Voto: 6/10 Titolo originale: Le Règne animal , uscita: 04-10-2023. Budget: $15,200,000. Regista: Thomas Cailley.
Ad Vitam (2025): la recensione del film action francese di Rodolphe Lauga (su Netflix)
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Guillaume Canet è la star d'azione che non ti aspetti in un prodotto altrimenti piuttosto derivativo

Guillaume Canet (Asterix & Obelix – Il regno di mezzo) si conferma una delle stelle emergenti del cinema d’azione con Ad Vitam, un film finito in esclusiva su Netflix che lo proietta nel pantheon degli attori che hanno lasciato un’impronta nel genere, accanto a grandi nomi come Tom Cruise, Keanu Reeves e Jackie Chan.
Diretto da Rodolphe Lauga (Wipe Out) e scritto da Canet stesso insieme a Lauga e David Corona, il film – che potrebbe ricordare di primo acchito Taken – racconta una storia di sacrificio, vendetta e adrenalina che trova la sua forza nelle spettacolari sequenze d’azione, nonostante le evidenti carenze narrative.
La trama segue Franck, ex membro del GIGN (il Gruppo di Intervento della Gendarmeria Nazionale francese), e sua moglie Leo (Stéphane Caillard), anche lei agente della stessa unità. I due si incontrano sul lavoro, si innamorano e iniziano una vita insieme, ma un’operazione andata male sconvolge per sempre il loro equilibrio.
Durante un intervento in un hotel di lusso, la squadra di Franck subisce gravi perdite: un collega muore, un altro subisce ferite devastanti, e Franck viene ritenuto responsabile, perdendo il lavoro. Costretto a reinventarsi, Franck si dedica alla ristrutturazione di edifici per mantenere Leo, che nel frattempo scopre di essere incinta. Tuttavia, il loro fragile equilibrio si spezza definitivamente quando un gruppo di uomini mascherati rapisce Leo e obbliga Franck a eseguire i loro ordini, minacciando la vita della moglie e del loro bambino non ancora nato.
La sceneggiatura di Ad Vitam è il suo tallone d’Achille. Nonostante la durata relativamente breve di poco più di 90 minuti, il film dedica infatti circa un’ora a un lungo flashback che esplora il passato di Franck e Leo. Invece di arricchire la trama con dettagli significativi, questa parte si affida a cliché già visti, come l’inevitabile addestramento fisico e i dialoghi sull’importanza della famiglia per chi lavora nelle forze dell’ordine.
L’elemento centrale della storia – un complotto internazionale che dovrebbe giustificare la sequenza di eventi – si rivela debole e poco convincente. Persino i momenti che cercano di affrontare temi più profondi, come il trattamento riservato agli agenti una volta che non sono più utili, risultano appena abbozzati e privi di incisività.
Eppure, l’azione riesce a salvare la baracca. Sin dalle prime sequenze, Canet dimostra di essere perfettamente a suo agio nel ruolo dell’eroe d’azione. Lo vediamo calarsi da un edificio con la corda, inseguire un criminale per le strade e affrontare un intenso combattimento corpo a corpo in uno spazio ristretto.
Una delle sequenze più sorprendenti coinvolge Stephane Caillard, impegnata in una lotta feroce nonostante il personaggio sia incinta e indossi un finto pancione. È un momento tanto improbabile quanto indimenticabile, che strappa allo spettatore un misto di incredulità e ammirazione.
Tuttavia, il ritmo di Ad Vitam soffre nella parte centrale, che rallenta notevolmente prima di arrivare a un finale esplosivo. La sequenza d’inseguimento conclusiva, però, è un vero spettacolo. Tra auto, moto e persino un parapendio motorizzato, Canet si spinge oltre i limiti fisici, offrendo scene che sembrano realizzate senza l’ausilio di effetti speciali evidenti.
Se sono stati usati cavi o tecniche di sostituzione facciale in CGI, sono praticamente invisibili, rendendo l’azione ancora più impressionante. È chiaro che Canet ha messo tutto se stesso in queste sequenze, stabilendo un nuovo standard per gli attori d’azione europei.
Dal punto di vista recitativo, il 51enne Guillaume Canet non delude nemmeno nei momenti drammatici. Riesce a infondere al suo personaggio un’umanità autentica, specialmente nei momenti più emotivi, come le scene in cui si confronta con il senso di colpa per le perdite subite dalla sua squadra.
Stephane Caillard, invece, brilla quando la sceneggiatura le concede spazio, mostrando una chimica credibile con Canet. Tuttavia, il suo personaggio avrebbe meritato una scrittura più sfumata. Nassim Lyes, nel ruolo di Ben, lascia il segno con una performance energica, anche se il suo tempo sullo schermo è troppo limitato. Johan Heldenbergh, che interpreta il villain principale, risulta infine poco memorabile, con un personaggio ridotto a un cattivo monodimensionale privo di reale profondità.
Insomma, nonostante i suoi limiti, Ad Vitam si distingue grazie alle sue spettacolari sequenze d’azione e al carisma di Guillaume Canet, che dimostra di poter competere con le più grandi star del cinema d’azione globale. Se amate il genere action, vale la pena guardarlo, anche solo per le incredibili acrobazie e l’inseguimento con il parapendio.
La mancanza di originalità nella trama può essere allora almeno parzialmente perdonata, considerata la qualità delle scene d’azione e l’impegno del cast. E per gli appassionati di cinema d’azione francese, questo film conferma la crescente capacità dell’industria transalpina di produrre titoli che meritano attenzione internazionale.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Ad Vitam, su Netflix dal 10 gennaio:
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