Voto: 4/10 Titolo originale: Speak No Evil , uscita: 11-09-2024. Budget: $15,000,000. Regista: James Watkins.
Speak No Evil (2024): la recensione del film americano di James Watkins
11/09/2024 recensione film Speak No Evil - Non parlare con gli sconosciuti di William Maga
Il 'solito' remake made in USA che edulcora e stravolge il messaggio dell'opera europea originale e spreca le solide interpretazioni di James McAvoy e Mackenzie Davis
Speak No Evil, disturbante film danese (la recensione) da cui è stato tratto ora l’omonimo remake americano diretto da James Watkins (Eden Lake), è entrato nella Top 10 di molti quando ha debuttato nel vicino 2022, in parte grazie a quanto fosse profondamente coinvolgente la sua atmosfera di puro orrore psicologico, così insolita negli horror/thriller hollywoodiani.
Parte di ciò che ha reso così sinistra la satira imbastita dal regista Christian Tafdrup, manierata ma letale, sulle ‘gentilezze sociali’ che estendiamo senza badarci troppo agli estranei, era l’assoluta mancanza di violenza fisica. Al suo posto c’era invece un’escalation di coercizione che spingeva l’asticella sempre più in su, fino a raggiungere improvvisamente il punto di non ritorno. Le vittime della storia erano vittime della loro stessa compiacenza quanto della cattiveria dei loro aguzzini. E il prezzo che pagavano era altissimo.
La versione di Watkins, per la maggior parte, manca completamente quei punti.
Mantiene sicuramente il setting iniziale di Tafdrup: la famiglia Dalton (Mackenzie Davis e Scoot McNairy), perlopiù ‘a modo’, fa amicizia con una coppia stravagante ma parimenti inebriante, Paddy e Ciara (James McAvoy e Aisling Franciosi), e con il loro figlio muto durante una vacanza in Italia.
Con l’amore condiviso per il buon vino e le battute fuori luogo, le coppie entrano comunque presto in confidenza. In seguito, i Dalton accettano l’invito dei loro nuovi amici ad andarli a trovare in patria, solo per scoprire che lo stile di vita insolito dei loro padroni di casa e la loro incapacità di conformarsi alle norme sociali sono molto più che singolari.
Bevono troppo. Il loro affetto reciproco sconfina nel PDA adolescenziale. La loro dimora è un disastro. La mancanza di pazienza di Paddy nei confronti del figlio rasenta l’abuso. La coppia supera i limiti più e più volte, rivelando tendenze antisociali che potrebbero essere più profonde della semplice maleducazione. A ogni potenziale eccesso ‘inaccettabile’, i Dalton si ritrovano però a dare alla coppia un’altra possibilità.
James Watkins, che ha anche personalmente scritto Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti, imita in larga parte le situazioni migliori dei primi due atti dell’originale di Tafdrup, aggiungendo però un po’ di colore inedito.
In questa versione, Ben Dalton (il sempre affidabile McNairy) e la moglie Louise (una Davis tosta come al solito) sono alle prese con i loro problemi coniugali, con la donna coinvolta in uno scandalo di sexting con un altro genitore della scuola della figlia. Il loro rapporto è difficile prima di essere messo a dura prova dall’arrivo di Paddy (un McAvoy in modalità ‘Gerard Butler incontra Russell Crowe’) e Ciara nelle loro vite.
Questo tocco contribuisce a sottolineare l’attrazione machista che il represso Ben prova per la filosofia vecchio stile di Paddy: in Paddy ritrova infatti il desiderio di riaccendere la propria mascolinità, il bisogno di reclamare il proprio potere nella relazione matrimoniale. Lo schietto maschilismo di Paddy non risulta allora repellente, ma è una boccata d’aria fresca.
Se il film del 2022 si ispirava alle opere di Michael Haneke e Lars von Trier, il rifacimento ‘made in Hollywood’ di James Watkins, tuttavia, è il solito prodotto standard della Blumhouse.
La decisione di stravolgere il destino della famiglia Dalton così come pensato due anni fa – e con esso l’intero mordente della satira sottostante – non sorprende data la brutalità psicologica del materiale di partenza, ed è oltremodo profondamente deludente.
Il pubblico americano, come ormai abbiamo imparato, non potrebbe certo reggere la tesi di quel brutto nichilista di Tafdrup, evidentemente raccapricciante agli occhi dei benpensanti. Nelle mani di Watkins, ci troviamo così di fronte a una conclusione che spinge fortissimo sul lato action / revenge, che scambia un trattato introspettivo su ciò che permettiamo agli altri di farci per un malinteso senso di aspettative sociali con un lieto fine caciarone per niente meritato.
Ed è un peccato, perché le interpretazioni del cast sono tutte decisamente valide.
James McAvoy, in particolare, ruba la scena. Il suo Paddy oscilla a lungo tra un abbraccio, un sorriso smisurato e un’espressione di rabbia appena celata. Si cala sapientemente nel disagio del suo personaggio, il cui comportamento sempre più erratico lascia il pubblico a chiedersi se sia solo strano o davvero sinistro, fino a quando non vengono rivelate le sue intenzioni (e non mancano i ‘doverosi’ spiegoni, casomai le situazioni non siano ampiamente decifrabili …).
Dal canto loro, Scoot McNairy e Mackenzie Davis sono ottimi contraltari, perplessi e messi in difficoltà dal comportamento di Paddy, ma così timorosi di rivelare il loro disgusto che continuano a ignorare i segnali d’allarme che indicano che qualcosa non va.
Ingoiano la loro repulsione, scegliendo di svignarsela nella notte dopo aver affrontato Paddy e avergli detto qualcosa del tipo: “Ci metti molto a disagio!”.
Dopo tutto, cosa c’è di più scomodo e duro che dire a qualcun altro che ti mette a disagio? Ed è questo il più grande peccato di Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti: invece di lasciare il pubblico con una sensazione di forte fastidio, gli fornisce una pratica conclusione asettica che lo farà dormire tranquillo e sereno.
Il che, ovviamente, è esattamente ciò che l’originale si rifiutava categoricamente di fare.
Di seguito trovate il trailer italiano di Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti, nei nostri cinema l’11 settembre:
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