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Intervista a Craig Caton: pioggia di aneddoti su Slimer, Tim Burton, Terminator 2, E.T. e Grosso guaio a Chinatown

26/09/2019 news di Alessandro Gamma

Ospite alla Giornate degli Autori a Venezia 76, abbiamo avuto modo di fare una lunga chiacchierata con l'esperto di effetti speciali, che ha lavorato sui set dei film fanta-horror più importanti degli ultimi 30 anni

craig caton slimer set ghostbusters

Oggi tra i più illustri insegnanti della New York Film Academy, il poco celebrato Craig Caton va senz’altro annoverato tra i più interessanti Visual Effects Artist, burattinai, esperti di animatronics e animatori 3D della sua generazione, avendo lavorato al fianco di alcuni dei più grandi registi di Hollywood, da Steven Spielberg a Tim Burton, da James Cameron a John Carpenter, passando per Paul Verhoeven a Ron Howard, calpestando i set di alcuni dei film di fantascienza e fanta-horror più celebri degli ultimi 30 anni.

Gradito ospite delle Giornate degli Autori alla recente Mostra del Cinema di Venezia (dove ha tenuto un workshop sponsorizzato dalla  NYFA per i giovani giurati di 28 Times Cinema e una masterclass aperta al pubblico), abbiamo avuto la possibilità di intervistare Craig Caton, parlano con lui di alcuni dei moltissimi film a cui ha lavorato durante la sua lunga carriera e scoprendo aneddoti assolutamente divertenti legati al suo lavoro sul set.

Craig CatonPuoi dirmi qualcosa del tuo rapporto con John Carpenter e del tuo lavoro su Grosso Guaio a Chinatown (le 47 curiosità sul film del 1986)?

A quel tempo ero alla Boss Film Corporation, a Marina del Rey, e avevo appena finito di lavorare al primo film dei Ghostbusters (1984). John Carpenter si presentò col progetto di Grosso Guaio a Chinatown, e ci abbiamo lavorato. Fu divertente, perché ebbi l’occasione di incontrare James Hong [l’interprete di Lo Pan]. Una delle cose più divertenti fu lavorare sul set chiamato “L’inferno dei peccatori a testa in giù”, che implicava una scena sott’acqua.

Si trattava della seconda volta in cui avevo a che fare con una sequenza di questo tipo, e fui incaricato di ‘gestire’ questi cadaveri che galleggiavano a testa in giù, che erano fatti di questo materiale spugnoso, che però li faceva galleggiare fin troppo bene! Ebbi quindi delle difficoltà a trovare il modo di farli affondare, così li riempii con 150 pound (68 kg) di pesi di piombo così da farli affondare nella piscina gigante che avevano preparato per la scena.

Si rivelò una sfida riuscirci! Una delle cose più interessanti che ricordo dell’esperienza sul set di Grosso Guaio a Chinatown furono le chiacchierate con John Carpenter. Entrambi siamo piloti di elicottero, così un giorno mi avvinai chiedendogli di questa passione comune. Il suo volto si illuminò subito, perché, sapete, tutti andavano da lui per chiedergli dei suoi film precedenti, come Halloween … Insomma, ci divertimmo a parlare di elicotteri!

Visto che l’hai menzionato, cosa mi dici del tuo coinvolgimento in Ghostbusters – Acchiappafantasmi di Ivan Reitman, nel quale non risulti però accreditato ufficialmente …

Si, più di cinquanta di noi non furono accreditati, e così, per scusarsi, nonostante non facesse una grossa differenza, pagarono addirittura una pagina pubblicitaria su Variety, così che i nostri genitori potessero vedere che io e altri avessimo lavorato davvero al film. Comunque, il mio contributo principale fu su Slimer, aiutai a costruirlo. Il suo nome vero, non so se lo sai, era ‘The Onionhead Ghost’ e doveva essere il fantasma di John Belushi [la storia del bizzarro modo in cui nacque l’idea del pupazzo] In ogni caso, stavamo cercando un modo per tenere sospeso il corpo di Slimer, e mi venne l’idea di utilizzare le tute scure , hai presente quelle che si usavano una volta? … poi mi occupai anche di creare il meccanismo che muoveva la sua bocca.

Ero il capo dei burattinai sul set. Ogni volta che vedete Slimer masticare qualcosa, sono io che lo muovo! C’era questa sbarra che in pratica andava dalla sua mandibola fino a terra e io ero sdraiato sul pavimento a spingerla su e giù. In più usammo cibo vero, cose tipo purè di patate, gelatina, biscotti, ecc. C’era Mark Bryan Wilson dentro alla tuta di Slimer e in sostanza il cibo finiva dentro la bocca, cadeva lungo il suo corpo e finiva sulla mia faccia al di sotto! [risate] Io indossavo questa tuta nera da burattinaio, e alla fine di ogni giornata di lavoro la portavo in questa lavanderia per farla pulire.

