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Titolo originale: Starship Troopers , uscita: 07-11-1997. Budget: $105,000,000. Regista: Paul Verhoeven.

Paul Verhoeven spiega Starship Troopers, tra metafore e politica | Guida all’interpretazione

04/04/2019 news di Redazione Il Cineocchio

Nel 1997, il regista olandese difendeva e chiariva il suo adattamento, attaccato in massa dalla stampa che non aveva affatto capito le sue vere intenzioni e il messaggio di fondo

starship troopers film 1997

È un dato di fatto che siano pochi i registi nella storia che siano stati praticamente sempre attaccati dopo l’uscita di ogni loro nuovo film. In questa elite rientra di diritto l’olandese Paul Verhoeven, finito nell’occhio del ciclone più volte, da RoboCop del 1987 a Showgirls del 1995, passando ovviamente per lo ‘scandaloso’ Basic Instinct del 1992 (il nostro approfondimento) fino ad arrivare a Starship Troopers – Fanteria dello spazio del 1997, adattamento piuttosto libero dell’omonimo romanzo di fantascienza di Robert A. Heinlein (il nostro confronto).

Giudicata quasi all’unanimità un’opera ‘fascista’ dalla stampa, Paul Verhoeven, in un’intervista apparsa su L’Unità nel dicembre del 1997 si soffermava, punto per punto, a chiarire il ‘messaggio’ di Starship Troopers, dandone la chiave di lettura ‘corretta’ a gli spettatori:

Starship Troopers (1997) aracnidiTutto il film ha una precisa presa di posizione, ironica e sopra le righe, contro il militarismo. Lo stile è quello patriottico dei film bellici della seconda guerra mondiale e dei documentari di propaganda politica: la voce del commentatore è simile, così come le divise e certa tipologia fisica. Il futuro descritto nel mio film dovrebbe far ridere. O almeno far riflettere: dove non si mette più in dubbio nessun tipo di autorità, che sia quella del presidente o quella di Dio, si è molto vicini al fascismo.

Per quanto riguarda invece i giovani arruolati disposti a tutto pur di difendere il loro paese attaccato dagli invasori, il regista spiegava:

In realtà è il contrario: sono gli uomini che hanno aggredito il mondo degli aracnidi. Un gruppo di mormoni estremisti invade infatti il loro territorio per crearsi una colonia. È un po’ quello che succede spesso nella politica americana quando si fa credere di essere stati attaccati ma in realtà si è fatta la prima mossa. L’atteggiamento del “facciamoli fuori una volta per tutte”. Chi si ricorda più che i primi attacchi in Cambogia partirono dagli americani con un lancio di bombe?

Starship Troopers (1997)Sul fatto che – anche stilisticamente – Starship Troopers – Fanteria dello spazio ricordasse i film di propaganda dell’epoca nazista, Paul Verhoeven ribatteva:

L’aquila americana sulle divise può essere anche l’aquila nazista: il simbolo può essere interpretato come si vuole. I toni autoritario-fascisti sono la necessaria cornice per una società in cui non esiste più la criminalità, l’erba è verde, il cielo è turchino e non ci sono graffiti sui muri. Ma quanto bisogna pagare in cambio? Gli Stati Uniti sembrano pensare che un sistema legale punitivo e autoritario possa risolvere ogni problema. Naturalmente queste sono chiacchiere: io volevo solo fare un film divertente.

Sul rinnovato interesse di Hollywood di quel periodo per i film di guerra, un genere che era scomparso da anni, il filmmaker rispondeva:

Penso che Hollywood sia alla ricerca disperata di un nemico. Scomparsi il pericolo comunista e la minaccia russa, l’impero di Satana è difficile da rimpiazzare. Meglio allora ritornare agli orrori nazisti o, meglio ancora, agli insetti che distruggono il nostro mondo. Forse possiamo anche riprendere le crociate o Alessandro Magno: sono sempre dei bei nemici.

starship-troopers-1997-paul-filmA una spiegazione sul perché nel film non ci siano scene di sesso esplicito, Paul Verhoeven specificava:

È una società puritana che piacerebbe tanto a Bill Clinton: amore e sesso per me sono due cose distinte, ma il mondo di Starship Troopers – Fanteria dello Spazio è molto conservatore. E rispecchia l’andazzo degli ultimi quindici anni in un paese che proclama ad alta voce l’importanza della famiglia e l’indissolubilità del matrimonio.

In ogni caso, il regista ammetteva di non aver ‘giocato sul sicuro’ nemmeno stavolta, nonostante il soggetto potesse prestarsi a un’uscita ‘tranquilla’.

Credo di aver rischiato un po’ troppo aggiungendo alla storia tutti quegli elementi politici che possono offendere un sacco di gente. Ma in fondo si tratta pur sempre di un film di ragazzini che fanno la guerra contro degli insettoni cattivi.

Come sappiamo, il film con Casper Van Dien e Dina Meyer, costato 105 milioni di dollari, incassò 54 milioni negli Stati Uniti (e solo altri 66 milioni nel mondo), rivelandosi un flop abbastanza pesante. Ciononostante, Paul Verhoeven si sarebbe rifatto tre anni dopo con L’uomo senza ombra, ultimo film dal grosso budget affidatogli da uno studio hollywoodiano prima del ritorno a thriller europei più intimi come Black Book e il recente Elle.

Il trailer di Starship Troopers – Fanteria dello Spazio:

Fonte: L'Unità