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Titolo originale: Planet of the Apes , uscita: 07-02-1968. Budget: $5,800,000. Regista: Franklin J. Schaffner.

Dossier: Il Pianeta delle Scimmie del 1968 e la mancanza di truccatori a Hollywood

07/01/2025 news di Redazione Il Cineocchio

La produzione del classico di Franklin J. Schaffner dovette affrontare una grande spesa imprevista

il pianeta delle scimmie 1968 make-up

Come per “Psyco”, la rivelazione sconvolgente nel finale de Il pianeta delle scimmie di Franklin J. Schaffner del 1968 si è così radicata nella cultura popolare che molti ne erano a conoscenza ancor prima di vedere il film all’epoca. È difficile separare infatti il finale originale da quell’episodio de “I Simpson” in cui Troy McClure trasforma il twist in un numero musicale esagerato. Questo, però, dimostra quanto questo lungometraggio sia stato influente, soprattutto nel cinema di fantascienza.

Oltre cinquant’anni dopo la sua uscita, Il pianeta delle scimmie, in cui l’astronauta americano George Taylor (Charlton Heston) si ritrova su un pianeta dominato da scimmie parlanti, ha dato vita a oltre quattro sequel, un paio di reboot e due serie televisive, con una nuova trilogia in arrivo.

In molti aspetti, il progetto avrebbe potuto facilmente cadere nel trash tipico dei B-movie del periodo, ma la sceneggiatura brillante di Michael Wilson e Rod Serling, unita alle performance tangibili di Roddy McDowall e Kim Hunter, lo hanno consacrato come un dramma sci-fi epocale. Tuttavia, il risultato più impressionante rimane il make-up dei primati.

il pianeta delle scimmie 1968 make-up hunter filmGli effetti di trucco premiati con l’Oscar a John Chambers hanno reso queste scimmie umanoidi creature viventi e credibili. Oggi, è facile riconoscere le protesi come tali, ma all’epoca contribuirono a far credere agli spettatori in ciò che vedevano. Nessuna delle espressioni degli attori andava persa sotto gli strati di trucco, rendendo ancora più affascinante il mondo rappresentato. Oottenere un risultato così realistico richiese però uno sforzo enorme.

La sfida più grande di Il pianeta delle scimmie fu rendere i personaggi autentici. Secondo un articolo di Variety del 2017, i test per il trucco iniziarono già nel 1965. Ma c’era un problema: non c’erano abbastanza truccatori qualificati a Hollywood.

Il produttore Arthur P. Jacobs sapeva che l’unica soluzione era addestrare intensamente un gruppo di persone per trasformarle in esperti truccatori. “Avevamo dieci roulotte trasformate in aule per il trucco. Ci volevano tre o quattro ore per applicarlo ogni giorno e circa un’ora e mezza per rimuoverlo,” racconta Jacobs.

Alla fine delle riprese, Il pianeta delle scimmie contava oltre 25 truccatori. Tuttavia, questo sforzo erose una parte significativa del budget di 5,8 milioni di dollari. “Il trucco fu la nostra spesa più grande: costò circa 1,5 milioni di dollari, quasi un terzo del budget totale, e applicarlo e rimuoverlo occupò quasi il 60% del tempo delle riprese,” aggiunge Jacobs.

Nonostante le difficoltà, lo sforzo ripagò. Decenni dopo, personaggi come Cornelius, Zira e il Dott. Zaius sono un esempio splendente di come gli effetti pratici possano elevare una performance. Oltre a salvare la 20th Century Fox da un periodo di crisi al botteghino, Il pianeta delle scimmie diede vita a una nuova generazione di truccatori, il cui lavoro influenzò l’intera industria cinematografica americana.

il pianeta delle scimmie 1968Secondo un rapporto del 2019 dell’Independent, il regista del documentario “Making Apes”, William Colin, ha spiegato come quei giovani talenti abbiano poi lasciato il segno nelle produzioni hollywoodiane. “Nomina un film dopo il 1968, e ci sono buone probabilità che un truccatore de ‘Il pianeta delle scimmie’ ci abbia lavorato,” afferma Colin.

Non solo Chambers lavorò infatti su “Star Trek”, ma fu anche responsabile del trucco in titoli come “Lo squalo”, “Halloween II” e “Blade Runner”. Il lavoro di Ben Nye si vide in “Il maratoneta” e “The Black Hole” della Disney, mentre Daniel C. Striepeke collaborò a numerosi progetti di Steven Spielberg e Robert Zemeckis. Sebbene molti altri non siano stati accreditati nei titoli del film, il loro contributo rimane memorabile.

Oltre al modo in cui le protesi trasformarono gli attori in scimmie parlanti, Il pianeta delle scimmie resta un punto di riferimento per l’evoluzione della saga. Anche se il remake del 2001 di Tim Burton non ebbe successo, il team di truccatori prese ispirazione dal film originale per migliorare l’espressività degli attori. La penultima trilogia, invece, ha abbracciato la motion capture al posto delle protesi. Tuttavia, l’espressività iperrealista di Andy Serkis non sarebbe stata possibile senza il duro lavoro di Chambers e del suo team.

In attesa di aggiornamenti, di seguito trovate la sconvolgente sequenza finale di Il Pianeta delle Scimmie del 1968: