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Voto: 7/10 Titolo originale: The Running Man , uscita: 13-11-1987. Budget: $27,000,000. Regista: Paul Michael Glaser.

Riflessione | L’Implacabile di Paul Michael Glaser: un film profetico e attualissimo

01/01/2020 recensione film di William Maga

Nel 1987 il regista portava sul grande schermo la trasposizione di un romanzo sci-fi di Stephen King, scaraventando Arnold Schwarzenegger in un popolarissimo gioco televisivo dagli esiti mortali

l'implacabile film 1987 arnold

“Nel 2017, l’economia mondiale è crollata. Il cibo, le risorse naturali e il petrolio scarseggiano. Uno stato di polizia, diviso in zone paramilitari, governa con pugno di ferro. La televisione è controllata dallo Stato e uno spettacolo sadico chiamato Running Man è diventato il programma più popolare nella storia … ”

Questo il cartello che – scorrendo alla maniera di Star Wars – apre L’Implacabile (The Running Man), film arrivato nei cinema nel 1987 che trasponeva all’acqua di rose l’omonimo romanzo sci-fi del 1982 (uscito in Italia come L’uomo in fuga) scritto da Richard Bachman (pseudonimo di Stephen King) e cucito addosso al granitico protagonista Arnold Schwarzenegger, in quel momento reduce dal suo ‘triennio d’oro’. A oltre 30 anni dal mondo del futuro che preventiva, non certo senza la consueta dose di pessimismo tipica dell’epoca, è in effetti curioso notare come molti degli spunti gettati in sceneggiatura si siano sviluppati in modo imprevedibilmente ancora più distopico, come il Banco alimentare, la Brexit, il Presidente americano che minaccia la guerra nucleare sui social media, e così via.

The Running Man - L'implacabile posterPresentato pochi mesi dopo l’uscita di Predator nell’estate del 1987, L’Implacabile viene spesso – non senza ragione – un titolo ‘minore’ della star austriaca. Il suo regista, Paul Michael Glaser (lo storico interprete del detective David Starsky nella serie Starsky & Hutch) non possiede evidentemente l’occhio o le capacità tecniche per l’action e la suspense di illustri colleghi come James Cameron o John McTiernan, mentre l’interesse verso la satira più feroce non è gestito con la stessa verve che Paul Verhoeven avrebbe adottato per Atto di Forza nel 1990.

Nonostante questo, L’Implacabile, adattato per il grande schermo dal genio dei thriller d’azione Steven E de Souza (Commando, Die Hard), conserva comunque un indubbio fascino. Specie perché, al di là delle ballerine discinte, delle tutine aderenti e del tipico arredamento anni ’80, troverete un film che presenta diversi parallelismi con la versione reale del 2017 abbiamo vissuto in prima persona.

Affrontiamo prima l’ovvio, dato che è proprio lì, nei titoli di testa. Una recessione globale ha lasciato l’America (e presumibilmente il mondo) nella morsa di una dittatura totalitaria, in cui i media sono strettamente controllati dallo Stato e i cittadini disobbedienti e scomodi vengono catturati e sottoposti a un silenzioso lavaggio del cervello. Arnold Schwarzenegger interpreta Ben Richards, un poliziotto e pilota di elicotteri che viene spedito ai lavori forzati in un campo di prigionia quando rifiuta di eseguire gli ordini di aprire il fuoco su una massa di civili disarmati e affamati.

Dopo un tentativo di fuga fallito, Richards viene selezionato come “concorrente” per il Running Man – la serie televisiva più vista in assoluto, in cui i criminali condannati vengono braccati da una manciata di assassini che indossano bizzarre corazze, mentre il pubblico da casa scommette su chi sarà il prossimo a morire e quello in studio si aggiudica bellissimi premi (come il gioco da tavolo dello show). I premi in palio del sadico gioco includono la libertà condizionale e persino la grazia (o almeno così viene loro detto); chi perde viene invece brutalmente ucciso in diretta per il ludibrio generale.

Lo spietato e arrogante presentatore dello show, Damon Killian (Richard Dawson), nervoso per la notizia che gli ascolti del programma hanno ormai raggiunto il picco massimo, sceglie Richards come suo ultimo concorrente: “Potrei ottenere dieci punti di share soltanto coi suoi bicipiti”, spiega ai sottoposti. Nel giro di poche ore, Richards diventa così effettivamente il fenomeno televisivo del mese, anche se non per i motivi previsti dal conduttore di Running Man. Gli infallibili stalker / inseguitori superstar dello spettacolo – Dynamo, Subzero / professor Sottozero (curiosamente, pur non avendo nulla a che fare con l’omonimo personaggio del videogioco Mortal Kombat, agisce in un ambiente gelato ed è introdotto da un gong …), Buzzsaw – cadono morti uno dopo l’altro, mentre un gruppo armato di combattenti per la libertà (guidati da Mick Fleetwood) riesce a prendere il controllo dell’intera emittente. Grazie a Richards, la rivoluzione sarà davvero trasmessa in mondo visione.

L'impalcabile 2Oltre al format di Running Man, L’Implacabile mette in mostra una serie di gadget che salteranno immediatamente agli occhi del pubblico del 21° secolo. Quando la cantautrice Amber (Maria Conchita Alonso) entra nel suo appartamento, vediamo che tutto, dalle lampade agli elettrodomestici, viene attivato dalla sua voce. È il tipo di tecnologia ormai entrata nelle nostre case con Amazon Echo, Siri o Google Now, grazie ai quali si possono ascoltare musica o cambiare la temperatura percepita nei nostri salotti. Quando Richards tenta di fuggire dalla California, prenota un paio di biglietti aerei per le Hawaii usando qualcosa chiamato Cadre Infonet, un chiaro precursore della rete che scorre sulla TV di Amber.

Vale la pena di notare anche come i televisori a schermo piatto di grandi dimensioni sono onnipresenti nel 21° secolo raccontato da L’Implacabile: il film di Paul Michael Glaser ha previsto anche correttamente che i televisori del futuro avrebbero usato il 16:9 anziché il 4:3; e alcuni hanno anche addirittura sottili cornici cromate sui bordi. Se non è anticipare i tempi questo.

Ciò che L’Implacabile non avrebbe potuto prevedere è che, negli anni ’10 del 2000, il dominio della televisione sarebbe stato da tempo superato da Internet e dai dispositivi ‘intelligenti’. Se il film fosse realizzato oggi, lo show di Damon Killian verrebbe probabilmente visto su telefoni cellulari e tablet. E come l’antica Roma insegna, uno stato totalitario probabilmente non si fermerebbe nemmeno davanti al ricorso a una programma TV per tenere calme e blandire le masse (un concetto ripreso anche dalla saga di Hunger Games); solo vedremmo probabilmente una App che consentirebbe agli spettatori di poter scegliere in tempo reale quali sanguinari inseguitori dovrebbero dare la caccia allo sfortunato concorrente della settimana, oppure un videogioco in cui i giocatori possono uccidere i criminali in fuga da soli.

Eppure, L’Implacabile ci mostra benissimo quanto facilmente i media possano essere manipolati da chi ne ha il controllo. Il film contiene anche esempi di ciò che ora comunemente chiamiamo “Fake News“. Quando Richards rifiuta gli ordini dall’alto di uccidere i manifestanti affamati, le riprese dell’evento vengono manipolate per far sembrare che sia lui il pazzo. Più tardi, quando Richards viene arrestato in un aeroporto, un telegiornale infila nel servizio alcune immagini – completamente slegate dal contesto – di alcuni membri delle forze dell’ordine rimasti uccisi durante l’azione, a sostegno della tesi che vorrebbe Richards un pericoloso criminale.

l'implacabile film 1987 Richard DawsonPiù tardi, vediamo invece persino di persona come i filmati esistenti possano essere manipolati digitalmente per creare l’illusione di un vero incidente mortale: il galoppino della rete, Tony (Kurt Fuller), ci viene mostrato al lavoro alla sua console, mentre crea una sequenza in cui Richards – che sta diventando un eroe – viene ucciso dallo stalker più famoso, Captain Freedom (Jesse Ventura). Avete detto video deepfake? Già. Senza tralasciare i problemi relativi ai possibili brogli elettorali pilotati da qualche hacker. Non è incredibilmente affascinante guardare indietro nel tempo e vedere questo tipo di idee emergere in un film d’azione di tre decenni fa?

L’Implacabile, come i suoi predecessori Rollerball (1975) e Il Prezzo del Pericolo (1983), sono riusciti anche ad anticipare l’ascesa della realtà televisiva. Lo spettacolo Running Man è una chiara derivazione ‘malata’ del wrestling e del calcio, proprio come lo sport violento nel classico di Norman Jewison, ma il film cattura appropriatamente come le reti televisive possano fare valanghe di soldi con programmi che fanno appello ai nostri impulsi più oscuri. Non abbiamo oggi Climbing For Dollars o The Hate Boat (due show rivali di Running Man), ma in Inghilterra è apparso Can’t Pay? We’ll Take It Away! (da una facile traduzione si deduce in cosa consiste il brivido per gli spettatori …). Va da sé che l’attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump abbia contribuito a migliorare il suo profilo presentando il reality show The Apprentice.

E nel bel mezzo di un grande e rumoroso film d’azione carica sulle spalle di Arnold Schwarzenegger, vale anche la pena ricordare che L’Implacabile non lesina sul rendere il pubblico complice della violenza mostrata. I creatori sono molto attenti a mostrarci infatti come i fan del programma provengano da tutti gli strati della società – yuppy in un bar, le classi inferiori per le strada, vecchie signore dall’aspetto rassicurante in cardigan e perle tra gli spettatori in studio. Quando Richards uccide il suo primo inseguitore, cala il silenzio tra questo pubblico diversificato, non a causa di tutto il sangue e la violenza sparsi, ma perché uno dei loro ‘eroi’ è morto.

l'implacabile film 1987 subzeroCerto, il pubblico pensa che Ben Richards sia un assassino di massa e non la vittima di un regime manipolativo; poi di nuovo, fate caso a quanto prontamente l’audience ‘divori’ le trasmissioni illegali lanciate da Mick Fleetwood e dai suoi rivoluzionari. Per quanto ne sappiamo, questi nuovi brandelli di filmati – che mostrano Richards come l’innocente e Killian come il cattivo – potrebbero essere solo ulteriori notizie false gestite da una nuova fonte.

Agli spettatori non interessa quindi davvero la verità, ma si nutrono quotidianamente di copioni rassicuranti e facilmente digeribili; quando Richards inizia a uccidere gli stalker “eroici”, la folla si fa nervosa e silenziosa. Quando viene mostrato che Richards è l’eroe e che Killian è il cattivo, tutti esultano e applaudono per il loro nuovo eroe imprevisto. Il regista non suggerisce minimamente che il regime dispotico al potere sia stato rovesciato – solo che il suo portavoce ufficiale è stato ‘rimosso’, almeno per un po’. Il leader del regime rimane al sicuro nel suo letto e il pubblico, sorridente alla vista del corpo di Killian che si infrange contro un’insegna della Coca-Cola, è più assetato di sangue che mai.

Questo, forse, è il vero messaggio duraturo di L’Implacabile, al di là dei gadget tecnologici, delle fake news e dell’ossessione della gente per i reality. Tutti quanti siamo da biasimare, in un modo o nell’altro, per il clima culturale e politico in cui viviamo ora. Il cattivo qui non sono il Grande Fratello, gli stalker o Damon Killian – sono gli spettatori.

Di  seguito il trailer internazionale di L’Implacabile:

Fonte: DofG