Voto: 6/10 Titolo originale: Juste la fin du monde , uscita: 26-08-2016. Budget: $10,000,000. Regista: Xavier Dolan.
È solo la fine del mondo: la recensione del film diretto da Xavier Dolan
06/12/2016 recensione film È solo la fine del mondo di Teresa Scarale
Gaspard Ulliel e Vincent Cassel: di cosa parliamo quando non riusciamo a parlare
Gruppo di famiglia in un interno. O quasi. Il sesto film del giovane Xavier Dolan (J’ai tué ma mère, Mommy), È solo la fine del mondo, già vincitore del Gran Premio della Giuria all’ultimo Festival di Cannes, è la trasposizione cinematografica dell’omonima pièce teatrale di Jean Luc Lagarce Juste la fin du monde.
In un giorno di primavera, il bellissimo e tormentato Louis (Gaspard Ullliel), scrittore di fama, torna nella sua casa di famiglia per la prima volta dopo dodici anni. Il motivo che lo spinge a farsi improvvisamente vivo è di quelli gravi, consumanti, esistenziali, che si possono dire solo di persona.
Ad attenderlo, la sua famiglia, che il tempo ha privato del padre: la sorella minore Suzanne (Léa Seydoux), mai vista crescere e ormai fanciulla in fiore desiderosa di conoscere il fratello famoso; l’isteria estenuante del fratello maggiore Antoine (Vincent Cassel), corda tesa che non trova requie; la tremebonda e balbettante cognata Catherine (Marion Cotillard), grazioso controcanto di strali per lei incomprensibili e fugace appiglio per l’anima esausta di Louis; e infine, la sovrana, pittoresca e pittata Madre (Nathalie Baye), creatura a metà fra una Cleopatra d’annata e una pantera tarantolata.
La scelta registica di Dolan è coraggiosa e brutale: E’ Solo la Fine del Mondo è un’architettura di soli primi piani, che non lasciano via di scampo. Urgenti, necessari, urlati nei loro silenzi, stanno in piedi grazie alla potenza perfetta dei cinque attori, che dominano tutti, in ogni istante, la macchina da presa.
La loro forza espressiva tiene incollato e agita lo spettatore, che con Louis vorrebbe togliersi quel groppo dalla gola e riuscire a parlare, con lui fugge in soffitta e con lui viaggia indietro nel tempo, quando i campi di fragole erano per sempre e la dolcezza della musica squarciava le nubi del cielo.
Se nell’altro ‘film teatrale’ per antonomasia, Carnage di Roman Polanski, tutto si consumava in una stanza, qui le nevrosi dei personaggi che si parlano addosso abitano varie stanze della vecchia casa di famiglia di Louis, appena interrotte dai rari cambi di scena e soprattutto dall’irruzione come aria fresca di un passato lontano, felice, giovane e pop.
Le dinamiche familiari si avvolgono e si svolgono in È solo la fine del mondo simili ad acque mosse sui silenzi di Louis, in un crescendo di emozioni che pare un torrente in piena senza vie di sbocco. L’uso del controcampo avvince e un poco asfissia, ma quando arriva la fine forse si vorrebbe tornare indietro, perché la giornata è passata troppo veloce, c’era ancora tanto da dire, da fare, da mangiare, ma Antoine continuava a smaniare, Catherine e Louis si erano persi nei loro stessi occhi e Suzanne … Beh, che vuoi che capisca Suzanne.
Di seguito il trailer ufficiale italiano di E’ Solo La Fine Del Mondo, nei nostri cinema dal 7 dicembre:
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