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Ben Affleck riflette sul passato, Daredevil e i motivi dell’ascesa del MCU

16/04/2025 news di William Maga

L'attore è in tour col collega Jon Bernthal

affleck daredevil film

Ben Affleck non è certo un novellino nel mondo dei supereroi. Prima di indossare mantello e maschera come Batman, aveva già interpretato Daredevil nel 2003, quando i cinecomic stavano ancora cercando di capire davvero cosa potessero essere. E ora, in un curioso momento di ritorno alle origini, lo ritroviamo al fianco di Jon Bernthal, ovvero il Punisher ufficiale del MCU, nel film The Accountant 2. Era inevitabile che qualcuno li interrogasse a proposito.

Durante un’intervista con Jake Hamilton, i due attori hanno allora parlato della Marvel, e Affleck ha colto l’occasione per riflettere sull’evoluzione che ha portato il genere dal caos pre-MCU alla macchina perfettamente oliata che è oggi sotto la guida di Kevin Feige, offrendo un’osservazione interessante sul motivo per cui il Marvel Cinematic Universe è diventato un colosso.

“Il suo Punisher è forte. Daredevil era una storia interessante. È uscito prima che Kevin Feige assumesse il comando della Marvel. Lui ha imposto una certa chiarezza di tono a quei film, riuscendo a risolvere la questione più complicata: ‘Come bilanci un film dove ci sono persone in pigiama con superpoteri, quanto seriamente lo prendi, quanta umoristica leggerezza inserisci, quanto strizzi l’occhio al pubblico, e come devono essere le scene d’azione?’”.

“Questo è coinciso con l’avanzamento degli effetti visivi, che sono arrivati a un livello tale da sembrare davvero convincenti. Ha aperto la strada ad attori talentuosi come lui, che sono riusciti a far funzionare tutto. Ora c’è un nuovo Daredevil, non l’ho ancora visto, ma adoro quel personaggio, gli auguro il meglio, ma non vorrei certo scontrarmi con il suo Punisher.”

Affleck non sta parlando di universi condivisi, crossover o incassi da miliardi di dollari. Sta parlando dell’atmosfera, del tono, del modo in cui il MCU ha dato un’identità coerente a un genere che prima era totalmente disarticolato. Un film poteva essere cupo e disperato (The Punisher), quello dopo una telenovela al neon (Daredevil), e nessuno sembrava appartenere allo stesso universo narrativo.

È per questo che un ipotetico team-up tra Daredevil e Punisher nel 2004 sarebbe sembrato un bizzarro sogno ad occhi aperti. Come suggerisce lo stesso Affleck, non era una questione di licenze, ma di tono. Ed è proprio questo l’aspetto che Feige è riuscito a standardizzare.

Naturalmente, questa coerenza stilistica ha anche un rovescio della medaglia. Molti fan hanno notato come tanti progetti del MCU stiano iniziando ad assomigliarsi tra loro, con film che sembrano limitarsi a spuntare caselle anziché proporre qualcosa di nuovo. Anche all’interno della stessa saga, ci sono personaggi che sembrano appartenere a sapore cinematografici completamente differenti.

Eppure, rimane un certo rammarico per il fatto che la carriera supereroistica di Affleck non abbia avuto la svolta che forse sperava. Sentendolo parlare del genere, è evidente che lui ne capisce davvero la natura e le potenzialità. È semplicemente arrivato in un’epoca in cui il cinema supereroistico era ancora giovane e in piena sperimentazione.