Il primo giorno mi fecero pagare 6 dollari, ma dopo avergliela portata praticamente ogni giorno per un mese e mezzo, alla fine mi fecero pagare 45 dollari! Si erano stufati di lavar via gelatina dal mio costume! Un’altra cosa in cui venni coinvolto fu la realizzazione del fantasma nella metropolitana, una scena breve ma che forse ricorderai. Lo realizzammo con hot melt vinyl (vinile a caldo). Girammo la scena al contrario in una cisterna d’acqua (quelle usate per creare nuvole artificiali), e la pellicola fu poi rimontata al contrario.

Questo perché “tirando” il  fantasma dalla coda all’indietro, le protuberanze/tentacoli che gli sporgevano dal mento si muovevano con un effetto molto figo, e in questo modo abbiamo ricreato lo stesso movimento dei tentacoli facciali mentre il fantasma usciva dalla metropolitana. Fu divertente. Ghostbusters è sicuramente uno dei film più divertenti a cui abbia mai partecipato. Già mentre ci stavamo lavorando, tutti quanti sapevano che sarebbe stato un film divertente da vedere.

Craig Caton (3)Hai avuto modo di vedere il Ghostbusters ‘al femminile’ di Paul Feig (le 20 curiosità sul film)?

Si. Devo dirti che ho apprezzato molto la prima metà, molto meno invece la seconda, quando si trasforma in un film d’azione. Però hanno fatto un lavoro migliore su Slimer di quanto visto in Ghostbusters II, in cui il suo aspetto è piuttosto ridicolo …

Parlando di sequel recentemente arrivati nelle sale, qualche mese fa è uscito The Predator di Shane Black (la recensione) e tu hai lavorato a entrambi i primi due film della saga

Si. Dunque, per quanto riguarda il primo Predator, il mio contributo riguarda essenzialmente le primissime scene. Sai quando vanno nella foresta? Cosa trovano? Un elicottero! [ride] All’epoca stavo prendendo lezioni per diventare pilota di elicotteri e Steve Johnson pensò che sarebbe stato molto divertente che fossi io a interpretare il cadavere di uno dei piloti all’interno dell’elicottero. per qualche ragione avevamo ancora il calco della mia testa realizzato per il film Stuff, il gelato che uccide del 1985, così gli rompemmo la mascella e facemmo un paio di altri aggiustamenti e lo mettemmo dentro all’elicottero.

Quindi, quando vedete i cadaveri in quella scena, uno sono proprio io! [ride] In ogni caso, quel calco della mia testa è stato poi conservato da Kenny Myers e riutilizzato altre volte, ad esempio in Il Ritorno dei Morti Viventi 2 e più recentemente in un episodio della prima stagione della serie Il Trono di Spade! Ero una delle teste con la bocca aperta, come se stessi gridando – all’epoca se ne facevano pochissime in questa posa – infilata su una picca!

A breve arriverò nei cinema anche il sesto film della saga di Terminator però e tu hai lavorato con James Cameron su Terminator 2 – Il Giorno del Giudizio

Fu uno di quei film in cui abbiamo dovuto reagire velocemente ed improvvisare molto spesso. Ci veniva chiesto di costruire un effetto speciale alla volta. In genere per ogni effetto si impiegavano 3 o 4 settimane. Un giorno ci eravamo preparati per la scena in cui il T-1000 riceve un colpo di fucile in piena faccia mentre guida il camion.

La sera eravamo sul set pronti a girare, ma James Cameron ci disse che invece avrebbe voluto girare la scena in cui la moto salta sopra l’elicottero, Quindi, all’improvviso, ci trovammo nella condizione di dover creare un T-1000 finto da mettere su una moto per spedirlo contro un elicottero dal secondo piano di un palazzo. All’inizio della giornata di lavoro non avevamo però un manichino adatto. Entro le 4.00 della mattina tuttavia avevamo risaldato uno, spellato, messo sulla moto e lanciato contro l’elicottero.

L’elicottero era una replica a grandezza naturale e uno degli stuntmen disse che voleva essere il pilota all’interno durante la scena. James Cameron gli disse che non c’era bisogno che lo facesse e lo convinsero a non farlo. Fu una fortuna, perché quando lanciarono la moto, la velocità fu tale che la moto praticamente trapassò l’elicottero: uno dei supporti di atterraggio si ruppe e la moto si incastrò dentro la cabina di pilotaggio. Se ci fosse stato qualcuno all’interno si sarebbe sicuramente ferito gravemente. Fu un bene quindi!

Craig Caton (2)Ho naturalmente anche una domanda sul tuo contributo a Jurassic Park e il tuo rapporto con Steven Spielberg

Ti racconto un aneddoto. Un giorno, stavo pensando alle mie cose sul set di Jurassic Park e vedo Steven Spielberg che sta parlando con questa donna e mi sta indicando. Un minuto dopo lei era davanti a me, chiedendomi di seguirla. Non avevo la minima idea della ragione, pensai che potesse essere un avvocato e che avessi fatto qualcosa di grave.

Mi condusse al bungalow della Amblin e dentro ci trovai questa cassa, tipo quella che si vede in I Predatori dell’Arca Perduta. In effetti, era stata costruita dalla stessa persona che aveva fatto quella del film. Dentro, con mia sorpresa, c’era il pupazzo di E.T. l’extraterrestre. Mi dissero che la luce del suo dito si era rotta, e volevano sapere se fossi in grado di ripararla.

Mi ci misi all’opera, e scoprii che la luce era quella di una automobile Dodge della fine degli anni ’70. Così andai a comprare un paio di lampadine, spendendo circa 4 dollari, ne misi una e poi riattaccai la pelle e tutto il resto. L’intera operazione mi portò via 15 o 20 minuti di lavoro. Lo riportai alla donna, funzionante, e lei mi disse quanto mi dovesse per il lavoro. Le dissi 40 dollari, perché si era sostanzialmente trattato di avvitare una lampadina!

Lei mi disse: “Ma stai scherzando? Cosa vuoi, azioni della società? L’ultima persona che l’ha riparato ci ha chiesto 15.000 dollari!“. Da quel giorno, fui incaricato della manutenzione di E.T., fino al 2010, quando è stato ritirato. E.T. ed io abbiamo visto il mondo insieme, siamo stati in Inghilterra a girare delle pubblicità di compagnie telefoniche – sai, “phone home” – siamo stati a New York per uno spot della catena Wendy’s.

E poi c’è un altro episodio divertente su E.T: Per molto tempo l’ho conservato nel mio garage, nella San Fernando Valley. La porta non era un gran che, ma nessuno sapeva che lo tenevo lì per evitare possibili furti. Un giorno, pioveva, decisi che dovevo dargli un riverniciata, perché col tempo si era scrostato. La vernice per spruzzarlo però conteneva terribili agenti chimici e solventi. Così mi misi al lavoro, con la porta del garage aperta giusto un po’.

I fumi della vernice fuoriuscirono, arrivando alla case dei vicini di fronte e poco tempo dopo sentii questi colpi sulla porta. Era la polizia con le pistole spianate, avvertita perché i vicini avevano creduto che quella puzza provenisse da un laboratorio clandestino di droghe! Per farla breve, appena videro che si trattava di E.T. misero via le armi e uno di loro torno qualche ora dopo con suo figlio sulle spalle per farsi delle fotografie con E.T!!

Craig Caton (4)Tu hai lavorato anche con Tim Burton, in Edward Mani di Forbice, Beetlejuice e Batman il Ritorno

Ho anche aiutato Tim Burton a creare un logo molto tempo fa e in un make-up test per Frankenweenie. Per quanto riguarda Beetlejuice, ho un ricordo in particolare. C’era questa grande creatura con i tentacoli, l’attorcigliammo intorno all’attrice ed io avrei dovuto tirare per “srotolarla”, in modo che, montando la pellicola al contrario sembrasse che la creatura la stesse catturando avvolgendola.

Quindi tirai una volta, ma non successe quasi nulla. Tim mi disse allora di tirare forte, e così tirai una seconda volta e la srotolai solo a metà. Tim mi disse di nuovo di tirare più forte che potessi, tanto che lei allora finì direttamente in aria! [ride] Poi ricadde per terra, sulle ginocchia, e le cose si fecero piuttosto silenziose intorno … Un paio d’anni più tardi andai sul set di Batman il Ritorno, dove aiutai a costruire una trentina di pupazzi di pinguini meccanici per il film. A un certo punto arrivò quella stessa attrice e io, sentendomi in imbarazzo ad incontrarla, mi nascosi in un angolo della stanza …

Tim Burton vide il mio comportamento e mi disse che dopo pranzo mi avrebbe raccontato un segreto. Cosi ci rivedemmo e lui mi disse: “Tu hai lavorato a Beetlejuice!! Ecco perché ti sei nascosto quando lei è arrivata sul set!!”. Quindi si, è stato divertente pensare che Tim Burton avesse collegato il perché della mia fuga. Concludendo con Edward mani di forbice, non feci nulla di concreto sul set, ma aiutai a costruire le mani e il guanto definitivo.

All’epoca ricordo che stavo lavorando anche su Predator 2, e Stan Winston, uno dei più grandi artisti del make-up della storia, aveva assunto questo tizio per occuparsi delle parti meccaniche del guanto di Edward. E passarono cinque mesi e questa persona venne da noi ma non aveva assolutamente nulla di pronto e mancavano solo due settimane all’inizio delle riprese. Così, Stan intervenne e disse che io mi sarei dovuto occupare del pollice, Richard Landon avrebbe fatto un altro dito e così via, affidando a ciascuno la meccanica di un dito.

Fui il primo a terminare il compito e ad attaccare il dito al guanto, poi arrivò Richard Landon e montai il suo dito e così via con tutti gli altri. Facemmo tutto in circa due settimane. Si, siamo stati molto veloci. Fu molto divertente. Credo che non ci sia lavoro migliore che costruire giocattoli e venir pagati per farlo.

Di seguito il creature reel di Craig Caton: