Voto: 6/10 Titolo originale: ????? SAC_2045 , uscita: 23-04-2020. Stagioni: 2.
Ghost in the Shell: Sac_2045 (stagione 1) | La recensione della serie animata (su Netflix)
23/04/2020 recensione serie tv ????? SAC_2045 di William Maga
A tre anni dal film di Hollywood, Shinji Aramaki e Kenji Kamiyama rilanciano con lo storico franchise ciberpunk nato nel 1989, infondendolo di nuova linfa e di molta CGI
Molte vecchie serie animate giapponesi hanno sviluppato una forte reputazione nel corso degli anni, ma Ghost in the Shell ha sulle spalle un’eredità particolarmente influente e ha aiutato a ridefinire il rapporto tra anime e il sottogenere cyberpunk. Tuttavia, in un periodo come quello attuale in cui vengono proposte serie sci-fi ‘dal vivo’ estremamente interessanti come Westworld e Devs, che affrontano simili temi di Intelligenza Artificiale, indipendenza e libero arbitrio, non è più sufficiente raccontare un’eccitante storia fantascientifica soltanto attraverso belle immagini.
L’intero genere si è evoluto e anche se Ghost in the Shell è un testo formativo sull’argomento, è altrettanto vero che è stato ora spinto in una posizione in cui deve lavorare molto più duramente rispetto al passato a causa della crescente raffinatezza della fantascienza che lo circonda. A tre anni dal discutibile film live action di Rupert Sanders (la recensione), la longeva saga creata nel 1989 da Masamune Shirow può quindi ancora essere all’altezza dell’occasione e aggiornare il suo firmware a nuovi impressionanti standard, oppure arrancherà e cadrà presto vittima dell’obsolescenza, dimostrando che la magia è ormai sparita? I 12 episodi della prima stagione die Ghost in the Shell: Sac_2045, nuova serie animata distribuita in esclusiva da Netflix, si inseriscono da qualche parte nel mezzo dello spettro, e anche se potrebbe non essere il revival che i fan hanno sognato, non si può dire che sia da buttare via.
Ghost in the Shell: Sac_2045 è diretta da Shinji Aramaki (Evangelion: Another Impact) e dal veterano di GITS Kenji Kamiyama. Si avvicinano a questa fanta-crime cyberpunk con intelligenza e rispetto, trovando una storia degna di essere raccontata e che non è una semplice rimasticatura di tematiche e vicende già precedentemente esplorate. Ambientata 15 anni dopo gli eventi della serie Stand Alone Complex, guarda al pericolo del Default Simultaneo Globale, una drastica spinta nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale che è stata vista come una minaccia “post-umana” per la società. la maggior parte della popolazione resta al buio riguardo a questi snervanti progressi dell’IA, ma la minaccia della singolarità è presto nota al maggiore Motoko Kusanagi.
Ghost in the Shell: Sac_2045 spende un po’ di tempo a tirare i fili dei progetti del franchise, ma una conoscenza pregressa della saga non è sicuramente fondamentale per comprendere o apprezzare questa serie. Motoko, Batou e il resto dei membri della Sezione 9 hanno intrapreso una vita da mercenari mentre vagano per il mondo alla ricerca di ingaggi e sfruttano le loro abilità avanzate. È solo quando Kusanagi e la compagnia diventano consapevoli del Default Simultaneo Globale e dei loro potenti “post-umani” potenziati che la banda si riunisce alla Sezione 9 per impedire che questo disastro si diffonda in tutto il mondo. Questa prima stagione dello show animato resta in un buon equilibrio tra storytelling serializzato e poliziesco procedurale mentre esamina questa nuova minaccia fantascientifica.
Per i fan di vecchia data è certo molto soddisfacente ritrovare tutti i personaggi classici della serie come Motoko, Batou, Togusa e Saito, ma Ghost in the Shell: Sac_2045 aggiunge anche alcuni nuovi membri alla squadra della Sezione 9. Sean e Purin sono le nuove reclute del team e occasionalmente operano come ‘surrogato’ del pubblico. La serie eccelle anche quando la Sezione 9 riesce a lavorare insieme come una vera squadra. Tutti questi agenti sono esperti, ma c’è un vero senso di soddisfazione quando mettono in comune le loro abilità e abbattono efficacemente un nemico e gli episodi non vanno in frantumi quando invece tutti quanti sono da soli, anche se sono queste scene di gruppo a funzionare al meglio.
Le scene di squadra sono un vero successo, ma lo show lotta contro il modo in cui Motoko Kusanagi ha la tendenza a ‘perdersi’ in mezzo all’azione. Anche se la protagonista è presente nella maggior parte delle scene, Ghost in the Shell: Sac_2045 avrebbe potuto (dovuto?) fare un lavoro migliore nell’esprimere il suo personaggio principale. Parte dei motivi di Kusanagi è che a volte opera come una cipher, ma è anche qualcuno che ha subìto un cambiamento incredibile, che spesso viene trascurato.
È anche significativo come Ghost in the Shell: Sac_2045 mostri Motoko e il suo team compiere numerosi errori. Non sono infallibili qui e lo capiscono nel modo più duro. Similmente, la serie mantiene i personaggi e il pubblico in dubbio su chi sia davvero affidabile e dove possano celarsi bugie e inganni.
L’estetica visiva di Ghost in the Shell: Sac_2045 sarà probabilmente un grosso ‘punto critico’ per molti spettatori. L’effetto traslucido della CGI – già sperimentato negli ultimi anni su molti anime – anche qui continuerà a piacere o non piacere, ma almeno sembra in qualche modo giustificato all’interno di una serie che pullula di umani ‘sintetici’ e di individui che dovrebbero incarnare alcuni aspetti della Uncanny Valley. Detto questo, è difficile non pensare ai filmati di un videogioco per la PSP durante la visione. Questa non è la prima volta che la saga Ghost in the Shell abbraccia la computer graphic, e sebbene il risultato non si osceno e riesca ad accentuare l’azione cinetica, non si può ancora negare che l’approccio originario animato in modo tradizionale fosse molto migliore. E suona come uno scherzo crudele quando il tema finale dell’anime ricorre ad un’animazione disegnata a mano.
Ghost in the Shell: SAC_2045 offre un sacco di momenti d’azione, ma molti di questi hanno la tendenza a sembrare vuoti e artificiali proprio a causa dello stile artistico adottato. Incredibili acrobazie si svolgono mentre la Sezione 9 scende in guerra, ma per quanto queste sequenza siano piene, non riescono ad avvicinarsi all’impatto e all’eleganza di Ghost in the Shell più antico e tradizionale. Anche se è apprezzabile che, a volte, più della metà di un episodio sia composto da una rapina esplosiva o da una scena di inseguimento.
Anche i “post-umani” che iniziano a costituire una minaccia per la Sezione 9 contribuiscono allo scaturire di alcune scene di combattimento particolarmente folli. Questi juggernaut sono davvero spaventosi talvolta, il che rappresenta un bel cambio di ritmo per Ghost in the Shell. Sono uno degli ostacoli più interessanti che la Sezione 9 ha mai affrontato e, una volta entrati in scena, la stagione fa davvero il salto. A un certo punto, Ghost in the Shell: SAC_2045 si trasforma in una caccia per localizzare ed eliminare i post-umani che hanno indottrinato la società.
In effetti, molti dei set d’azione più efficaci dello show coinvolgono robot ridicolmente avanzati. Certo, Ghost in the Shell: SAC_2045 si preoccupa di più delle tematiche più intense che introduce e delle loro maggiori ripercussioni, ma i momenti in cui la Sezione 9 abbatte i cani robot indossando le tute dell’invisibilità sono altrettanto potenti e d’impatto. Queste sequenze riflettono perfettamente l’ossessione per la pericolosa evoluzione della tecnologia e per i modi imprevedibili in cui la Sezione 9 stessa deve adattarsi, con le bizzarrie legate al Tachikoma che ne conseguono, oltre alla presenza degli adorabili robot “da compagnia”.
Insomma, questa prima stagione di Ghost in the Shell: SAC_2045 è tutt’altro che perfetta, ma gli appassionati non dovrebbe far fatica a trovarla superiore alla precedente Ghost in the Shell: Arise o al film con Scarlett Johansson. Questo progetto non offusca l’eredità di Ghost in the Shell e le domande che pone appaiono pertinenti a questo universo. Ghost in the Shell: SAC_2045 potrebbe non trasformare quelli che sono completamente estranei al franchise in fan devoti, ma è un’estensione premurosa che tesse un mistero avvincente se si riescono a superare alcuni problemi (specie ‘visivi’).
Si conclude con un grande cliffhanger che solleva più domande che risposte e l’epidemia di ‘post-umani’ rimane in pieno svolgimento. Per fortuna, una seconda stagione di 12 episodi è già in arrivo, augurandoci che quelle nuove puntate possano smussare i bordi più ruvidi della serie e portino a compimento questa storia in un modo degno del nome di Ghost in the Shell.
Di seguito il trailer finale internazionale (con sottotitoli in inglese) di Ghost in the Shell: Sac_2045, nel catalogo di Netflix dal 23 aprile:
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