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Voto: 4.5/10 Titolo originale: Star Wars: The Rise of Skywalker , uscita: 18-12-2019. Budget: $250,000,000. Regista: J.J. Abrams.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker | Recensione del film di J.J. Abrams che chiude la terza trilogia

18/12/2019 recensione film di William Maga

Il regista prova a mettere una pezza al criticatissimo capitolo firmato dal predecessore Rian Johnson, finendo per adagiarsi nella nostalgia e nell'usato sicuro e facendo succedere tutto quello che deve succedere al momento e nei tempi giusti, senza badare alla logica

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A due anni dalla separazione non troppo consensuale per Gli Ultimi Jedi (la recensione), diretto dal collega Rian Johnson, J. J. Abrams ritorna nel franchise più popolare della storia per portare a conclusione la terza trilogia con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker (Star Wars: The Rise of Skywalker). Nonostante le lamentele – non certo senza fondamento – da parte di una minoranza molto chiassosa del fandom di Guerre Stellari sul web, secondo cui il precedente capitolo da lui diretto nel 2015, Il Risveglio della Forza, si avvicinasse eccessivamente alla struttura del capostipite Una Nuova Speranza del 1977, il suo nuovo coinvolgimento è stato motivo di celebrazione tra i molti appassionati, che non hanno affatto amato il lavoro ‘sovversivo’ (sinonimo per ‘completamente a casaccio’) svolto sull’Episodio VIII. E mentre J.J. Abrams ha dovuto suo malgrado trovare il modo per venire incontro alle esigenze di tutte le fazioni, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker finisce per pendere esageratamente verso il regno della convenzione, della sicurezza, del fan service e, peggio di tutto, della più totale ineluttabilità insindacabile (aka ‘sospensione dell’incredulità: ON’).

Star Wars L’Ascesa di Skywalker film posterIl film inizia coi – consueti – titoli di testa più carichi di parole dell’intera serie e non perde certo tempo a scaraventarci nel mezzo dell’azione, mentre Kylo Ren (Adam Driver) – il nuovo Leader Supremo del Primo Ordine – si fa largo attraverso un battaglione di soldati alla ricerca di un mistico manufatto che lo guiderà su un pianeta inesplorato una volta abitato dai Sith. È infatti su questo pianeta che una figura molto familiare offre al fu Ben Solo il potere di schiacciare la Resistenza una volta per tutte, purché adempia a un semplice compito: uccidere ‘la ragazza’ (leggetelo pensando alla Angelo Badalamenti di Mulholland Drive).

Quella ragazza, ovviamente, è Rey (Daisy Ridley), che si allena strenuamente alla maniera dei Jedi, ma sembra non riuscire a controllare completamente la Forza. “Siate con me”, supplica, levitando a tre metri dal suolo in una foresta mentre BB-8 pattuglia nelle vicinanze; tuttavia, la conoscenza e il potere dei suoi predecessori rimane frustrantemente fuori dalla sua portata. Quando la Resistenza viene a conoscenza della nuova e distruttiva flotta in mano al Primo Ordine, Rey affronta il generale – e maestra ‘casuale’ – Leia Organa (Carrie Fisher) e si lancia alla ricerca di Kylo Ren, che lei ritiene possa ancora essere riportato al Lato ‘Chiaro’ …

Come anticipato, le strizzate d’occhio ai fan di vecchia data abbondano in Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, con amati personaggi del passato come lo spaesatissimo Lando Calrissian (Billy Dee Williams) che vengono arruolati per un’ultima avventura a fianco delle nuove leve Poe Dameron (Oscar Isaac) e Finn (John Boyega), e gli irriducibili si meraviglieranno della ricchezza di riferimenti, omaggi e Easter Egg disseminati per i 142 minuti di durata. J. J. Abrams rende anche un doveroso e amorevole omaggio a Carrie Fisher, utilizzando le riprese non usate nei due film precedenti per garantire che Leia rimanga una figura chiave in questo finale della saga: la sua presenza è – non senza una certa sorpresa – organica e non appare mai come una mera forzatura, e vedere la Principessa sullo schermo per un’ultima volta evocherà sicuramente un’alluvione di emozioni tra gli adepti di Star Wars.

Non si può negare che J. J. Abrams abbia messo a frutto gli oltre 200 milioni di dollari di budget, realizzando un film almeno visivamente affascinante (anche se non particolarmente pionieristico come sarebbe lectio aspettarsi), con ambientazioni lussureggianti e con un’incredibile attenzione ai dettagli, e l’affetto del filmmaker 53enne per gli effetti pratici delle creature che costellano la galassia lontana lontana fa di nuovo piena mostra di se (il piccolo Babu Frick – che comunque sembra uscito da Men In Black … – è forse l’invenzione migliore in tal senso). E le sequenze d’azione, dalle scaramucce spaziali su larga scala ai molteplici scontri con le spade laser corpo a corpo, fino a una ‘impossibile’ carica di cavalleria sul ponte di un incrociatore imperiale, non lasciano indifferenti. Così come C-3PO ritorna ad essere l’unico elemento comico del contesto.

Star Wars L’Ascesa di Skywalker film Carrie FisherCome ricorderete, uno dei temi più importanti di Gli Ultimi Jedi era l’idea di andare oltre il proprio passato e non rimanere ulteriormente fedeli a ciò che ci è accaduto prima: sia Kylo Ren che Luke Skywalker (Mark Hamill) sposavano questa convinzione in diversi punti, e Rian Johnson intendeva chiaramente che fungesse da palese metafora per il franchise di Star Wars nel suo insieme. Il categorico – e inspiegabile … – rifiuto dei nuovi capitoli di seguire gli spunti ritrovabili nei romanzi, nei fumetti e nei videogiochi che raccontano l’ormai defunto universo espanso preferendo piuttosto incaponirsi intorno allo stesso gruppo di personaggi ed eventi stava già da tempo diventando stantio, ma piuttosto che abbracciare l’approccio – rigettato dalla fanbase – di Gli Ultimi Jedi, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker sembra purtroppo (ai fini della coerenza interna) farsi beffe della filosofia messa sul piatto dal suo predecessore.

Invece di continuare a forgiare un nuovo percorso, J. J. Abrams opta ancora una volta per appoggiarsi fortemente alla nostalgia, e sebbene questo film non segua esattamente le orme di Il Risveglio della Forza, rispecchiando il ritmo di uno degli episodio della trilogia originale, ci sono comunque un certo numero di somiglianze tra Star Wars: L’Ascesa di Skywalker e Il Ritorno dello Jedi. Dal giovane Jedi che sfrutta gli insegnamenti di un maestro defunto per affrontare imprese apparentemente impossibili per salvare la galassia, al potente apprendista Sith che cerca di attirare gli Jedi al Lato Oscuro con un’offerta di governare incontrastati fianco a fianco, fino al disperato scontro finale dove la vittoria è affidata ad un singolo atto eroico, la maggior parte di quanto avviene qui puzza di déjàvu.

Star Wars L’Ascesa di Skywalker film 2019 Billy Dee WilliamsCitando a memoria, abbiamo così un tipico meeting tra ufficiali del Primo Ordine che termina con un soffocamento tramite la Forza; un pianeta desertico sovrappopolato da abitanti alieni (debitore stavolta di Bollywood); i Cavalieri di Ren, una banda di apprendisti vagamente descritta che sfoggia armi da taglio varie ed eventuali che ricorda le Guardie Pretoriane di Snoke (già a loro volta ispirate alle Guardie Reali di Palpatine) o addirittura ai ‘Figli di Thanos’; e, dulcis in fundo, una classicissima irruzione in una base nemica in stile Morte Nera con conseguente resa dei conti / salvataggio di un prigioniero. Va sottolineato che, assai deludentemente, non viene data alcuna risposta su chi – o cosa – avrebbe dovuto essere Snoke … Ovviamente un’idea svanita quando quel ruolo è stato ritenuto superfluo.

Tuttavia, questo non vuol dire che le controverse idee di Rian Johnson siano state completamente scartate. Alcune, come il legame telepatico tra Rey e Kylo Ren, sono ulteriormente esplorate e ampliati in modi interessanti, e sia Daisy Ridley che Adam Driver quando sono insieme fanno scintille. Nel mentre però, per mettere una pezza e chiudere più sottotrame possibili, altri punti della trama vengono ripresi per i capelli goffamente, annullando di fatto molte delle ardite scelte di Gli Ultimi Jedi. Questo comporta un ritmo incredibilmente frenetico durante la prima metà di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, con la sceneggiatura scritta da J. J. Abrams e Chris Terrio che tenta da una parte di dare un senso e spiegare il canone precedentemente stabilito e dall’altra di fornire nuove informazioni, che arrivano allo spettatore così di frequente che non c’è il tempo di assimilare le decine di rivelazioni, che quindi perdono di efficacia visto che non c’è alcun pathos, per non parlare del modo assurdo in cui influenzano – o peggio, alterano – l’intera narrazione.

Star Wars L’Ascesa di Skywalker film 2019Tutto – assai comodamente – accade quando e come DEVE accadere, non bisogna farsi troppe domande; è così e basta. Così, ecco allora che un ‘Navigatore per Sithlandia’ è l’unico indizio per localizzare un pianeta sconosciuto; uno dei molti personaggi sbucati dal nulla dona a qualcuno un oggetto determinante per potersi infiltrare liberamente; qualcuno, casualmente, conosce un hacker di droidi quando un droide deve essere hackerato e via così.

Se l’istinto di correggere la rotta dopo il ‘disastro’ del 2017 va presa come una risposta naturale – ma non condivisibile – alle critiche, è in definitiva un detrimento che serve solo a rendere Star Wars: L’Ascesa di Skywalker meno congruente, meno originale e meno interessante. Il film non è certo privo di brividi, sorprese o colpi di scena (dalla presenza di Palpatine alle ‘vere’ origini di Rey), e potrebbe divertire qualcuno sul momento, ma ci sono così tante opportunità mancate e calcoli errati nella narrazione che tutto inizia a sgretolarsi sotto il minimo scrutinio ravvicinato. Se – forse – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker potrebbe, preso singolarmente, non essere il peggiore dei nove film della saga in assoluto, visto come capitolo finale non si può che amaramente constatare quanto avrebbe assolutamente potuto essere molto migliore di così.

Di seguito trovate – sulle note delle musiche di John Williams – il trailer finale in versione italiana e internazionale (per meglio apprezzare le voci originali) di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, nei nostri cinema dal 18 dicembre: