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Voto: 5/10 Titolo originale: Conan the Barbarian , uscita: 17-08-2011. Budget: $90,000,000. Regista: Marcus Nispel.

Dossier: Conan the barbarian di Marcus Nispel, come ti maltratto Robert E. Howard

26/02/2023 recensione film di William Maga

Nel 2011 Jason Momoa riportava sugli schermi il nerboruto Cimmero in un film impregnato di inutile CGI e dalla sceneggiatura modestissima

conan the barbarian 2011 film momoa

La popolarità di Conan ha raggiunto l’apice all’inizio degli anni Ottanta, con non meno di tre fumetti mensili (negli USA) che accompagnarono la ristampa degli storici volumi da libreria e il primo film con Arnold Schwarzenegger. Il successo del film del 1982 diede quindi vita un paio di anni dopo a un inevitabile sequel, il meno riuscito Conan il distruttore (la recensione).

Un terzo capitolo cinematografico si impantanò poi nelle classiche fasi di sviluppo hollywoodiane e i tentativi di resuscitare il franchise vennero del tutto accantonati quando la star austriaca abbandò la recitazione per dedicarsi alla politica. Quindi, dopo decenni di limbo, nel 2011 venne decretato che fosse tempo per un reboot e così fu confezionato Conan the Barbarian.

Il risultato è quello che ci si potrebbe aspettare da un team di produzione – non ufficialmente, ovvio – di serie B.

Questa versione, diretta dall’esperto in materia Marcus Nispel (Non aprite quella porta, Venerdì 13) presenta infatti un aspetto visivo scadente e – soprattutto -appare figlia della fretta. I pochi elementi positivi sono oscurati da una trama generica e senza senso e da una narrazione misera.

ConantheBarbarian.jpgIl Conan del 1982 mescolava elementi narrativi originali con quelli di una tradizione consolidata per creare un racconto epico fatto di spade, stregoneria e caos. Il mondo di Hyboria era stato portato in vita attraverso dettagli minuziosi, rendendolo un paesaggio ‘reale’ quanto la Terra di Mezzo della trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson.

Purtroppo, questa “rivisitazione”, che presenta un racconto alternativo delle origini di Conan, conserva ben poco del personaggio creato da Robert E. Howard, scegliendo invece di fare del Cimmero un generico supereroe barbaro.

Agli spettatori vengono presentati scorci di antiche città renderizzate in CGI, ma raramente prendono vita come qualcosa di più di belle immagini adatte alle pagine di un calendario.

L’universo in cui si muove il protagonista rimane frammentario e incompleto. E non c’è nulla di lontanamente epico in questa storia, anche se la narrazione iniziale per gentile concessione di Morgan Freeman vorrebbe farci credere il contrario.

Tra le note positive vi è comunque il casting di Jason Momoa che, somigliante alla controparte illustrata così leggendariamente dall’artista Frank Frazetta, è – blasfemamente – addirittura una scelta migliore di quella di Arnold Schwarzenegger, ed è in grado di garantire dialoghi più convincenti (non che Conan abbia molto da dire …).

Jason Momoa, giunto alla ribalta grazie al ruolo di Khal Drogo nella prima stagione di Il Trono di Spade, sembrava avere le carte in regola per interpretare al meglio un barbaro di poche parole, e nonostante il generale insuccesso di critica e pubblico di Conan the barbarian (63 milioni di dollari incassati globalmente a fronte di un budget di 90) questo non gli ha impedito di spiccare il volo a Hollywood, entrando nelle produzioni più prestigiose della DC / Warner.

La storia di Conan the barbarian ha la stessa struttura di base del suo predecessore del 1982, anche se non si tratta di un remake: il giovane Conan, il cui padre viene ucciso da un malvagio signore della guerra mentre lui assiste impotente, cresce meditando vendetta. Curiosamente, sebbene questa idea abbia alimentato due film, non è mai stata un elemento centrale del Conan di Robert E. Howard.

La fedeltà al ‘canone’, qualunque esso sia nel caso di un franchise che ha avuto così tanti aspetti diversi, non interessa al regista Marcus Nispel o ai suoi sceneggiatori, la cui familiarità con il personaggio principale sembra più derivare dal videogioco del 2007 (un imitazione di God of War).

L’azione, accompagnata dalle musiche deprimenti e poco ispirate di Tyler Bates che fanno desiderare con dolorosa disperazione la classica colonna sonora di Basil Poledouris, inizia nell’invernale Cimmeria, dove Conan (interpretato da giovane da Leo Howard) sta imparando la ‘via della spada’ dal padre Corin (Ron Perlman).

Le sue lezioni sono interrotte dall’arrivo del signore della guerra Khalar Zym (Stephen Lang) e della sua banda di cavalieri. Sono alla ricerca del pezzo mancante di un artefatto. È nascosto da qualche parte nel villaggio dei Cimmeri e, una volta trovato, uccidono tutti tranne Conan.

L’azione va avanti di circa quindici anni. Khalar Zym e sua figlia Marique (Rose McGowan) sono ora alla ricerca di una donna “di sangue puro” (Rachel Nichols) il cui sacrificio, usato insieme all’artefatto, farà risorgere una maga morta e darà a Khalar Zym un grande potere. Conan, in cerca di vendetta, dà loro la caccia. L’incontro iniziale non va molto bene, ma Conan ne esce con un premio inaspettato: la donna di cui Khalar Zym ha bisogno è sua prigioniera.

conan the barbarian 2011 film roseLe sequenze più concitate sono adeguatamente coreografate, anche se le riprese sono un po’ troppo frenetiche per una resa ottimale in 3D. La violenza è estrema, ma in modo più che altro cartoonesco. Abbiamo anche un po’ di sesso e di nudità, ma giusto per rendere la ricetta appena più appetibile in fase di promozione. Tuttavia, nessun cammello viene preso a pugni in testa.

La sceneggiatura è il punto in cui Conan the barbarian inciampa più pesantemente. Per funzionare, un film di questo tipo avrebbe infatti bisogno di un obiettivo grandioso, ma qui non c’è nulla a cui lo spettatore possa aggrapparsi. I personaggi sono cliché senza vita.

Non c’è emozione o passione. Il padre di Conan muore davanti ai suoi occhi, ma noi non proviamo nulla. Conan il barbaro del 1982, pur con tutti i suoi difetti, era un film lirico che giocava con le emozioni, dal massacro del villaggio di Conan alla morte di Valeria, fino allo scontro finale con Thulsa Doom.

In questo caso, invece, assistiamo ad attori di seconda fascia che si muovono spinti da uno script ben poco ispirato, pensato principalmente per dare uno stipendio ai dei tecnici degli effetti speciali. Robert E. Howard era uno scrittore pulp; persino lui avrebbe disprezzato questo tipo di trattamento scadente.

Detto questo, per chi ne abbia memoria, la conversione 3D post-produzione di Conan the barbarian è tra le migliori viste fino a quel momento. Certo, non aggiungeva molto alla visione, ma permetteva agli spettatori di rimanere seduti nei cinema fino ai titoli di coda. Senza … beh.

In ogni caso, fu l’approssimazione e l’approccio insensibile alla materia a decretarne il flop, un monito ad oggi duraturo per chiunque tenterà di resuscitare con leggerezza uno dei titani del genere swords & sorcery.

Di seguito trovate il trailer italiano di Conan the barbarian: