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Voto: 7/10 Titolo originale: Fortress , uscita: 18-12-1992. Budget: $8,000,000. Regista: Stuart Gordon.

Recensione Story: 2013 – La Fortezza (1992) di Stuart Gordon

27/03/2020 recensione film di Francesco Chello

Christopher Lambert e Kurtwood Smith era i protagonisti di un piccolo cult della fantascienza distopica, uno dei titoli del regista mai menzionati abbastanza

È arrivata un paio di giorni fa la notizia della scomparsa di Stuart Gordon. Regista, sceneggiatore, produttore. Grande uomo di cinema, fondamentalmente. Quel cinema che tanto amiamo da queste parti e che senz’altro rende il personaggio familiare a chi, come voi, su questi lidi ci naviga di frequente. Già, perché Gordon ha legato a doppio filo il proprio nome e la propria carriera all’orrore, la fantascienza, il fantastico. Tramite la sua visione creativa, la rappresentazione della violenza, la passione per lo splatter.

Il rapporto con H. P. Lovecraft, che lo rende uno dei registi che ha trasposto meglio alcune delle opere del visionario autore americano– vedi l’incredibile doppietta iniziale composta da Re-Animator e From Beyond, ma anche il piccolo ma meritevole Dagon. Ancora horror, con Dolls o Castle Freak. Le storie (The Dentist e Progeny) per l’amico Brian Yuzna, con cui poi firma il soggetto di Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi (la recensione), grande successo commerciale targato addirittura Disney.

I drama thriller King of the Ants, Edmond, Stuck con cui chiude troppo presto una carriera che lo vedeva ingiustamente inattivo da oltre dieci anni. Le partecipazioni alle serie antologiche Masters of Horror e Fear Itself. Le incursioni nella fantascienza, da Robot jox (la recensione) – che anticipa incredibilmente il Pacific Rim di Guillermo del Toro di oltre vent’anni – a Space Truckers, passando per la distopia di Fortress.

2013 - La fortezza (1992) lambertEd è proprio di 2013 – La Fortezza (questo il titolo italiano) che vogliamo parlarvi oggi, non un film minore di Gordon (assolutamente), ma uno di quelli probabilmente non menzionati abbastanza quando si parla del regista. E per quanto mi riguarda, uno dei titoli che ho visto più volte nella sua filmografia.

Un’opera interessante e accattivante sia dal punto di vista visivo che concettuale ed ideologico. Unisce prison movie e distopico, non disdegnando momenti d’azione, riuscendo a piazzare quegli inserti di violenza exploitativa tanto cari al regista.

2013 – La Fortezza è ambientato in un futuro imprecisato (pare sia il 2017) nonostante una distribuzione italiana che piazza senza motivo un ‘2013’ nel titolo. Le risorse scarseggiano, la popolazione è rigorosamente controllata in funzione dell’equilibrio del pianeta, ogni individuo ha un codice a barre identificativo tatuato sul corpo, ogni coppia può avere un solo figlio, concepire un secondogenito è un reato punito dalla legge – chiaro riferimento alle politiche sociali cinesi.

Queste premesse portano ad un prologo teso quanto drammatico, in cui l’ex soldato John Brennick e sua moglie Karen tentano disperatamente di passare il confine tra Stati Uniti e Canada per salvaguardare la nascita di un figlio che solo sulla carta risulterebbe essere il secondo (il primo era nato morto), uno di quei momenti in cui sei portato a tifare affinché ce la facciano nonostante sai già che non sarà così.

Si arriva così alla Fortezza del titolo, una sorta di gulag sotterraneo, un carcere di massima sicurezza situato nel mezzo del deserto; un luogo che assume l’importanza di un personaggio, portato in scena attraverso un eccellente lavoro di concept e scenografie capace di coniugare accezione futuristica e degrado sociale e umano. Una imponente struttura verticale (di 33 piani), che insieme al controllo sui detenuti ed un contesto avveniristico viene ripresa in qualche modo (anche se alla lontana) dal recentissimo Il Buco di Galder Gaztelu-Urrutia (la recensione).

La Fortezza è proprietà della MenTel Corporation, che può disporre in qualsiasi modo della vita dei propri prigionieri, per i quali riceve dal governo una paga giornaliera di 27 dollari cadauno, oltre a poterne disporre per le proprie attività impiegandoli nei durissimi lavori. Le regole sono particolarmente severe, i prigionieri lavorano su turni coprendo le 24 ore, perdono l’orientamento del giorno e della notte e sono sottoposti ad un durissimo condizionamento psicologico (altra stoccata sociale di Stuart Gordon) che comprende il controllo dei pensieri e dei sogni oltre ad un inibitore chiamato ‘fibrillatore gastrico’ che viene impiantato nell’organismo dei malcapitati e può indurre al dolore o alla morte a seconda della punizione da scontare. Le zone della Fortezza sono circoscritte da linee gialle o rosse in base alla gravità della limitazione, mentre le prigioni hanno delle sbarre laser che bruciano i corpi dei detenuti.

2013 - La fortezza (1992) Loryn LocklinIl protagonista è un indovinato Christopher Lambert, perfetto per la parte di un uomo coraggioso in 2013 – La Fortezza, che mette la famiglia in cima alle sue priorità a costo della propria libertà e della propria vita. Il suo Brennick è un ex militare che porta con sé le scorie di un passato doloroso, dalla perdita di un plotone (solo raccontata) a quella di un primo figlio nato morto che vuole lasciarsi alle spalle con l’arrivo di un nuovo bambino.

Lambert è bravo a portare sullo schermo – in un film comunque di genere – un personaggio interessante, non il classico action hero tutto d’un pezzo, piuttosto un uomo sicuramente preparato, indubbiamente tosto (porta a casa un ragguardevole boycount di 13 vittime), che trova la forza nei propri ideali; il suo stile recitativo unito alle sue tipiche espressioni facciali di chi abbina animo ed un pizzico di follia, aderiscono al ruolo in maniera precisa.

Un attore che arriva al progetto con sufficiente star power – per le sue precedenti esperienze in produzioni di larga scala, funge anche da consulente e supervisore –  e che in quel periodo (almeno un decennio) ha saputo costruirsi un percorso di assoluta dignità, fatto di titoli cult come quello in questione o come Highlander – L’ultimo immortale, alternando film d’azione a basso budget a qualche film d’autore e/o collaborazione eccellente. Un ruolo, quello di Brennick, per il quale aveva mostrato fortissimo interesse nientemeno che Arnold Schwarzenneger, che era rimasto talmente colpito da Re-Animator (in cui aveva compariva Peter Kent, la sua controfigura) da desiderare di lavorare con Stuart Gordon, ritenendo 2013 – La Fortezza il titolo adatto; la cosa non andò in porto nel momento in cui Schwarzy si rese conto che si sarebbe trattato di una produzione dal budget contenuto di soli 8 milioni di dollari, per un progetto che secondo lui avrebbe dovuto avere risorse per almeno 60/70 milioni.

2013 - La fortezza (1992)Un prison movie che si rispetti non deve assolutamente sbagliare un ruolo: quello del direttore. Lo impone proprio la tradizione del filone, da Patrick McGoohan di Fuga di Alcatraz (la recensione) in giù. E Stuart Gordon non viene meno a questa tradizione, dopo aver valutato anche Richard E. Grant sceglie un cattivo d’eccezione, quel Kurtwood Smith che in carriera spesso ricoprirà ruoli negativi e che in materia poteva già vantare l’interpretazione di Clarence Boddicker di quel RoboCop di cui 2013 –  La Fortezza mostra alcune influenze.

Il suo Poe è una sorta di Direttore 2.0, un ‘rigenerato’, vale a dire un ibrido uomo/macchina, ottenuto dalla MenTel attraverso gli esperimenti sui bambini nati illegalmente e per questo sequestrati alle madri detenute. Smith è perfetto: algido, sadico, ma anche curioso, morboso (emblematico il modo in cui spia i sogni erotici dei prigionieri), attratto dall’umanità dei sentimenti che si riveleranno il suo punto debole; l’innamorarsi di Karen, la moglie di Brennick, darà inizio ad un domino di eventi che gli si ritorceranno contro.

L’aggiunta del supercomputer Zeta-10 (e la sua voce fuori campo) rende la situazione ulteriormente opprimente. In un piccolo ruolo (per il quale era stato precedentemente considerato Robert Z’Dar) anche Vernon Wells, un altro (cattivo) che arriva direttamente da un cult anni ’80, quel Commando in cui interpretava Bennet, la nemesi di John Matrix.

Un character come Brennick fa inevitabilmente venire fuori la sua capacità di fare presa sulle persone, in questo senso di rivela funzionale un variegato gruppo di prigionieri di cui diventare il leader. Un nugolo di riusciti personaggi concessi ad affidabili caratteristi che confermano le ottime scelte di casting per 2013 – La Fortezza. Si parte con Jeffrey Combs, un po’ il feticcio di Stuart Gordon, nei panni di D-Day, il classico strambo ma geniale. Passando per Clifton Collins Jr. che interpreta Nino Gomez, il giovane da proteggere, e Tom Towles nel ruolo di Stiggs, il cattivone che si redime, finendo con Lincoln Kilpatrick ed il suo Abraham, saggio ma remissivo, ritroverà la voglia di lottare grazie ai compagni di cella.

2013 - La fortezza (1992) Kurtwood SmithLa bravura di Stuart Gordon si rivela determinante per far funzionare questo mix di elementi. Il regista riesce a valorizzare un suggestivo comparto scenografico, portandoti a percepirne la sua difficile vivibilità, il clima di condizionamento soffocante.

Trova il tempo per sottolineare gli aspetti emotivi della situazione, il dramma dei personaggi. Dirige l’azione di 2013 – La Fortezza in maniera dinamica, dagli scontri fisici (menzione obbligatoria per la sanguinosa scazzottata sul ponte) all’evasione, per arrivare alla fuga conclusiva a bordo del camion avveniristico.

E non dimentica il suo primo amore, quei dettagli di violenza psicologica ma anche fisica con un repertorio che include corpi dilaniati dall’interno, gente che esplode, soldati cibernetici dal look inquietante. Non manca nemmeno di piazzare in scena una pala (utilizzata in questo caso come arma) che è un po’ uno suo simpatico trademark.

Il film viene completato nel 1992 ed esordisce nelle sale australiane (terra in cui erano avvenute le riprese) il 21 gennaio del 1993, per poi arrivare in quelle italiane il successivo 12 febbraio. Il DVD italiano targato CVC/MHE al momento è fuori catalogo ma non ancora irreperibile, presenta una scarsa qualità video (l’immagine è piuttosto scura) – ma volendo vedere il bicchiere mezzo pieno si potrebbe dire che almeno esiste, considerando che siamo ancora in attesa di From Beyond, restando in ambito Stuart Gordon.

Nel 2000 arriverà anche un sequel, La Fortezza: Segregati nello Spazio, ancora con Christopher Lambert ma senza Stuart Gordon a bordo.

2013 – La Fortezza è senza dubbio un piccolo cult che merita di essere riscoperto. Per il modo in cui aggiorna il prison movie in chiave futuristica, in una combinazione di elementi visivamente accattivante. Stuart Gordon fa buon uso di cast e location, si concentra sul lato exploitation senza dimenticare alcuni interessanti spaccati di critica sociale. Ed aggiunge un altro tassello al suo rispettabilissimo curriculum di genere.

Di seguito il trailer internazionale di 2013 – La fortezza: