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Riflessione | Negazionismo: verità, grandi complotti e cinema

17/08/2020 news di Dario Boldini

Da La verità negata a Interstellar, passando per Operation Avalanche e Contagion, cerchiamo di capire come questo fenomeno insidioso, che coinvolge differenti realtà, è stato proposto sul grande schermo

la terra è piatta 2018

Libertà di parola significa libertà di poter dire quello che vuoi. Ciò che non puoi fare è mentire e aspettarti di non essere tenuto a rispondere. (La verità negata, 2016)

Il dizionario lo definisce “una corrente pseudostorica e pseudoscientifica del revisionismo che consiste in un atteggiamento storico politico che nega contro ogni evidenza fatti storici accertati”. In una parola: negazionismo.

Una piaga socio-culturale nata negli ultimi decenni e diffusasi quasi come un virus all’interno della nostra società. Una piaga che travalica la cosiddetta libertà di opinione per assestarsi nel campo della falsificazione, della bugia; una falsificazione che, nel tempo, ha inizialmente contaminato la Storia per poi addentrarsi nel campo d’azione della Scienza. Un fenomeno insidioso, pericoloso, a cui anche il Cinema ha saputo prestare attenzione e dedicare approfondimenti.

Rachel Weisz la verità negata filmOlocausto e David Irving

La prima e più comune forma di negazionismo è quella che coinvolge alcune terribili pagine del ventesimo secolo. Negli anni successivi alla seconda Guerra Mondiale è infatti andato formandosi un movimento di negazionisti dell’Olocausto e dei crimini di guerra nazisti; un movimento sviluppatosi nel tempo e che ancora oggi conta numerosi proseliti.

Uno dei casi più eclatanti in questo senso è senza dubbio lo scontro tra lo scrittore filonazista David Irving e la storica Deborah Lipstadt, che lo accusò di essere un “falsificatore della Storia”. La verità negata (Denial), film del 2016 con Rachel Weisz diretto da Mick Jackson, racconta proprio del processo che oppose queste due figure e dei tentativi di Irving di negare le principali e più tremende funzioni dei campi di concentramento nazisti. Un processo combattuto e dall’esito incerto che, tuttavia, seppe far trionfare l’unica imprescindibile verità.

L’allunaggio: verità o complotto?

Con il passare degli anni il negazionismo ha espanso il proprio campo d’intervento e, con presunzione, ha tentato e tenta tutt’ora di attaccare la materia che da sempre fa della “dimostrazione” la sua essenza, il suo caposaldo: la Scienza.

Primo e principale target del movimento è sempre stato il celebre sbarco sulla luna, compiuto dagli astronauti della Missione Apollo nel 1969. La prima testimonianza dell’esistenza di un “complotto lunare” risale al 1976, anno in cui l’americano Bill Kaysing pubblica un libro intitolato We Never Went to the Moon. Kaysing accusò la NASA di aver girato filmati fittizi con l’aiuto del celebre regista Stanley Kubrick per poter vincere la competizione a distanza con l’URSS, in piena Guerra Fredda. Accuse che hanno ispirato il mondo della Settima Arte spingendo Guy Hamilton, nel 1971, ad elaborare una pellicola basata sulle assurde teorie complottiste. All’interno di 007 – Una cascata di diamanti del 1971, infatti, James Bond finisce per ritrovarsi nel bel mezzo di un set cinematografico in cui stanno girando i filmati del finto sbarco.

Simili intenzioni guidano il regista Peter Hyams e il suo Capricorn One, pellicola del 1978 che immagina una situazione analoga a quella presentata dai complottisti, anche se con direzione Marte.

operation-avalanche-filmAllo stesso modo anche Operation Avalanche (la recensione), film del 2015 di Matt Johnson, gioca sulle accuse negazioniste per dare loro effettiva concretezza cinematografica e poter finalmente “svelare” al mondo gli oscuri segreti americani e il finto allunaggio.

Christopher Nolan, acclamato cineasta dell’ultimo ventennio, si pone invece in maniera nettamente diversa nei confronti di tali teorie. Il suo Interstellar, uscito nelle sale nel 2014, conduce lo spettatore oltre i limiti della astrofisica moderna, ma si concede una piccola anche se pungente polemica rivolta alle teorie negazioniste. Nei primi minuti della pellicola infatti il protagonista Cooper partecipa a un colloquio con gli insegnanti della figlia e scopre che una delle professoresse parla dell’allunaggio come una finzione ormai da tempo riconosciuta come tale.

Lei non crede che siamo andati sulla Luna?
Credo sia stata una geniale propaganda e che i sovietici siano andati in bancarotta da soli investendo in razzi e in altre macchine inutili.

Comprovate assurdità che fotografano tuttavia una situazione reale, sviluppatasi a partire dall’allunaggio e poi dilagata in ogni direzione, a formare l’odierno preoccupante quadro.

La Terra Piatta

Oggi la percentuale di persone convinte dalle teorie complottiste è cresciuta vertiginosamente. Nel nostro Paese migliaia di persone sono ormai seguaci appassionati delle assurdità negazioniste e protagonisti di un salto nel Medioevo fin troppo evidente. Uno dei punti all’ordine del giorno è la presunta invenzione della “Terra sferica”. I sostenitori della teoria della Terra Piatta crescono con il passare dei decenni e l’ultimo e più famoso gruppo è la purtroppo celebre Flat Earth Society, andata in declino dopo il 1990, ma rifondata nel 2004. Una società convinta che i cosiddetti poteri forti abbiano ingannato per secoli l’intera umanità con l’obiettivo di ridurla in schiavitù. L’ennesima teoria a cui il mondo dello schermo ha guardato con interesse; recentissimo è ad esempio il docu-film La terra è piatta (Behind the Curve), girato da Daniel J. Clark nel 2018, volto a sottolineare proprio la crescita esponenziale di chi crede a una teoria tanto assurda. Una teoria che, in maniera ironica, trova spazio anche in Monty Python – Il senso della vita (The Meaning of Life), film del 1983 diretto da Terry Jones e Terry Gilliam. Ciò che più preoccupa, tuttavia, è il continuo emergere di nuovi fantasiosi elementi quali la presenza di un polo nord al centro del globo, mura di ghiaccio ai bordi del mondo ed altre assurdità perfette per un nuovo sci-fi film.

Interstellar (2014) filmIl negazionismo ai tempi del COVID-19

Oggi lo sguardo sul mondo negazionista si è trasformato. Se infatti si è sempre guardato con orrore a chi tenta di oscurare terribili pagine di Storia quali l’Olocausto o il tragico episodio delle Foibe, è altrettanto vero che ci si è sempre presi gioco di quanti invece tentano, annaspando, di capovolgere comprovate teorie scientifiche o smontare il lavoro compiuto negli ultimi secoli da parte dei più grandi scienziati della storia.

Negli ultimi mesi, tuttavia, le teorie complottiste e negazioniste hanno potuto trovare nuova ispirazione dalla situazione che ormai da inizio anno coinvolge il mondo intero: la pandemia di COVID-19.

Lo stato di emergenza, che ha portato con sé milioni di anime, non ha infatti impedito a numerosi negazionisti di gridare al complotto mondiale, prendendo di mira le decisioni dei governanti, l’imposizione necessaria delle mascherine e il divieto di uscire di casa. Tutti interventi tacciati come tentativo dei famosi “governanti del mondo” di limitare in modo consistente la libertà umana e ridurla a una nuova forma di schiavitù sfruttando un virus inesistente.

Di fronte a una presa di posizione di questo tipo è evidente come lo sguardo nei confronti dei complottisti si sia modificato, abbandonando i lidi del compatimento per approdare su quelli dell’allerta. Convinzioni assurde relative a un evento di tale portata non rappresentano solo uno schiaffo a chi ogni giorno tenta di combattere il virus negli ospedali, ma costituisce un pericolo reale per l’intera comunità chiamata allo sforzo e alla consapevolezza nel tentativo di marginare una situazione che ha già causato un numero di perdite fin troppo elevato.

Jennifer Ehle e Demetri Martin in Contagion (2011) filmInoltre, se la questione pandemia è già stata affrontata da pellicole come Contagion di Steven Soderbergh del 2011 (il dossier), mancano ancora all’appello film che trattino delle teorie complottiste sviluppatesi attorno ad un evento di tale portata; con il rischio reale che sia proprio l’attuale presunzione di pochi a rappresentare l’ideale sceneggiatura per un futuro sci-fi blockbuster.

Da anni ci si chiede quali siano le reali motivazioni che spingono migliaia di persone ad elaborare assurde teorie con l’intento di distruggere il lavoro di chi fa dello studio e della dimostrazione la propria ragione di vita.

Perché una tale mancanza di fiducia nella scienza, nella materia che da sempre ha lottato contro la censura del potere per fare emergere la verità? Perché questo continuo ripiegarsi su se stessi, questa perenne sensazione di essere marionette nelle mani di un nemico invisibile e più grande di noi?

Dare una risposta precisa a tali quesiti non è impresa facile. Forse, una qualche ispirazione può esserci suggerita da Christopher Nolan e dalle parole che il regista affida al protagonista di Interstellar, Joseph Cooper:

Un tempo per la meraviglia alzavamo al cielo lo sguardo sentendoci parte del firmamento, ora invece lo abbassiamo preoccupati di far parte del mare di fango.

Il trailer di Operation Avalanche: