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Voto: 5/10 Titolo originale: Tau , uscita: 29-06-2018. Regista: Federico D'Alessandro.

Tau: la recensione del film di Federico D’Alessandro con Maika Monroe

30/06/2018 recensione film di William Maga

Maika Monroe e Ed Skrein sono i protagonisti di un film che ricicla poveramente idee già viste e che sviluppa malamente l'unico spunto interessante

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Dopo i passi falsi di The Cloverfield Paradox, Annientamento, Anon, The TitanMute, Netflix insiste in questa prima metà di 2018 nel provare a imporsi come polo di fantascienza autorevole con Tau, opera prima dello storyboard artist Federico D’Alessandro (Ant-ManTerminator Genisys), riuscendo però a fallire ancora una volta piuttosto miseramente nell’intento, ma confermandosi comunque unica fonte a cui l’appassionato di sci-fi è costretto suo malgrado ad abbeverarsi a cadenza mensile vista l’assenza di alternative, specie al cinema.

Tau si concentra sulla sgamata ladruncola di strada Julia (Maika Monroe, It Follows), che viene rapita e tenuta prigioniera per un misterioso esperimento. Bloccata all’interno di una futuristica casa intelligente, l’unica cosa che ostacola la sua libertà è Tau (doppiata da Gary Oldman, L’Ora più Buia), un’Intelligenza Artificiale avanzata sviluppata dal suo rapitore Alex (Ed Skrein, Deadpool) che controlla ogni via d’accesso della struttura con l’aiuto di un cyborg.

Con Tau che possiede una comprensione limitata del mondo in cui esiste, Julia – che gode di una certa libertà d’azione nel perimetro abitativo – decide allora di usare le risorse della casa stessa per provare a superare i confini tra uomo e macchina, connettersi con Tau e conquistare così la propria libertà prima di fare la fine dei soggetti che l’hanno preceduta.

Se i primi 10′ del film – sfruttati anche dall’ingannevole trailer – lascerebbero sperare (?) in un’operazione alla Cube – Il Cubo, con la possibile tortuosa fuga dalla labirintica prigione di un gruppetto di sconosciuti alle prese con trappole di ogni sorta ordite dalla infida I.A. (c’era qualcuno che invece aveva sperato in un Saw del futuro?), la realtà dei fatti – senza scomodare il solito e seminale HAL-9000 di 2001: Odissea nello Spazio – è invece ben più vicina a una sorta di déjà-vu di Ex-Machina (e di un episodio della stagione 11 di X-Files).

Anche qui c’è un super-genio solitario e bizzarro che crea ‘la vita’ in un’abitazione sperduta. Anche qui ‘viene chiamata’ una persona esterna a testare la sua creatura. Anche qui qualcosa va molto storto e si rivolta contro al creatore. Ah. Sceneggiatura davvero inventiva quella di Noga Landau (la serie The Magicians). Quindi cosa c’è di nuovo in Tau?

Per farla breve, l’unico punto di forza – almeno per qualcuno lo sarà – è il feticismo riservato al personaggio di Maika Monroe. Per tutti i 100′ di durata, la bionda 25enne californiana vaga infatti per la casa non soltanto a piedi nudi, ma spesso indossando soltanto degli shorts che ne valorizzano le gambe. Oltre a ciò, anche le spalle sono sempre scoperte e nell’ultima parte fa capolino dalla camicetta anche un reggiseno in pizzo.

Difficile che si tratti di una coincidenza … che Federico D’Alessandro sia un fan di Quentin Tarantino? In ogni caso, è Julia il fulcro della narrazione, non solo per provare a far sì che il pubblico si preoccupi della sua disperata situazione e si appassioni in qualche modo alla sua possibile fuga, ma soprattutto perchè la sua relazione con Tau diventi realmente emozionante e imprevedibile come vorrebbe essere sul copione.

E se gli scambi tra la ragazza e l’I.A. riescono a tratti davvero a coinvolgere, specie grazie alle doti comprovate della Monroe e alle reazioni insolitamente e genuinamente fanciullesche di Tau (una sorta di mostro di Frankenstein più umano dello scienziato pazzo e accecato dalla vanagloria), è però proprio l’imprevedibilità a sparire presto dall’equazione, spegnendo già a metà visione la concretizzazione di qualche colpo di scena, eccezion fatta per un breve e insipido momento gore. Il budget evidentemente non eccessivo regala inoltre un’unica location, decorata geometricamente da Jasna Dragovic, qualche effetto speciale dignitosamente realizzato e una fotografia non particolarmente fantasiosa al neon rosso e / o blu ad opera di Larry Smith.

Il problema principale di Tau non risiede tuttavia solo nello script, ma nelle quasi totale mancanza di ritmo (ancora, tutte le scene d’azione presenti le trovate nei 2′ di trailer) e profondità. L’incarico forzoso di risolvere problemi e la raccolta di dati dal chip alla base del collo del soggetto studiato vengono completamente chiariti per gli scopi di Alex, oltre a una frase buttata lì sul fatto che le risposte di Julia nel completare gli esercizi siano la chiave per convertirle in algoritmi che lui potrà utilizzare per creare una Intelligenza Artificiale in grado di cambiare il mondo per sempre.

In teoria potrebbe pure funzionare come spunto – sebbene basico e ben poco scientifico -, se soltanto Alex venisse in qualche modo sviluppato invece che rimanere un personaggio sostanzialmente monodimensionale e senza una precisa backstory, che spazia senza motivo alcuno dalla calma serafica alla rabbia omicida in una manciata di secondi. Il suo grandioso piano a cui lavora da anni viene poi messo da parte e un po’ abbandonato a metà del film quando ci si sposta definitivamente su Julia che tenta di ‘umanizzare’ Tau leggendogli poesie, la storia degli uomini delle caverne e la vita dei grandi musicisti.

Non è ben chiaro se fosse questo il risultato da ottenere, ma non si prova mai – se non magari nel prologo – una sensazione di terrore o di paura per la situazione di Julia, né ci finisce per attaccarsi troppo al suo personaggio. Non il massimo. Senza contare che nel doppiaggio ci perdiamo pure la voce originale di Gary Oldman (che comunque non valorizza per nulla l’attore premio Oscar solo pochi mesi fa).

In definitiva, ci troviamo di fronte ancora una volta a un prodotto sci-fi irrisolto, che incuriosisce per la valida premessa ma poi vanifica tutto con uno svolgimento sciapo.

Di seguito il full trailer di Tau (sottotitolato in italiano), nel catalogo di Netflix Italia dal 29 giugno: