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Voto: 7.5/10 Titolo originale: Bronson , uscita: 13-03-2009. Budget: $230,000. Regista: Nicolas Winding Refn.

Dossier: Bronson di Nicolas Winding Refn, un film due volte autobiografico

27/04/2020 recensione film di William Maga

Nel 2009, il regista danese e Tom Hardy portavano sul grande schermo l'incredibile - e non proprio attendibile - vita del criminale britannico Michael Peterson in un film dove la finzione è più vera della realtà

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Per il pubblico italiano, il nome Charles Bronson ha probabilmente maggiori probabilità di evocare nella mente un’immagine dell’attore che ha recitato in alcuni dei western e dei film di guerra più iconici degli anni ’60, per non parlare della serie de Il Giustiziere della Notte. Ma nel Regno Unito, un altro Charles Bronson ha deciso di farsi un nome (pur prendendo a prestito quello della suddetta star di Hollywood) e ci è riuscito, diventando il prigioniero più famoso della Gran Bretagna e il soggetto del film Bronson di Nicolas Winding Refn del 2009.

bronson film 2008 posterCon Tom Hardy nel ruolo del protagonista, la trama di Bronson è incorniciata da un’esibizione teatrale in cui Charles Bronson – nato Michael Peterson – racconta la storia della sua vita davanti a una platea costituita da individui assorti e ben vestiti. “Per tutta la vita ho voluto essere famoso“, dice loro, e continua a spiegare come è riuscito a raggiungere quella fama. La sua carriera di ‘detenuto professionista’ è iniziata con la rapina a mano armata a un ufficio postale e una sentenza di condanna a sette anni pronunciata nel 1974. Oltre quaranta anni dopo, Bronson (ora chiamato Charles Salvador) rimane in prigione, dove probabilmente passerà il resto della sua vita.

Nel corso di un Q&A a seguito di una proiezione del film a Londra nel 2015, Nicolas Winding Refn ha detto:

Ricordo che quando ero molto giovane … Non volevo diventare famoso, volevo essere davvero fottutamente famoso! Volevo essere così famoso da non riuscire a immaginarlo. E posso davvero identificarmi con quella fame … e questa spinta è diventato ciò di cui parla Charlie Bronson, il mio film.

Bronson è autobiografico non solo perché il personaggio interpretato da Tom Hardy narra in prima persona la propria vita, ma anche per quanto di se stesso Nicolas Winding Refn ha visto in questo peculiare soggetto al centro del sistema giudiziario penale britannico. Quando è stato avvicinato per la prima volta dal produttore Rupert Preston, che aveva cercato di realizzare il film per diversi anni, il regista danese non aveva mai sentito parlare di Charles Bronson:

Sono stato qui [in Inghilterra] in un momento molto deprimente della mia vita, a dirigere Miss Marple per la TV. [Risate]. Avevo bisogno di soldi. E [Rupert Preston] mi disse: ‘Guarda, so che stai provando a fare questa cosa sui vichinghi [Valhalla Rising], ma ho appena acquistato i diritti per la vita di questo Charlie Bronson, e penso che sia qualcosa di adatto a te.’ E io gli dissi: ‘Di chi parli?’. ‘Beh, è ​​il prigioniero più violento della Gran Bretagna e apparentemente ha fatto molte cose violente.’ E io: ‘No, non posso, non voglio fare un altro film violento.

Nicolas Winding Refn alla fine cambiò idea dopo essere stato in visita a Londra da sua madre, che per caso aveva trovato e letto l’autobiografia di Charles Bronson, che Rupert Preston aveva lasciato al regista da leggere. Il regista ricorda: “Lei mi disse. È divertente, lui è un po’ come te“. Dopo aver provveduto a leggere il libro, il regista rimase incuriosito, ma faticava a trovare l’approccio giusto per un adattamento cinematografico. All’improvviso, si rese conto: “Oh mio Dio, sono io. Vuole essere famoso. È la chiave. È la spinta per questo tizio – è la fama.

bronson film 2008Non sarebbe del tutto esatto affermare che Bronson è stato un film che ha lanciato la carriera del londinese Tom Hardy, che è arrivato in cima scalando a modo suo la montagna del successo cinematografico, optando per molti titoli minori piuttosto che avere un singolo grande successo. Cionondimeno, questa elettrizzante prova  è stata una pietra miliare assolutamente significativa nella costruzione della reputazione dell’attore come artista intenso e dedicato a un ruolo.

Guardando il film, è difficile credere che Tom Hardy non sia quasi stato scelto per la parte del protagonista, ed era anzi piuttosto in basso nella lista redatta da Nicolas Winding Refn:

Inizialmente volevo Jason Statham, e ho offerto il ruolo a Jason Statham. All’inizio mi incontrai con lui prima che leggesse la sceneggiatura, ed era davvero interessato all’idea di questo prison fight movie … [Risate] E lui aveva visto i film di Pusher, quindi  mi chiese ‘Sarà come quelli?’. E io gli risposi ‘Beh, più o meno … ‘ [Risate]. Poi ha letto lo script, e mi ha detto: ‘Ah, non se ne fa niente’. 

Non è sorprendete che Jason Statham – insieme a Guy Pearce, che era la seconda scelta del regista – abbia rifiutato il ruolo mentre veniva scritto. La sceneggiatura richiedeva non solo un’esibizione da cabaret con relativo make-up e travestitismo, ma anche una grande quantità di nudi frontali, inclusa una scena in cui Charlie Bronson – senza vestiti – costringe un ostaggio maschio a strofinargli del burro sulla schiena e sui glutei. Trovare un attore inglese conosciuto che fosse  disposto e in grado di interpretare un ruolo del genere si rivelò un’impresa pressoché impossibile:

Ci stavamo avvicinando alla nostra data di inizio riprese e non avevamo un protagonista per questo film, e avevo già incontrato Tom Hardy prima, ma non c’era stato il ‘clic’ tra noi quando ci siamo incontrati per la prima volta. Stavamo considerando altri attori e non riuscivo a trovare nessuno che ritenevo potesse interpretarlo, e poi il direttore del casting Des Hamilton disse: ‘Penso davvero che ci sia solo Tom Hardy’. E allora ci siamo incontrati di nuovo, io e Tom, stavolta solo noi due, senza nessun altro coinvolto. E fu così che gli dissi: ‘Certo che sei Bronson. Sei sempre stato tu. Ho solo dovuto fare una stupida deviazione, ma eccoti qui.’

bronson film 2008 hardyNicolas Winding Refn non fa mistero poi che Bronson si sia preso alcune libertà creative nel racconto del protagonista sulla sua vita, anche se molti aneddoti e dettagli – come le scappatelle sul tetto del Broadmoor Hospital – vennero prese direttamente dai suoi libri autobiografici (secondo le parole dello stesso Charlie Bronson: “Sono il re dei tetti … adoro un tetto.”). È difficile trovare prove corroboranti per tutte le affermazioni fatte dal criminale, e quindi per tutti gli eventi ritratti nel film, ma il regista ci tiene a sottolineare come il film non dovrebbe essere visto come un accurato resoconto storico.

Per quanto riguarda Nicolas Winding Refn:

È un personaggio inventato da Michael Peterson – una tela bianca. E ho davvero deciso di fare un film su di me, ma usando Charlie Bronson come facciata. Quindi non stavo facendo un biopic, stavo facendo un film biografico su me stesso.

Per chiarire, il regista danese ha spiegato che agli inizi della carriera, realizzando la trilogia di Pusher, aveva avuto l’ossessione di provare a rendere tutto il più reale possibile. Dopo aver realizzato Pusher 3 – L’angelo della morte (2005), tuttavia, si rese conto che stava effettivamente cercando di raggiungere l’impossibile:

Bronson e i film che sono venuti dopo – in particolare Drive e Solo Dio Perdona – sono più simili a una rivista con le pin-up. Parla davvero di ciò che mi eccita.

Forse, ciò è vero anche per Michael Peterson a.k.a. Charles Bronson a.k.a. Charles Salvador. Gli eventi reali della sua vita – per quanto scioccanti possano essere – sono, in un certo senso, meno interessanti dell’idea di qualcuno che crea il proprio alter ego per raggiungere la fama. Quello che fa Tom Hardy / Bronson nel film non è tanto narrare la propria vita così com’è, quanto, prendendo in prestito la descrizione di Nicolas Winding Refn, “Raccontare la sua vita come vuole che sia“.

Di seguito il trailer internazionale di Bronson:

Fonte: SR