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Titolo originale: The Hateful Eight , uscita: 25-12-2015. Budget: $44,000,000. Regista: Quentin Tarantino.

Dossier: The Hateful Eight di Tarantino, l’osteria dove si incrociano Hawks e Carpenter

04/05/2020 recensione film di Gianluigi Perrone

Ovvero come il regista di Knowxville ha girato la propria versione di Un Dollaro d'Onore, passando attraverso La Cosa di John Carpenter

Hateful-Eight-quentin set

Non ce ne voglia Enzo G. Castellari se, nel citare il suo Bastardi Senza Gloria, ne dobbiamo sminuire il valore tributario agli occhi di Quentin Tarantino. La verità è che Quentin è un regista/cinefilo/critico/archeologo del cinema e meno ingenuo di quanto si creda. E’ lui che ha sdoganato una serie infinita di B-Movies, e sicuramente è un amante di tutto il cinema tout court, ma Tarantino è anche consapevole che la propria autorialità è stata sempre facilmente attaccabile, nel caso venisse messa nelle condizioni di prendersi troppo sul serio.

Così ha spesso, e soprattutto all’inizio, citato influenze che si erano mosse nel sottobosco del cinema considerato di serie B, e meno spesso ha ammesso le sue vere influenze.

Quentin-Tarantino set westernRobert Aldrich, Akira Kurosawa, Jean-Luc Godard sono nel DNA di Tarantino in maniera inequivocabile, ma vi immaginate le critiche che sarebbero volate se Quentin avesse detto “voglio fare la mia versione di The Dirty Dozen?”.

Per evitare le facili accuse di autoreferzialità, di presunzione, facile tra per la critica ignorantella, ovvero la stragrande maggioranza che non sa assolutamente niente di come funziona la testa di un film-maker, la soluzione è quella di sfruttare gli spoof, le derivazioni di valore, come appunto il film di un tecnico geniale come Enzo G. Castellari, che prima di Tarantino ha vissuto nei confronti di questi modelli (sicuramente Aldrich come Sam Peckimpah) un amore reverenziale e un desiderio di emulazione e di reinterpretazione.

D’altronde il cinema ha sempre funzionato così, attraverso i trend, e se un film ha successo, ne spuntano decine simili. Tarantino è uno che i trend li crea, ma nessuno è riuscito veramente a emularlo.

Forse a superarlo chi non ha visto a lui, ma chi ha il suo stesso DNA (vedi Paul Thomas Anderson). Sui molti livelli di costruzione di un film, in Tarantino ci sono ovviamente più tipi di modelli, nel dettaglio il cinema di intrattenimento, ma nella macrostruttura, si gioca più seriamente, in maniera più autoriale, e questo mix ha fatto la differenza, similmente come avviene con Nicolas Windin Refn che cita innumerevoli influenze ma nessuno si è mai accorto quanto il regista danese stia seguendo passo passo la carriera di Martin Scorsese.

Tornando a Tarantino, in quest’ottica proponiamo al lettore una lettura (o recensione alternativa se preferite) del recente The Hateful Eight che, al di là dell’aver ammaestrato i discepoli cinefili con il Glorioso 70mm del quale fino a ieri non fregava niente a nessuno (The Master ce lo siamo giocato? Il documentario Samsara chi lo ricorda? Chi scrive, ma sicuramente non tutti i nuovi fan del Glorioso formato cosi’ sulla bocca di tutti in questi giorni), al di là di questo, ha ben altre glorie da vantare.

Howard Hawks John Wayne Rio LoboCome ampiamente dichiarato, ma anche intuibile dalla presenza di Kurt Russell, di Ennio Morricone, del villain femmina (come ha fatto notare giustamente qualcuno) e dall’ambientazione, l’ispirazione di QT per The Hateful Eight è La Cosa di John Carpenter (la recensione).

Tarantino afferma che lo stesso Le Iene avesse molti elementi in comune con questa pellicola di fantascienza e oggi la cita come una forte influenza per il suo primo lavoro, anche se non lo aveva mai fatto prima d’ora. Non è dato sapere se mai ammetterà la derivazione strutturale da Rashomon del 1950, forse in punto di morte o di tortura.

Il film dell’81 condivide con The Hateful Eight una vena horror, nel caso carpenteriano molto più evidente, sebbene Tarantino abbia pigiato parecchio l’acceleratore sulla violenza, e l’intreccio particolarmente interessante del mistero “chi è il nemico?”.

La natura aliena della minaccia de La Cosa rendeva lo stato di paranoia opprimente e insopportabile. Tarantino adotta una situazione di base simile e la modella su un western atipico. Da questa scelta una osservazione filologia viene in mente. Se Carpenter è il modello di Tarantino, è altrettanto vero che il modello per La Cosa è La Cosa da un Altro Mondo di Howard Hawks, ma dato molto più importante è che Hawks è un modello fondamentale per tutta la filmografia di John Carpenter con un altro film: Un dollaro d’onore (Rio Bravo), ovvero un western con un’unica ambientazione principale. La proprietà transitiva gioca a favore nel collegare Hawks e Tarantino.

john carpenter la cosaNonostante le influenze tarantiniane relative al Western siano state identificate altrove, non si può non prendere in considerazione questa ipotesi. Lo stesso Quentin Tarantino ha ammesso ironicamente che se esce con una ragazza la porta a vedere Un Dollaro d’Onore per decidere se è la donna giusta o meno.

Una dichiarazione d’amore ideologica, a questo punto. Inoltre Tarantino sulla rivista Sight & Sound inserisce proprio Un Dollaro d’Onore al secondo posto dei suoi film preferiti, dopo Il Buono, Il Brutto e il Cattivo.

Un Dollaro d’Onore nacque come la risposta polemica di Howard Hawks e John Wayne con la realizzazione di un’opera umanista a dispetto di quello che secondo loro era un film di successo basato su una premessa inverosimile (un uomo di legge che assolda dei criminali): I Magnifici Sette, il film del quale The Hateful Eight storpia il nome.

Di Hawks, Quantin Tarantino ha anche lodato l’identità autoriale. Il regista americano ha fatto western quanto commedie, drammi e film di fantascienza, ma questi generi non mancano di nascondere che dietro la macchina da presa c’era un autore con una visione precisa e riconoscibile. Per un regista che raggiunge l’Olimpo di Hollywood l’ultima sfida è proprio questa. Poter essere riconosciuti semplicemente dallo stile. Vediamo i punti in comune tra questi tre grandi film che, per un motivo o per un altro, rimarranno nella storia del cinema

In Un Dollaro d’Onore, John Wayne, John T. Chance, arresta il fratello di Nathan Burnette (John Russell) e incappa nelle ire della sua intera banda. Con un manipolo di uomini dovrà difendere la sua prigione.

the-hateful-eightJohn Carpenter riprenderà la trama principalmente in Distretto 13 – Le brigate della morte (la recensione), ma nei suoi lavori successivi evolverà il concetto di assedio, tanto che si è più volte discusso su come l’intreccio de La Cosa rappresenti una condizione similmente forzata di immobilità, ma con una minaccia che attacca direttamente il corpo e l’identità, come in un altro film molto amato da John Carpenter, L’Invasione degli Ultracorpi di Don Siegel.

Le relazioni tra The Hateful Eight e La Cosa vengono relazionate a Le Iene, dallo stesso autore. L’ironia nei dialoghi e la struttura frammentaria associamo fortemente The Hateful Eight a questo concetto, ammettendo una relazione stretta con Le Iene.

Rispetto a quest’ultimo, The Hateful Eight manca decisamente di personaggi altrettanto potenti, di una struttura inattaccabile e di una vera forza concettuale.

Con tutta probabilità la scelta di rimanere forzati su un canovaccio classico è voluta, e Tarantino vi gioca facilmente con i trucchi tipici del suo cinema, ma rivelando inconsapevolmente una falla nel suo talento di scrittore rispetto ad esempio a un collega dalle caratteristiche simili come Paul Thomas Anderson: la mancanza di spessore umano dei personaggi.

la cosa carpenter setTarantino è famoso per l’estrema cura nell’epica dei propri personaggi, nel renderli indimenticabili per la loro straordinarietà, ma ne sacrifica l’aspetto umano come si evince nel confronto con i modelli.

In La Cosa, i rapporti tra i personaggi si inaspriscono progressivamente a causa del perenne sospetto che il prossimo sia in realtà la creatura mutaforma. La paranoia è tangibile e un elemento che fa la differenza.

SPOILER ALERT Nel film di Tarantino il sospetto è generato da qualcuno, complice della prigioniera, che avvelena il caffè, uccidendo il personaggio di Kurt Russell. Una situazione che dura ben poco rispetto alla effettiva lunghezza dell’intreccio. FINE SPOILER Difficilmente qualcuno penserà che The Hateful Eight sia una specie di Cluedo, come Omicidio sull’Orient Express che aveva avuto una sua versione western con Io non credo a Nessuno, con Charles Bronson, quanto più la storia di un gruppo di farabutti e bugiardi.

John Carpenter percorre la logica, così come Quentin Tarantino, ma alimenta la paura grazie all’espressione delle debolezze umane. Più sono esse comprensibili e condivisibili, più la situazione diviene ansiogena.

In Hawks la paura è ugualmente tangibile, tanto da diventare una bolla di tempo su una riflessione sulla morte. Disperati, Wayne e soci, non hanno via di scampo se non fronteggiare in qualche modo l’orda che li attacca.

Potrebbero risolverla facilmente, liberando il prigioniero, ma il senso di giustizia prevale sulla morte. I personaggi di Howard Hawks non sono perfetti, in particolare l’alcolismo e il cuore spezzato di Dean Martin, ma la lotta ingenera una trasformazione in meglio. Quindi devono essere il senso eroico, l’astuzia e lo spirito di squadra a difendere queste Termopili.

dollaro d'onore john wayneIn Tarantino, come in Carpenter, avviene l’opposto. La situazione è centripeta. I personaggi non sono nobili ma razzisti, sessisti, bugiardi e venali. Le circostanze vedranno dividerli sempre di più, fino al completo disfacimento.

Paradossalmente la medesima soluzione di Un Dollaro d’Onore, liberare la prigioniera, viene rifiutata dal personaggio di Walton Goggins, che rappresenta una visione ingenua del West e dei suoi miti. Il corrispettivo di Colorado Ryan/Ricky Nelson nel film di Hawks.

In La Cosa, MacReady, il personaggio di Kurt Russell, come pochi ricorderanno, ha problemi di alcolismo, così come Dude/Dean Martin, ideale protagonista morale di Rio Bravo. E veste un cappello da cowboy quando guida l’elicottero. SPOILER ALERT In The Hateful Eight non c’è ombra di redenzione, come in Un Dollaro d’Onore, ma come ne La Cosa due personaggi in conflitto riconoscono un’alleanza, rispetto e forse un’amicizia, nel finale del film, contro il nemico comune.

Un nero e un bianco, un po’ naive nel lungometraggio di John Carpenter, e una delle chiavi politiche per Tarantino. Childs Keith David e McReady, che si odiavano da sempre, diventano in qualche modo compagni nello stallo prima della morte certa, esattamente come Warren e Mannix del 2015, in cui comunque è onnipresente una diffidenza generale, storicamente giustificabile ma narrativamente ingiustificata. FINE SPOILER

Lo scopo degli eroi in La Cosa è salvare il mondo. Sia in The Hateful Eight che in Un Dollaro d’Onore è quello di salvare la città da una misteriosa orda di criminali. La particolarità della pellicola di John Carpenter viene dal fatto che la tensione è fatta montare dalla logica umana durante una situazione assurda e impossibile.

Il risultato dei tre film è naturalmente molto diverso, ma con una visione consecutiva dei tre è possibile riconoscere un filo conduttore. La stragrande maggioranza di questi sillogismi è stata inconscia per Tarantino, ma non sicuramente l’assunto generale che, letto in tale ottica, è evidente.

Di seguito il trailer ufficiale italiano di The Hateful Eight:

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