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Voto: 6/10 Titolo originale: Smile , uscita: 23-09-2022. Budget: $17,000,000. Regista: Parker Finn.

Smile: la recensione del film horror d’esordio di Parker Finn

28/09/2022 recensione film di William Maga

Il regista 'espande' un suo cortometraggio del 2020, scegliendo la capace Sosie Bacon come veicolo per affrontare in modo intelligente tematiche ormai abusate all'interno del genere

smile film 2022 bacon

Sarebbe comprensibile perdonare qualche spettatore (o la gran parte …) per essere ormai arcistufo della ‘fissazione’ del cinema horror contemporaneo di ricorrere ad una allegoria per provare a far superare un qualche tipo di trauma al protagonista di turno. Eppure, proprio la rielaborazione di questo aspetto divenuto biecamente consuetudinario è ciò che lascia una più vivida impressione di Smile, debutto alla regia di Parker Finn, il quale è stato tutto sommato in grado di conferire un’inaspettata vena di dolore emotivo e di disperazione al suo film senza per forza sacrificarne il senso di spettrale divertimento implicito.

La psicologa Rose Cotter (Sosie Bacon, figlia di Kevin) è abituata a trattare pazienti che soffrono di psicosi estreme, ma il sanguinoso suicidio davanti ai suoi occhi di una giovane dottoranda, Laura (Caitlin Stasey), che credeva di essere perseguitata da una entità che “indossa i volti delle persone come maschere”, la lascia profondamente scossa. Dopo essere stata messa prontamente in aspettativa dal suo capo, Rose comincia ad essere però assalita a sua volta da visioni imprevedibili e terrificanti, che minacciano i suoi rapporti già tesi con la sorella (Gillian Zinser) e il fidanzato (Jessie T. Usher). Disperata, si rivolge quindi al poliziotto, ed ex fiamma, Joel (Kyle Gallner), che decide di aiutarla a indagare sulla bizzarra ‘maledizione’ che la perseguita e sulla scia di cadaveri brutalmente mutilati che da tempo si sta lasciando alle spalle.

smile film poster horror 2022Basato sul cortometraggio Laura Hasn’t Slept dello stesso Parker Finn, vincitore di premi nel 2020, Smile si muove con professionalità tra le scenografie più spettacolari e ricche di effetti speciali e il lavoro sui suoi personaggi.

Sebbene strappi più di qualche pagina dal manuale del J-horror dei primi anni 2000, la sua cupa patina visiva ricorda più che altro quella dei remake americani di quell’ondata originale, come The Ring di Gore Verbinski, Pulse di Jim Sonzero e Chiamata senza risposta di Eric Valette, mentre il suo concept ispirato a una leggenda metropolitana restituisce sentori dell’It Follows di David Robert Mitchell. La questione dei grotteschi sorrisi rimanda invece al più recente Obbligo o Verità di Jeff Wadlow.

Insomma, questo per dire che tutto ciò che Smile propone è abbastanza familiare da poter essere considerato vecchio, se non che la sorprendente competenza della messa in scena elimina sostanzialmente le sensazioni di déjà vu. Il regista ricorre ad una fotografia poco nitida e posiziona gli attori al centro dello schermo per un effetto snervante, come ad esempio nella scena iniziale, in cui Rose assiste all’automutilazione di una sorridente Laura, il cui sangue riempie l’inquadratura mentre la colonna sonora di Cristobal Tapia de Veer freme di minacciosità, con un brusio discordante che lascia il posto a rintocchi digitalizzati che inducono al panico.

Smile non è nemmeno timido nell’affidarsi ai jumpscare acustici, ma Parker Finn orchestra questi momenti in modi che non solo faranno dubitare i seguaci incalliti dell’horror di ciò che i loro occhi stanno vedendo, ma li lasceranno anche dubitare della loro stessa ‘resistenza acquisita’ agli strumenti più elementari abitualmente usati per indurre balzi sulla sedia improvvisi.

Nel frattempo, la trentenne Sosie Bacon garantisce la necessaria zavorra emotiva contro l’assalto dei colpi di scena e degli spaventi più bizzarri, ed è attraverso il suo personaggio che i temi scelti da Parker Finn, ovvero il trauma ereditato e la demonizzazione delle lotte per la salute mentale, vengono messi a fuoco più chiaramente.

Se è quindi vero che il genere horror è ormai saturo di titoli che utilizzano strumenti allegorici per esplorare il modo in cui le persone cercano di esorcizzare i loro demoni personali, Smile dà al suo pubblico una catarsi in una forma piuttosto inaspettata (ma non  per questo meno ben accetta). Dopo tutto, siamo davanti allo sforzo di uno studio mainstream che parla di un essere sovrannaturale il cui ghigno da coccodrillo riflette le ferite emotive che nascondiamo dietro i nostri stessi sorrisi.

Di seguito trovate il final trailer internazionale di Smile, nei nostri cinema dal 29 settembre: