Titolo originale: ????? , uscita: 14-11-2019. Regista: Sophon Sakdaphisit. Stagioni: 1.
The Stranded | Recensione della serie mistery thailandese di Netflix (che scimmiotta Lost)
24/11/2019 recensione serie tv ????? di William Maga
Lo show proveniente dal paese del Sud-est asiatico ha ben poco di 'originale': l'entusiasmo è apprezzabile, ma la resa è frustrante
Prima di addentrarci nel commento della stagione 1 di The Stranded, va fatta una doverosa premessa. Per quanto a molti probabilmente piacerebbe ricreare – a quasi 10 anni dalla sua conclusione – un fenomeno televisivo seriale come Lost, è quasi sicuro che ciò non avverrà mai. Netflix ci ha provato – malamente – con la recente The I-Land (la nostra recensione) e ora, non paga, raddoppia con questa serie ‘originale’ (mai definizione è stata più inappropriata …) thailandese che cerca di stuzzicare l’immaginazione dei fan nostalgici provando a farli appassionare alle disavventure di nuovi personaggi scaraventati su un’isola deserta dove accadono cose apparentemente inspiegabili e soprannaturali.
Come detto, fin del primo dei 7 episodi – The Ruins – tutto sembra rimandare alla nota serie di J. J. Abrams e Damon Lindelof, con un grande mistero da svelare e personaggi differenti al centro della scena mentre la prima stagione incede. Purtroppo, nel tentativo di distaccarsi da quello stesso fenomeno culturale cui palesemente si ispira, The Stranded finisce per allontanarsene nel peggiore dei modi, pescando a piene mani da altri prodotti Netflix recenti, come Dark, The Society, The Rain (la nostra recensione) e da una manciata di altri teen drama. Il risultato è una serie caotica e altalenante, che non sa bene cosa voglia essere fino alle ultime inquadrature del settimo episodio.
La storia generale ruota attorno a un gruppo di integerrimi studenti thailandesi il giorno della laurea, pronti a lasciare l’isola appartata su cui si trovano, dove è presente un unico istituto e ben poco altro nell’area circostante. Tuttavia, quando uno tsunami si abbatte sulle coste alla vigilia della loro partenza, ciò che ne segue è un racconto che salta avanti nel tempo di un mese, mentre i sopravvissuti fanno gruppo e si rendono conto che sono da soli e che non sta arrivando nessuno a soccorrerli.
Con un’anomala nebbia nella giungla, un arrivo misterioso che appare nel terzo episodio (The Code), esplosioni soniche e uno strano sistema di caverne che potrebbe celare la chiave di tutto, The Stranded getta un po’ di tutto nella mischia, incluso un lavello, per provare a far breccia negli abbonati curiosi. Ma se da una parte vanno lodati gli sforzi di mettere in piedi uno show di questo tipo in Thailandia, dall’altra a questo enorme entusiasmo produttivo fa da contraltare una mancanza di coerenza eccessiva, che in definitiva non fa che danneggiare l’integrità della serie.
Visivamente, The Stranded è assolutamente sorprendente. L’isola thailandese su cui si sono svolte le riprese è perfetta e la fotografia ne sfrutta adeguatamente i punti di forza. Il montaggio e l’uso dei flashback nel corso dei 7 episodi è invece uno egli altri aspetti mutuati sfacciatamente da Lost, come pure gli effetti sonori adottati.
I protagonisti sono investiti di archi narrativi sostanzialmente decenti, che si lasciano seguire fino al finale, anche se alcune delle decisioni illogiche, prese in particolare da Anan (Chutawut Phatrakampol) e Arisa (Chaleeda Gilbert), rischiano di rovinare tutto. Senza rivelare molto di ciò che accade, basti dire che i personaggi sono vittime di follie di scrittura che li portano a compiere azioni completamente irrazionali e insensate. In un episodio un certo personaggio è sano e perfettamente felice, nel successivo ‘impazzisce’ e si unisce alla folla inferocita. Questo tipo di comportamenti repentini, illogici e incoerenti lasciano quindi attoniti, e non è d’altronde d’aiuto il fatto che non agli spettatori non venga offerta alcuna risposta alle domande poste durante la serie.
Questa mancanza di una chiusura o di spiegazioni soddisfacenti è in sostanza ciò che, una volta guardata la prima stagione di The Stranded, farà quasi certamente rimpiangere a molti il tempo perso a guardarla, specie perché Netflix non sembra aver affatto imparato niente dalla lezione di Lost, o più recentemente di Il Trono di Spade (la nostra riflessione in merito), due popolarissimi show criticatissimi dai fan per il modo deludente in cui si sono conclusi.
Seppure coi dovuti distinguo, il rischio qui – non bastasse già l’essere molti spettatori restii a prodotti asiatici – è che un passaparola che evidenzi tali limiti porti a distruggere l’interesse per la probabile seconda stagione.
Concludendo, con un uso talvolta approssimativo della CGI, quasi nessuna costruzione della tensione, una fretta immotivata di gettarci nel grande mistero dell’isola e – soprattutto – una frustrante mancanza di risposte, The Stranded è un prodotto difficile da raccomandare, specie a chi, a fronte di un’offerta massiccia di contenuti, non abbia intere giornate per bighellonare dietro a ogni nuovo titolo con un trailer intrigante che venga messo a catalogo.
Di seguito il trailer internazionale (con sottotitoli italiani) di The Stranded, nel catalogo di Netflix dal 15 novembre:
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