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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Southland Tales , uscita: 21-05-2006. Budget: $17,000,000. Regista: Richard Kelly.

Dossier | Southland Tales di Richard Kelly: quando la fanta-satira è ermetica

23/11/2020 recensione film di William Maga

Nel 2006, Sarah Michelle Gellar e Dwayne Johnson erano i sorprendenti protagonisti di un film stroncatissimo dalla critica, pantagruelico e ambizioso, anche troppo

dwayne johnson southland tales film

La storia del cinema è piena di registi che non sono più riusciti ad essere all’altezza delle promesse insite nel loro primo film. Nonostante una brillante carriera come regista, sceneggiatore e attore, l’opinione popolare impone ad esempio che Orson Welles non abbia mai realizzato un’altra opera così perfetta come il suo debutto, Quarto Potere, mentre Michael Cimino ha fatto seguito al maestoso Il Cacciatore con I cancelli del cielo, un lungometraggio il cui fallimento finanziario non solo ha fatto crollare uno studio di Hollywood (la United Artists, RIP), ma ha anche spinto un critico americano a scrivere “Si potrebbe sospettare che il signor Cimino abbia venduto la sua anima al Diavolo per ottenere il successo di Il Cacciatore, e il Diavolo si è appena presentato per per riscuoterla.”

Quando una lunghissima rough cut del secondo film di Richard Kelly, il satirico fanta-thriller Southland Tales – Così finisce il mondo, ha debuttato al Festival di Cannes nel 2005, sembrò che il regista all’epoca appena 30enne avesse messo insieme un’opera capace di essere odiata dalla critica quasi quanto I cancelli del cielo.

SouthlandTales-Cosìfinisceilmondo.jpgNella sua recensione del 2007, il critico Roger Ebert descrisse così la reazione della sala alla Croisette: “Ero stordito, confuso, sconcertato, annoiato, offeso e assordato dai fischi intorno a me“, aggiungendo in seguito che quella si era rivelata come “la più disastrosa proiezione stampa di Cannes dai tempi di […] The Brown Bunny“, riferendosi al film d’avanguardia di Vincent Gallo che aveva fatto furore nel 2003.

Il montaggio finale di Southland Tales, 20 minuti più corto rispetto a quello proiettato in anteprima a Cannes, apparve in seguito su appena 63 schermi negli Stati Uniti e, di conseguenza, non incassò più di 275.000 dollari al botteghino interno. Per un film che era costato circa 17 milioni di dollari, è stato ampiamente percepito come un triste fallimento per un regista che aveva mostrato così tanto potenziale con il cult Donnie Darko (il nostro approfondimento).

Rivisto oggi, non è difficile capire perché molti critici all’epoca siano rimasti così sconcertati da Southland Tales. Opera di fantascienza ambiziosa e tentacolare con dozzine di personaggi, un tono bizzarro e tentativi abbastanza confusi di intrecciare i molti fili della trama, appare come un agglomerato di idee saturo e troppo ampio, sebbene non privo di momenti brillanti.

Aridamente narrato da Justin Timberlake, che interpreta un soldato che veglia sulla costa di Santa Monica attraverso il mirino panoramico del suo potente fucile da cecchino, Southland Tales è ambientato in una Los Angeles del prossimo futuro che vacilla sull’orlo dell’anarchia. Scossi da un attacco terroristico nucleare in Texas, tutti gli Stati Uniti sono costantemente in allerta, con il governo che monitora incessantemente ogni aspetto della vita civile. Nel frattempo, una fazione ribelle cerca di incitare una rivoluzione violenta.

In un oceano di personaggi e di storie, il fulcro di Southland Tales si presenta nella forma improbabile di Dwayne Johnson. È una scelta sorprendentemente azzeccata per il ruolo di Boxer Santaros, una star d’azione di Hollywood che ha co-scritto una sceneggiatura che sembra predire la fine del mondo. La sua compagna di sceneggiatura è la pornostar trasformata in un conduttrice di dibattiti di attualità Krysta Now Now, interpretata magnificamente da Sarah Michelle Gellar.

Nel frattempo, un gruppo di neo-marxisti prende a calci il regime oppressivo della California, un poliziotto con amnesia (Seann William Scott) cerca suo fratello gemello che è legato nel retro del furgone dei gelati di Christopher Lambert, mentre uno scienziato chiamato Barone von Westphalen (Wallace Shawn) ha creato una nuova forma di energia – il karma fluido – che potrebbe essere sul punto di causare una catastrofe globale.

southland tales filmSe tutto questo suona impenetrabilmente ermetico e denso di simbolismo impercettibile, è perché lo è. E a peggiorare le cose, la sceneggiatura di Richard Kelly prevede non solo personaggi che hanno due nomi / identità (il pugile Santaros si chiama anche Jericho Cane), ma scorre costantemente avanti e indietro tra le diverse tortuose sottotrame. Una narrazione copiosa e numerosi frammenti di notizie in stile RoboCop / Starship Troopers cercano di aiutare lo spettatore, ma si limitano – in pratica – ad aumentare il senso di claustrofobia crescente del film.

Richard Kelly opta per uno stile comico marcato e obliquo per Southland Tales, che dimostra una forte influenza dal Brazil di Terry Gilliam (un film che il regista considera – infatti – tra i suoi favoriti), ma che non sempre colpisce nel segno. Ci sono chiacchiere ovvie, un po’ infantili, sulla percepita ossessione americana verso le macchine ‘elefantine’ e alcune performance sopra le righe ma sconcertanti. In tal senso, la prova di Wallace Shawn come scienziato premio Nobel è orribilmente stridente, mentre Miranda Richardson non è esattamente adatta per il ruolo di Nana Mae Frost, il capo dell’onnipervasiva organizzazione di sorveglianza, la US-Ident.

Queste strane interpretazioni, insieme a una sceneggiatura che strizza l’occhio in qualche sporadico momenti alla grandezza di Donnie Darko (l’occhio ‘accecato’ su tutti) suggeriscono comunque un’immaginazione che ruota selvaggiamente, eccitata, fuori controllo, anche troppo.

Detto questo, rimangono barlumi della promessa di grandezza che Richard Kelly aveva mostrato nel suo inizialmente sottostimato film d’esordio. Le bizzarre atmosfere di Southland Tales, che ricordano quelle de Il dottor Stranamore di Stanley Kubrick e del David Lynch di Mulholland Drive, raramente sono meno che ipnotiche, e quasi ogni interpretazione mal resa sullo schermo è controbilanciata da una grande prova di un membro di questo cast follemente eclettico scelto da Richard Kelly. Justin Timberlake, per dirne uno, è superbo nelle scene in cui appare fisicamente, mostrando barlumi dello stesso carisma che in seguito avrebbe garantito a The Social Network.

Come accennato in precedenza, anche Dwayne Johnson è una rivelazione nei panni di personaggio evidentemente ispirato ad Arnold Schwarzenegger (giusto per rendere palese il collegamento, Jericho Cane è il nome del personaggio dell’ex Governatore della California in Giorni contati – End Of Days del 1999). Giocando scherzosamente con la sua immagine da duro, questa è abbastanza facilmente la performance più interessante espressa fino ad allora (e forse lo è ancora oggi …) dal fu The Rock, che ritrae Santaros / Cane come un uomo codardo, massiccio ma gentile, che va ‘in tilt’ alla vista della violenza del mondo reale.

southland tales film sarah michelle gellarCi sono alcuni momenti isolati in Southland Tales che, proprio mentre lo spettatore è sul punto di incrociare le braccia in preda alla frustrazione, lo tirano di peso indietro dalla voragine. Sono quelli in cui la bizzarra forma di satira di Richard Kelly colpisce nel segno – su tutti, il clima paranoico e distopico, in cui despoti della destra si scontrano coi marxisti della sinistra altrettanto fanatici, appare assolutamente azzeccato per l’era Bush Jr. in cui è stato scritto il film. E la sua esplorazione della stranezza della vita a Los Angeles – le sue spiagge ‘muscolose’, il lusso e le auto sportive rumorose e ad alto consumo di benzina – è spesso disegnata in modo vivido.

Si potrebbe anche arrivare a sostenere che ogni membro del cast principale di Southland Tales sia un rappresentante del pubblico americano in generale. Il veterano sfregiato dalla guerra di Justin Timberlake è la controfigura dei soldati che combattono in Medio Oriente, mentre l’ex pornostar di Sarah Michelle Gellar diventata attivista e imprenditrice è l’analogo per una generazione di giovani frustrati da vincoli morali e sociali. Visto oggi, è difficile allora capire esattamente perché i critici abbiano sparato senza pietà sul secondo sforzo registico di Richard Kelly nel modo che han fatto. Non è un’opera perfetta, chiaro, ma non è nemmeno degna di superficiale derisione o di fischi a scena aperta.

Difficile che dopo la fine dei titoli di coda di Southland Tales non ci si ritrovi a ripensare a certi momenti, come l’inaspettata sincronizzazione labiale di Justin Timberlake col testo della canzone All These Things That I’ve Done dei Killers durante un trip indotto dalla droga, la perplessità mista a imbarazzo delle tamburellanti mani di Dwayne Johnson, oppure il brillante discorso conclusivo di Seann William Scott.

In definitiva, Southland Tales potrebbe essere un esempio di opera di un regista ambizioso che non è all’altezza dell’obiettivo che si era prefissato, ma resta ugualmente un affascinante pezzo di fantascienza fuori dagli schemi che resta nella mente.

Di seguito la straniante scena di Southland Tales – Così finisce il mondo in cui Justin Timberlake canta I Got Soul: