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Voto: 5/10 Titolo originale: Star Wars: The Force Awakens , uscita: 15-12-2015. Budget: $245,000,000. Regista: J.J. Abrams.

Dossier | Il risveglio della Forza: l’approccio pigro di J.J. Abrams a Star Wars

06/05/2020 recensione film di William Maga

Dopo 10 anni di pausa, la saga tornava nel 2015 sul grande schermo con nuovi personaggi e vecchi beniamini, per un risultato tutt'altro che innovativo, nella costante paura di poter scontentare qualcuno

Non sarebbe affatto esagerato etichettare Star Wars come una delle maggiori influenze culturali dell’ultimo mezzo secolo. L’uscita di Una Nuova Speranza nel 1977 ebbe un impatto sismico nel mare dell’industria cinematografica mondiale e le increspature si espansero in lungo e in largo. Per 36 anni, George Lucas fu l’unico timoniere della saga e, sebbene ci siano stati periodi di navigazione regolare, dovette anche guidare la nave attraverso acque agitate, soprattutto dopo l’uscita di La Minaccia Fantasma nel 1999 (la nostra riflessione su Episodio I).

Ma, nel bene o nel male, tutte le epoche devono finire e, con Il risveglio della Forza (The Force Awakens), nel 2015 siamo infine entrati nella fase post-Lucas di Star Wars. Come l’abito bianco di una sposa, questo settimo episodio, il primo sequel diretto da Il Ritorno dello Jedi del 1983, offre qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo e qualcosa di prestato – a dirla tutta, più di una cosa “presa in prestito”.

StarWars-IlrisvegliodellaForza.jpgLa frenesia che ha circondato questo film si è vista raramente nel cinema recente. Solamente nel periodo precedente al debutto di La Minaccia Fantasma i mass media di ogni tipo andarono in fibrillazione così. Non dimentichiamo che negli ultimi 20 anni sono arrivate sul grande schermo altre importanti saghe fantasy, come Harry Potter e Il Signore degli Anelli, ma nessuna ha saputo far presa sulla coscienza mondiale come Episodio VII.

Il credito va dato a George Lucas, per essere sempre riuscito a lasciare i fan con la voglia di vederne ancora. Diamo credito a tutti i prodotti accessori che hanno tenuto vivo il brand. E ringraziamo la Disney per aver messo al lavoro i loro migliori addetti al marketing e pubblicitari. La richiesta per questo film è sempre stata lì; l’hanno amplificato di un ordine di grandezza rendendola un evento. Non era davvero possibile, almeno nel dicembre 2015, vedere Il risveglio della Forza come “solo un altro film”. Ma, ai fini della nostra analisi odierna, possiamo provarci.

Se c’è un motivo per rimanere delusi da Il risveglio della Forza, è a causa della mancanza di originalità. Certo, nemmeno Una Nuova Speranza era un’opera particolarmente innovativa come storia, ma se non altro era fresca. Il risveglio della Forza offre un approccio alla “greatest hits” alla serie di Star Wars: prende tutti gli elementi “auspicabili” e li verifica. Non è esattamente un remake dell’originale del 1977, ma le influenze e gli omaggi sono così forti che a volte lo sembra.

Probabilmente, la domanda saliente che si sono fatti i produttori è se i fan di Star Wars volessero qualcosa di unico o piuttosto vedere semplici variazioni su un tema. Il grado in cui Il risveglio della Forza è derivativo è a volte sorprendente. Apparentemente, lo sceneggiatore e regista J.J. Abrams era così spaventato di “rovinare” Star Wars che ha scelto di optare pigramente per l’usato garantito, lanciando nuovi e vecchi personaggi nel pentolone e cucinare praticamente le stesse pietanze viste nella prima trilogia.

Ironia della sorte, le poche cose innovative che Jo.J. Abrams e il co-sceneggiatore Lawrence Kasdan tentano sono tra quelle che funzionano meglio, lasciando aperta la prospettiva allettante di ciò che Il risveglio della Forza avrebbe potuto essere se i due non si fossero abbondati a incorporare tanti stereotipi di Star Wars quanti i 135 minuti di durata potessero inglobare. Per la maggior parte, tuttavia, si tratta di una fusione di momenti, idee e spunti della trama di Una nuova speranza, Il ritorno dello Jedi e La vendetta dei Sith.

Star Wars - Il risveglio della ForzaIl film si apre oltre tre decenni dopo la morte dell’Imperatore. Sebbene l’Impero sia caduto e sia nata una nuova Repubblica, i resti del vecchio regime corrotto si sono raggruppati. Ora guidato dal misterioso leader supremo Snoke (un Andy Serkis in motion capture, con una curiosa somiglianza con Gollum), il Primo Ordine ha costruito la sua versione della Morte Nera – qualcosa chiamato “Star Killer”.

Non è ancora attiva, ma racchiude un potere enormemente distruttivo, ed è quasi pronto per essere usata. Il secondo in comando, l’aspirante Darth Vader Kylo Ren (Adam Driver), sta facendo del suo meglio per spargere nell’universo il suo lato oscuro della Forza, ma non è imponente come il suo ‘idolo’ (di cui possiede la maschera ormai sciolta).

Nel frattempo, al droide BB8 sono stati affidati i piani per la Morte Nera – cioè … la “mappa di Luke Skywalker (Mark Hamill)”, il leggendario Jedi che è ora scomparso – e il Primo Ordine lo vuole prima che possa essere consegnato al generale Leia Organa (Carrie Fisher) e alla Resistenza. Conosciamo quindi la giovane Rey (Daisy Ridley), un’orfana che vive su un pianeta deserto. Quando entra in possesso di BB8, la sua vita cambia radicalmente.

Si trova braccata dagli uomini di Kylo Ren e, dopo aver unito le forze con l’ex Stormtrooper disertore Finn (John Boyega), mostra le sue abilità di pilota rubando il rottame di una nave spaziale (il Millennium Falcon) e scappando verso le stelle. Poco dopo aver combattuto contro i caccia TIE, Rey e Finn vengono trasportati a bordo di un mercantile capitanato dai precedenti proprietari del Falcon: il contrabbandiere Han Solo (Harrison Ford) e il suo fedele secondo in comando, Chewbacca (Peter Mayhew). Quando Han e Chewie apprendono l’importanza della missione di BB8, non hanno altra scelta che ritornare alla Resistenza e affrontare il passato.

Star Wars Il risveglio della Forza bb8Non c’è dubbio che J.J. Abrams abbia voluto enfatizzare la connessione tra Una Nuova Speranza e Il risveglio della Forza (forse per evitare una delle critiche mosse a La Minaccia Fantasma – che appariva tematicamente molto diverso dalla trilogia classica).

Pesca a piene mani da molte delle tecniche care a George Lucas: le tipiche transizioni e una panoramica su un campo di stelle dopo la didascalia iniziale. La scenografia e gli interni (in particolare del Millennium Falcon e della Star Killer) e i costumi richiamano quelle degli episodi IV-VI. Nonostante ciò, tuttavia, Il risveglio della Forza difetta in due aree chiave.

Il senso di cameratismo che permeava Una Nuova Speranza, L’impero colpisce ancora e Il Ritorno dello Jedi è del tutto assente qui. Han Solo trascorre molto tempo con Chewie, Rey e Finn, ma non “legano” mai. E, per quanto vi sia una vera amicizia e dell’affetto tra Rey e Finn, è superficiale. In secondo luogo, Il risveglio della Forza manca di un grande cattivo. Kylo Ren è un Lord Fener sfigato, incline a sbalzi d’umore e dubbi (in realtà, è molto simile all’Anakin Skywalker di La Vendetta dei Sith).

Fa molte cose terribili, ma non riesce a imporsi come un personaggio iconico, nonostante il casco graffiato o la particolare spada laser. Si può supporre che la scelta di un cattivo tormentato sia stata una scelta volutamente più sfumata, ma all’interno di una space opera dai toni epici costruita attorno alla mitologia di una forza oscura contro una forza chiara, non funziona. Star Wars, dopo tutto, non ha mai poggiato sulle sfumature.

Con un budget di 245 milioni di dollari, le battaglie spaziali sono ben eseguite e, sebbene alcune funzionino principalmente come piacere per gli occhi (e ce ne sono molte), c’è una legittima tensione durante la scena quando il Millennium Falcon sta affrontando i TIE. Alla luce delle rivelazioni degli Episodi VIII e IX, meglio invece non soffermarsi sullo spreco di potenziale del leader supremo Snoke.

Il nuovo robottino del film, BB8, è abbastanza ‘carino’ (ovviamente progettato per vendere migliaia di giocattoli a lui ispirati), ma gli appassionati di vecchia data tenderanno comunque a preferirgli ancora R2D2 e C3PO, entrambi – casualmente – comunque presenti. In ogni caso, J,J, Abrams ha evitati colossali passi falsi come i Gungan, Jar-Jar Binks o gli Ewoks. E schivando queste insidie, mai apprezzata da moltissimi fan, Il risveglio della Forza riesce in qualche modo a elevarsi al di sopra di La Minaccia Fantasma e Il Ritorno dello Jedi.

Star Wars Il risveglio della Forza kylo renI nuovi personaggi sono simpatici e sviluppati in modo efficace. Rey è ovviamente la versione al femminile di Luke Skywalker (iniettata di una piccola dose della Katniss Everdeen di Hunger Games), con la sua semi-sconosciuta Daisy Ridley molto adatta al ruolo e visibilmente impegnata. Idem per John Boyega, che ci regala uno Stormtrooper con una coscienza.

È una specie di Principessa Leia dell’Episodio VII, sebbene sia un parallelo imperfetto. Il “nuovo Han” sarebbe invece Poe Dameron (Oscar Isaac), anche se in qui non ha ancora abbastanza minutaggio per far capire come in lui convivano in equilibrio eroismo, ironia e sfacciataggine. Addirittura, il generale Hux di Domnhall Gleeson, il Tarkin di Il risveglio della Forza, è per molti aspetti più inquietante di Kylo Ren (anche per lui sappiamo già l’evoluzione melbrooksiana che lo aspetta, purtroppo …).

E i nostri “vecchi amici”? A quanto pare, è impossibile contrastare l’ondata di nostalgia ad essi associata, e forse uno dei motivi per cui Il Risveglio della Forza è ancora oggi – nonostante tutto – considerati più positivamente degli episodi della trilogia prequel è proprio perché sono presenti. Harrison Ford interpreta Han esattamente come potremmo aspettarci. È lo stesso mascalzone dedito al rischio e scaltro che abbiamo visto l’ultima volta nel 1983, solo con più capelli grigi e un’ombra sul suo passato.

 

La Leia di Carrie Fisher è lo stesso leader senza fronzoli della trilogia originale, ma plasmata da decenni di guerra e almeno una tragedia personale. Per quanto riguarda Mark Hamill … beh, sapete quanto spazio occupa Luhe Skywalker nel settimo film. La sua “apparizione” è, come da copione, un momento di grande drammaticità. R2, 3PO e Chewbacca hanno tutti i loro momenti di gloria e c’è persino un cameo per l’ammiraglio Ackbar. I morti rimangono morti – nessun Obi-Wan, nessun Yoda (per ora …), nessun Anakin / Vader (tranne la maschera), nessun Jabba, nessun imperatore. C’è un limite a tutto.

Star Wars Il risveglio della Forza chewbe hanPer quanto riguarda la colonna sonora composta da John Williams – e chi se no? – non rientra tra le migliori mai scritte nella sua lunga e gloriosa carriera, coi nuovi nuovi temi non esattamente forti o memorabili. Ma anche lui sa bene come usare ciò che ha composto tre decenni fa. Alcuni dei momenti più risonanti dal punto di vista emotivo di Il risveglio della Forza rifulgono grazie alla musica. In particolare una scena, in cui suona un’interpretazione del “Tema della Forza” (a volte indicato come “Il tema di Luke”), unita alle azioni di un nuovo membro del cast, portano sull’orlo delle lacrime. Questo è il potere della nostalgia e John Williams sa come spremerlo per ottenerne il massimo. La musica fa la sua parte facendo sentire Il Risveglio della Forza come una “vera Star Wars”.

Qual è il verdetto finale quindi, rivedendolo oggi? È un buon inizio per una nuova trilogia, ma lontano dal capolavoro che molti speravano. È uno spettacolo visivo potente, che sfrutta al meglio i soldi a disposizione, iniettato dia sufficiente nostalgia da sopraffare anche il bambino più resiliente degli anni ’70 e ’80, ma si appoggia un po’ troppo sul riciclaggio di vecchi elementi e snodi della trama. Nel bene o nel male, Il Risveglio della Forza non fa nulla per danneggiare il marchio di Star Wars o scioccare gli appassionati, ponendo domande senza risposta per alimentare altri 18 mesi di speculazioni e soddisfare un ‘bisogno culturale’.

Di seguito una scena di Episodio VII col Millennium Falcon: