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Voto: 6/10 Titolo originale: Gretel & Hansel , uscita: 30-01-2020. Budget: $5,000,000. Regista: Osgood Perkins.

Gretel e Hansel: la recensione del film di Osgood Perkins che rilegge i Grimm

13/04/2020 recensione film di William Maga

Sophia Lillis e Alice Krige sono le protagoniste di una rielaborazione visivamente ammaliante e carica di atmosfera della nota favola

Gretel e Hansel (2020) film horror

Come la storia ci insegna, gennaio è negli Stati Uniti il mese in cui gli studi hollywoodiani, passato il fertile periodo di Halloween e quello delle feste natalizie, ‘scaricano’ quei titoli di genere in cui credono molto poco, la cui possibile scarsa riuscita al box office non è per loro fonte di particolari preoccupazioni. E, nel 90% dei casi, la qualità di tali titoli è in effetti medio-bassa, tanto che gli spettatori americani ormai da anni arrivano ‘preparati’ a questo momento.

Ora, con questa premessa bene in mente, si può ammettete serenamente che Gretel e Hansel (Gretel & Hansel) è la tipica eccezione alla regola. Si tratta infatti di un’opera elegante e profondamente idiosincratica, diretta da uno degli autori più sottovalutati del settore degli ultimi anni, Osgood Perkins.

Gretel e Hansel - Poster Ufficiale ItalianoCome suggerisce il titolo, Gretel e Hansel offre un fresco approccio – sebbene talvolta non esattamente sottile nelle allusioni – alla classica fiaba dei fratelli Grimm, spostando l’enfasi sulla sorella maggiore (Sophia Lillis, IT di Andy Muschietti). Con il padre morto e la madre spinta alla follia, Gretel e il fratello minore Hansel (Sammy Leakey) si addentrano nel bosco in cerca di un lavoro e di una nuova vita.

Non sorprende che la coppia perda presto la sua strada, ma mentre stanno per perdere la speranza, i due si imbattono in una strana casa nel profondo della foresta – non fatta di pan di zenzero stavolta, ma riempita da un banchetto apparentemente sconfinato di crostate e prosciutto.

È abitata da una misteriosa anziana donna di nome Holda (Alice Krige), che invita i ragazzini a entrare e offre loro piena libertà d’azione. Tuttavia, Gretel si ritrova afflitta dalle visioni di bambini scomparsi e inizia a sospettare che tutto potrebbe non essere così rose e fiori in quella apparentemente perfetta nuova dimora.

La differenza tra Gretel e Hansel e i suoi ‘compagni di stagione cinamatografica’ è immediatamente evidente. Seguendo un prologo in widescreen (che drammatizza un sinistro racconto popolare che Gretel narra al fratellino per calmarlo), l’immagine si ‘contrae’ sensibilmente cambiando il rapporto dello schermo in un formato piuttosto peculiare.

Questa strana scelta registica viene cavalcata abilmente dal direttore della fotografia Galo Olivares (assistente alla macchina da presa di Alfonso Cuarón per Roma e quasi sicuramente fan di Mario Bava); quasi ogni scena è inquadrata simmetricamente, coi personaggi al centro, spesso parlando direttamente in camera.

Questa composizione viene però scombussolata quando i due protagonisti raggiungono il cottage di Holda. Lontano dal naturalismo e dalla precisione storica di folk horror come The Witch di Robert Eggers (la recensione), il design della produzione richiama i contorni sgradevolmente frastagliati tipici dell’espressionismo tedesco, e i suggestivi costumi richiamano il surrealismo di Alejandro Jodorowsky. Il risultato è un coming-of-age pregno di atmosfera che sembra un misterioso artefatto uscito fuori da un passato fantastico e arcano, pur rimanendo distintamente moderno.

Questo tocco attuale si estende alle caratterizzazioni. Anche se non esplicitamente anacronistico, la schietta Gretel di Sophia Lillis sembra molto più vicina del preventivabile alla sua Beverly Marsh, a partire dal taglio di capelli. E se le sue preoccupazioni immediate sono ben radicate nelle difficoltà del Medioevo, la sua mente non si allontana mai dal suo status di giovane donna in cerca di emancipazione che vive in una mostruosa società di stampo patriarcale.

I suoi sospetti sono confermati da Holda, che sembra altrettanto calata in un tempo ‘sbagliato’ per la sua consapevolezza proto-femminista (ma c’è pure un occasionale e palese anacronismo – “Another one bites the dust”, rimugina la donna mentre versa una brocca di latte).

Gretel and Hansel film 2020Il fatto che il suo personaggio non rompa mai nemmeno distrattamente la quarta parete è poi una testimonianza dell’interpretazione perfettamente calibrata della 65enne Alice Krige. Come Max Schreck prima di lei (per Nosferatu il vampiro), l’attrice sudafricana ha un viso così straordinariamente inquietante (certamente aiutato in non piccola parte da costumi e trucco) che è difficile guardarla in Gretel e Hansel e immaginarla in qualsiasi altra cosa.

In realtà, è un’esperta caratterista, con alle spalle oltre 100 ruoli in carriera, tra cui il più noto è forse quello della Regina dei Borg in Star Trek: Primo Contatto, anche se i più attenti la ricorderanno per Storie di fantasmi del 1981. In ogni caso, quello di Holda è una parte immediatamente iconica e memorabile.

Lo stesso vale per il regista. Sebbene negli ultimi anni si sia fatto in qualche modo largo nel difficile sottobosco del genere horror, Osgood Perkins (a volte accreditato come ‘Oz’) rimane ancora tutto sommato sconosciuto al grande pubblico. Il suo primo film, FebruaryL’innocenza del male (la recensione) ha trascorso oltre un anno nel limbo distributivo dopo il suo promettente debutto al TIFF nel 2015 prima di arrivare senza troppe cerimonie direttamente in VOD, finendo peraltro per essere ‘scavalcato’ dal secondo lungometraggio, Sono la bella creatura che vive in questa casa (la recensione), finito dritto nel catalogo di Netflix.

Se non altro, Gretel e Hansel, che è costato la pochezza di 5 milioni di dollari ed è stato classificato PG-13, è riuscito a incassare negli USA oltre 15 milioni, un dato che, se non catapulterà il regista nell’Olimpo dei nomi più caldi, potrebbe almeno garantirgli un’altra chance importante. Responsabilizzato dall’egida della Orion Pictures, dimostra qui senza timore di avere un occhio per la composizione non comune, mescolando le classiche immagini austere del folk horror con vorticosi suoni di sintetizzatori (opera di Robin Coudert) e colori al neon.

Gretel & Hansel sophia lillis filmDetto questo, Gretel e Hansel non è privo di difetti. Sebbene sia difficile dubitare della serietà delle inclinazioni femministe della sceneggiatura, Rob Hayes (East Meets Barry West) rende un po’ confuso il messaggio, infilando la retorica più radicale nella bocca di una cannibale assassina di bambini, e le allusioni alle tendenze stregonesche della stessa Gretel sono meno coerenti e catartiche di quelle della Thomasin in The Witch.

E mentre la direzione artistica e i costumi sono per lo più incredibili e ammalianti, inciampa quando Holda assume le fattezze di una generica giovane ragazza goth sexy e tatuata (Jessica De Gouw), di quelle che si vedono nei videoclip di una qualunque band metal. La resa non può che risultare pertanto deludente, più in linea con un prodotto a basso costo che con un horror che fino a quel momento era stato estremamente elegante e raffinato nelle scelte.

Peccati veniali se si vuole, che non pregiudicano quella che resta una visione assolutamente consigliata. Le immagini di Holda e della ‘ragazza con il berretto rosa’ han già cominciato a far capolino sui social, quindi è probabile che la fama di Gretel e Hansel crescerà nel tempo, riuscendo a ritagliarsi uno spazietto nella memoria degli appassionati.

L’unica nota dolente è che il pubblico italiano quasi sicuramente non potrà gustarselo nei cinema, visto che l’uscita prevista per il 2 aprile è stata ovviamente cancellata a tempo indeterminato causa coronavirus ed è probabile che costringerà la Koch Media a pubblicarlo direttamente in home video.

Di seguito il trailer internazionale di Gretel e Hansel: