Scopriamo chi è il demone la cui presenza aleggia minacciosa nello show originale francese con Victoire Du Bois
Il 13 settembre scorso Netflix ha messo a catalogo Marianne, serie originale francese horror creata da Samuel Bodin (che l’ha personalmente diretta e ne scritto la sceneggiatura insieme a Quoc Dang Tran) che ha subito attirato la nostra attenzione (la recensione). I suoi 8 episodi, in cui momenti disturbanti, immagini cruente e scioccanti e humor nero si fondono in un perfetto equilibrio, sono incentrati su una moderna anti-eroina, la giovane scrittrice di successo Emma Larsimon, incarnata superbamente da Victoire Du Bois (Chiamami col tuo nome).
Come pian piano ci viene svelato lungo la prima stagione di Marianne (ci sono diversi flashback soprattutto nella seconda metà degli episodi), la scrittrice è davvero venuta a contatto con lo spirito della strega, che sin da quando era piccola la perseguita. Dopo aver cercato di combatterla con l’aiuto degli amici da Aurore (Tiphaine Daviot), da Seby (Ralph Amoussou) e da Tonio (Mehdi Meskar), decide di partire nella speranza di salvare i suoi cari e che di portare con sé, lontano, la maledizione. Tuttavia, a distanza di ben 15 anni, dopo un tragico evento, si trova di nuovo a Elden, accompagnata dalla fida – e assai paziente – assistente Camille (Lucie Boujenah).
E anche lo spettatore, man mano che esplora le stradine della città marittima e fa la conoscenza dei suoi abitanti, tra cui l’inquietantissima signora Daugeron (Mireille Herbstmeyer) e i singolari signori Larsimon, ossia il padre e la madre di Emma, apprende sempre più dettagli sulla potente e maligna Marianne.
Ad esempio, c’è nell’episodio 4 un’affascinante digressione che ci introduce la figura della strega e le sue origini. Durante le sue indagini, l’ispettore Ronan (Alban Lenoir) arriva a spulciare gli atti di un processo avvenuto ad Elden secoli prima e scopre i che lo spirito che ora sembra terrorizzare gli abitanti della cittadina è quello di una giovane realmente esistita. Si tratta di Marianne Basselin. Tutto ha inizio quando lei era ancora una bambina – aveva 7 anni – e, misteriosamente, la sua casa prese fuoco. Morirono tutta la sua famiglia; si salvarono solo di lei e il suo amato gatto, Mathurin.
In ultimo, Marianne sgozzò il povero marito, per poi giurare fedeltà e sposare e Beleth, “marchese dei gatti delle tenebre”. La scelta potrebbe apparire quantomeno singolare, se non un tantino avventata. Tuttavia, va ricordato l’amore della giovane, sin dalla sua fanciullezza, per i felini e, come descritto nei medesimi atti del processo per stregoneria (tenutosi per la precisione il 1587). Giunto a questo punto, l’ispettore è riportato di soprassalto alla realtà da un rumore sinistro e, guarda caso, un miagolio sinistro…
Ritorniamo quindi al cuore del nostro discorso, ovvero Beleth, il demone con cui Marianne si congiunge. Per meglio approfondire ciò che concerne il sovrano infernale la prima fonte a cui chiunque abbia una infarinatura di demonologia può pensare, è indubbiamente la Pseudomonarchia Daemonum, anche chiamata Gerarchia dei Demoni, ed appendice al De praestigiis daemonum (1577) di Johann Wier.
Se il mago, però, non si mostra spaventato, allora Beleth diviene subito più amichevole e malleabile. Una volta che è stato ad uopo soggiogato e il suo ego è stato appagato (è suggerito fuori dal cerchio magico di lasciare anche una coppa con del vino, per ingraziarselo) si rivela un aiutante prezioso e fedele. Per ciò che concerne invece le ‘ricompense’, egli può suscitare un amore folle a suo piacimento.
Vi domanderete a questo punto dove la serie Netflix abbia desunto il collegamento con i Gatti. Ebbene, con ogni probabilità gli autori di Marianne sono stati ispirati da un altro dei testi fondamentali di demonologia: il Dictionnaire Infernal di Jacques Collin de Plancy. Basandosi su questo volume, non solo Beleth sarebbe preceduto da “chats qui sonnent du cor”, ossia ‘gatti che suonano il corno’, ma uno di essi è addirittura rappresentato in una delle illustrazioni a latere del testo. Potete vedere voi stessi l’immagine del felino antropomorfizzato nell’immagine sopra. Dunque, ecco svelata l’origine dell’idea di un seguito di sudditi composto da gatti.
Se siete interessati alla demonologia applicata al piccolo e grande schermo, vi suggeriamo di approfondire anche la simbologia di Paimon, re infernale al centro di Hereditary – Le radici del Male di Ari Aster nel nostro speciale.
Di seguito trovate invece il trailer in versione italiana e internazionale (per meglio apprezzare le voci originali) di Marianne, in cui non compare Beleth, ma certo potete farvi un’idea del maligno influsso della strega al centro della serie originale Netflix: