Titolo originale: Mary Poppins , uscita: 17-12-1964. Budget: $4,650,000. Regista: Robert Stevenson.
Dossier: Mary Poppins e il lato segreto – e oscuro – di un classico per ragazzi
05/01/2025 news di Redazione Il Cineocchio
A volte un po' di zucchero non basta a mandar giù quello che non va

Julie Andrews, ben lontana dall’essere “praticamente perfetta sotto ogni aspetto”, una volta ha apposto un adesivo sulla sua auto con la scritta: “Mary Poppins è una drogata”.
Era un tentativo ironico, ma fallimentare, di liberarsi dalla reputazione zuccherosa legata al ruolo che l’aveva resa celebre nel 1964. Tuttavia, se avesse rivelato la verità dietro le quinte del classico Disney, probabilmente avrebbe avuto più successo.
L’attrice stupì i bambini sul set con il suo linguaggio scurrile e le sue sigarette, mentre il co-protagonista Dick Van Dyke era un alcolista che combatteva pensieri suicidi nonostante cantasse allegramente “Cam-caminì, cam-caminì, spazzacamin”.
Nel frattempo, la scrittrice dei romanzi originali di Mary Poppins, P.L. Travers, era in guerra con il produttore Walt Disney, ossessionata dall’occulto, accusata di razzismo e di aver rovinato la vita del figlio adottivo.
Anche il giovane attore Matthew Garber, che aveva interpretato Michael Banks, morì tragicamente a soli 21 anni dopo aver contratto l’epatite in India.
Nonostante tutto, il film resta un classico amatissimo, e il non richiesto sequel, “Il ritorno di Mary Poppins”, con Emily Blunt nel ruolo della magica tata, è uscito il 21 dicembre del 2018.
Karen Dotrice, oggi 69enne, che interpretava Jane Banks, non si sorprende del successo duraturo del film. Ricorda che, nonostante i retroscena tumultuosi, l’intero cast era consapevole di partecipare a qualcosa di speciale. “Ci sentivamo come una grande famiglia e stavamo creando qualcosa di magico insieme”, ha dichiarato a Variety.
Tuttavia, la Dotrice non dimentica lo shock provato a otto anni vedendo Julie Andrews, in costume da tata edoardiana, fumare e usare un linguaggio colorito con la troupe. “Sul set si imprecava, e Julie fumava. Era un ambiente tipico degli anni ’60, posso garantirlo. All’inizio erano educati coi bambini, ma durò poco.”
Van Dyke, che all’epoca aveva 37 anni, ha ammesso di essere stato al tempo un alcolista e di presentarsi alle riprese coi postumi da sbornia. “Andavo al lavoro con terribili postumi, e se devi ballare è davvero dura …”
L’attore, ora 99enne, ha rivelato che l’alcol lo portava a periodi di depressione, arrivando a pensare addirittura al suicidio. Tuttavia, non attribuisce all’alcol il famigerato accento Cockney che gli è valso il titolo di “peggior accento nella storia del cinema”. Per quello, Van Dyke scherzosamente incolpa anche la collega Julie Andrews: “Ero circondato da britannici e nessuno, nemmeno Julie, mi disse mai di lavorarci su.”
Nel frattempo, P.L. Travers disapprovava apertamente il casting sia di della Andrews che di Van Dyke. “Odiava Julie e odiava me”, ha rivelato Van Dyke.
Come mostrato nel film del 2013 “Saving Mr. Banks”, la Travers detestava praticamente ogni aspetto dell’adattamento, che vinse comunque cinque Oscar. Per vent’anni, respinse ogni tentativo di Disney di acquistare i diritti dei suoi libri e, quando finalmente cedette, se ne pentì amaramente.
La Mary Poppins dei suoi romanzi, pubblicati per la prima volta nel 1934, era fredda, intimidatoria e severa. Invece, il film la presentava dolce, sorridente e persino danzante in mezzo a pinguini animati, cosa che la Travers considerava un insulto.
Dopo la première, la scrittrice disse a Disney: “Tutte le animazioni devono sparire!” Ma ormai era troppo tardi, e il produttore replicò: “Pamela, la nave è già salpata.”
Travers si vendicò vietando a Disney di fare un sequel e, secondo quanto riportato, specificò nel suo testamento che “nessun americano avrebbe mai più avuto il permesso di lavorare su un progetto di Mary Poppins.”
Morì nel 1996, ma la Disney, con l’approvazione dei suoi eredi, ha comunque realizzato il sequel.
Ironia della sorte, sia Disney che Travers erano legati al progetto da esperienze personali di infanzia difficile. La Dotrice ha dichiarato: “Il padre della Travers era cattivo con lei. Walt Disney aveva un rapporto orribile con il suo.”
Questo spinse Disney a trasformare il signor Banks da gentile a freddo e distante, una figura che rifletteva il proprio padre.
La Dotrice ricorda con affetto come Disney fosse gentile con lei e la sua famiglia, proprio per assicurarsi che un’altra bambina non avesse un’infanzia infelice come la sua.
La Travers, invece, considerava il personaggio di Banks un modo per riportare in vita il padre, un manager di banca che idolatrava, ma che morì di alcolismo quando lei aveva appena sette anni.
Nata come Helen Goff nel 1899, in Australia, Pamela Travers si trasferì in Inghilterra a 25 anni. Nonostante abbia creato la tata per eccellenza, la sua vita fu tutt’altro che convenzionale, con relazioni amorose sia con uomini che con donne.
Adottò un bambino, Camillus, da una famiglia irlandese, ma rifiutò di prendersi cura del fratello gemello, nonostante le suppliche dei genitori. Camillus scoprì la verità solo a 17 anni e sviluppò un’alcolismo cronico, morendo nel 2011.
Con il passare degli anni, i libri della Travers persero popolarità a causa di descrizioni razziste, mentre il film continuò invece a prosperare. Julie Andrews, ora 89enne, divenne una star e vinse l’Oscar per “Mary Poppins”. Van Dyke superò i suoi demoni ed è tuttora un volto amato della TV americana.
Karen Dotrice, che abbandonò la recitazione a 24 anni per diventare madre, ricorda con nostalgia il collega Matthew Garber: “Abbiamo passato una grande infanzia insieme. Avrei voluto che fosse qui per condividere questi ricordi.”
Di seguito trovate una celebre scena di Mary Poppins:
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