno a Hogwarts è ostacolato dall’arrivo di Dobby, un elfo domestico animato in CGI, che lo avverte del pericolo imminente e lo invita a non tornare nella scuola.

Dopo una serie di rocamboleschi eventi, tra cui un viaggio su una Ford Anglia volante insieme a Ron Weasley, Harry raggiunge però nuovamente Hogwarts. Qui, però, scopre che una minaccia oscura incombe: la Camera dei Segreti, luogo leggendario nascosto nel castello, è stata aperta, liberando un orrore che inizia a pietrificare studenti e a terrorizzare la scuola.

Harry Potter e la camera dei segreti (2002) film posterUno degli aspetti più interessanti di Harry Potter e la camera dei segreti è il modo in cui introduce temi centrali della saga, come il pregiudizio e l’idea di “sangue puro” nel mondo magico. Il concetto di discriminazione è incarnato nel conflitto tra maghi purosangue, mezzosangue e nati babbani. Hermione Granger, interpretata da Emma Watson, è vittima di insulti razzisti da parte di Draco Malfoy, che utilizza il termine dispregiativo “Sanguemarcio“.

Questo aspetto arricchisce la narrazione, offrendo uno sguardo più profondo sulle dinamiche sociali del mondo magico e gettando le basi per sviluppi futuri.

La componente visiva di Harry Potter e la camera dei segreti uno dei suoi punti di forza più evidenti. Stuart Craig, responsabile della scenografia, realizza ambienti iconici come la Tana dei Weasley, con il suo fascino caotico e accogliente, e la Camera dei Segreti stessa, un luogo inquietante e maestoso dominato dalla statua di Salazar Serpeverde.

Anche il Basilisco, creato con una combinazione di effetti pratici e digitali, rappresenta un miglioramento rispetto alla CGI del primo film, dimostrando il progresso tecnico della produzione. Tuttavia, nonostante questi successi visivi, l’uso del CGI non sempre è uniforme: il personaggio di Dobby, per esempio, non raggiunge la stessa naturalezza del Gollum di Andy Serkis in Il Signore degli Anelli: Le Due Torri, uscito nello stesso periodo.

Dal punto di vista della narrazione, Harry Potter e la camera dei segreti si sforza di rimanere fedele al romanzo di J.K. Rowling, ma questa fedeltà si traduce spesso in un ritmo irregolare. A 161 minuti, Si tratta del capitolo più lungo della saga, ma questa durata non sempre è giustificata. La trama principale, legata al mistero della Camera e al ritorno di Lord Voldemort attraverso il diario di Tom Riddle, è intrigante, ma viene interrotta da sottotrame meno rilevanti che rallentano il ritmo. Alcune sequenze, come il duello tra Harry e Malfoy nella Sala Grande, sono spettacolari, ma non sempre necessarie per lo sviluppo della storia.

Le interpretazioni degli attori adulti sono però uno dei pilastri del film. Kenneth Branagh brilla nel ruolo del vanitoso e inetto Gilderoy Allock, offrendo una performance divertente e memorabile che bilancia il tono spesso cupo della narrazione. Jason Isaacs, nei panni di Lucius Malfoy, introduce un antagonista raffinato e minaccioso, il cui impatto si farà sentire nei capitoli successivi. Richard Harris, alla sua ultima interpretazione come Albus Silente prima della sua scomparsa, dona al personaggio una saggezza e una gravitas che rimarranno indimenticabili.

D’altra parte, le interpretazioni dei giovani protagonisti sono meno convincenti rispetto al primo film. Daniel Radcliffe e Rupert Grint sembrano ancora incerti sul trovare il proprio equilibrio nei rispettivi ruoli, con quest’ultimo spesso relegato a momenti di comicità slapstick che rischiano di rendere il personaggio di Ron caricaturale. Emma Watson, invece, continua a impressionare nel ruolo di Hermione, consolidandosi come il cuore intellettuale e morale del trio.

Uno dei difetti principali di Harry Potter e la camera dei segreti è comunque la sua difficoltà a bilanciare i toni. Oscilla tra momenti di humor leggero e scene di tensione, ma questi cambiamenti di registro non sempre risultano fluidi. Alcune sequenze, come l’attacco del Basilisco, sono genuinamente inquietanti, mentre altre, come il finale con Silente che annulla gli esami scolastici, risultano eccessivamente sentimentali. Questo contrasto può disorientare lo spettatore, soprattutto considerando il target prevalentemente giovanile dell’opera.

Harry Potter e la camera dei segreti (2002) filmUn altro aspetto che suscita perplessità è la gestione di alcune questioni narrative. Ad esempio, la decisione di mantenere aperta la Casa Serpeverde nonostante la sua reputazione e il suo legame con maghi oscuri come Voldemort è appena accennata e non trova una spiegazione convincente. Questo lascia un senso di incompletezza che potrebbe essere stato affrontato con un approccio più approfondito alla sceneggiatura.

La colonna sonora di John Williams, sebbene ancora iconica, non introduce molte novità rispetto al primo capitolo, limitandosi a riprendere i temi principali già noti. Tuttavia, le sue composizioni continuano a conferire all’insieme un’aura magica e a sottolineare i momenti più intensi della narrazione.

Guardando al contesto più ampio della saga, Harry Potter e la camera dei segreti rappresenta un momento di transizione. È un film che pone le basi per sviluppi futuri, introducendo temi e personaggi che avranno un ruolo cruciale nei successivi episodi. Tuttavia, come opera a sé stante, fatica a raggiungere l’equilibrio tra spettacolo visivo, profondità tematica e coerenza narrativa.

Terry Gilliam, che inizialmente era stato considerato per dirigere il primo film, ha definito i lavori di Columbus “pedestri” e privi di immaginazione. Sebbene questa critica possa sembrare eccessiva, è innegabile che il regista abbia adottato un approccio convenzionale, privilegiando la fedeltà al testo originale rispetto a una visione cinematografica più audace. Questo è evidente soprattutto confrontando il lavoro di Columbus con quello di Alfonso Cuarón, che avrebbe diretto il successivo capitolo, Il Prigioniero di Azkaban, portando un significativo cambio di tono e stile alla saga cinematografica.

In conclusione, Harry Potter e la camera dei segreti è un film che riesce a intrattenere e a espandere il mondo magico creato da J.K. Rowling, ma lo fa senza mai osare veramente. Nonostante i suoi punti di forza, come la scenografia di Stuart Craig e le interpretazioni degli attori adulti, il film soffre di una durata eccessiva, di un ritmo irregolare e di una gestione incerta dei toni. È un’opera che lascia intravedere il potenziale della serie, ma che non riesce a sfruttarlo appieno, rimanendo una copia meno incisiva e più timida rispetto al romanzo da cui è tratto.

Di seguito trovate i primi 10 minuti di Harry Potter e la camera dei segreti:

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