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Plaza Suite: alla prima dello spettacolo con Tedeschi e Caprioglio (Teatro Manzoni)

16/10/2024 news di Giovanni Mottola

Il resoconto dello spettacolo diretto da Ennio Coltorti che porta in scena l'opera di Neil Simon

caprioglio e tedeschi plaza suite 2024

Scherzando, si potrebbe dire che Plaza Suite è una commedia di un americano che piace ai Tedeschi. Non però a quelli “di Germania”, anzi lontani per indole dallo stile brillante di Neil Simon, ma a quelli d’Italia, cioè Gianrico e Corrado.

Il primo la portò in scena nel 1991, insieme alla compagna di vita e di palcoscenico Marianella Lazlo, dopo aver già fatto pratica col testo per aver doppiato il protagonista Walter Matthau nella versione cinematografica del 1971.

Il secondo, che di Gianrico NON è parente, la riprende oggi dopo un suo primo allestimento avvenuto una quindicina d’anni fa. Allora aveva tre diverse compagne di scena, una per ciascuno degli episodi narrati nella piece; questa volta, invece, le tre parti femminili vengono interpretate tutte da Debora Caprioglio.

In questo modo si perfeziona la simmetria tra le due performance, con entrambi gli attori chiamati a incarnare tre figure molto diverse nello spazio di un paio d’ore scarse. In comune l’ambientazione, la lussuosa suite 719 dell’Hotel Plaza di New York, e il tema, i problemi della coppia.

plaza suite 2024 posterNel primo episodio una moglie tenta di ravvivare un matrimonio da tempo imbolsito trascorrendo col marito la serata del loro anniversario nella stessa camera in cui vissero la luna di miele. Lui però è ormai dedito al lavoro e, forse per paura d’invecchiare o forse per istinto malandrino, alla sua segretaria.

Nel secondo un maturo produttore cinematografico invita nel suo albergo un’ingenua provinciale con cui ebbe una storia anni prima. Il candore un po’ ipocrita di lei cederà presto alla fascinazione per il mondo dorato in cui sguazza lui.

Nel terzo una coppia di genitori cerca d’indurre la figliola, in procinto di sposarsi, a uscire dal bagno in cui si è rinchiusa per la paura di compiere il grande passo.

Da tutti e tre gli episodi si può cogliere il grande affiatamento tra Tedeschi e la Caprioglio, ormai giunti al quinto lavoro teatrale insieme. Ciò consente loro di lasciare anche spazio ad efficaci improvvisazioni, come hanno rivelato essi stessi a proposito del secondo sketch.

Anche se forse il momento d’improvvisazione più riuscito avviene per un imprevisto, quando a Tedeschi per due volte cadono i pantaloni di un pigiama troppo largo, suscitando l’ilarità del pubblico e dell’attore stesso, che fatica a contenere la propria risata.

È questo il momento più sinceramente spassoso dell’intera commedia, e lo affermiamo senza alcun intento critico. Il testo di Neil Simon non punta infatti alla risata grassa, ma piuttosto a un sorriso raffinato, invitando altresì a riflessioni a tratti anche amare sulle miserie quotidiane della coppia.

Da questo punto di vista si può affermare che Tedeschi restituisce alla commedia, rispetto alla versione cinematografica, il suo spirito originario. Egli è stato spesso definito, anche un po’ per celia, il ‘Cary Grant italiano’, non certo il ‘Walter Matthau italiano’.

E infatti apporta allo spettacolo l’elegante e leggera ironia del primo in luogo del più comico cinismo, burbero e feroce, del secondo.

Una scelta saggia, perché più incline alla sua natura e perché evita di sottoporlo a un confronto diretto, quello con Matthau, che nel campo della commedia brillante sarebbe impari per chiunque. Se Tedeschi è bravo, la Caprioglio addirittura lo supera, risultando ugualmente credibile nei toni comici come in quelli malinconici.

La sua padronanza della scena rispecchia un’esperienza teatrale ormai quasi trentennale, iniziata nel 1997 con lo spettacolo Una bomba in ambasciata per la regia di Mario Monicelli, in una delle sue rare incursioni in palcoscenico. In quell’occasione la Caprioglio era l’attrice giovane di una compagnia in cui lavoravano due vecchie glorie come Isa Barzizza e Carlo Croccolo.

Le fa molto onore l’orgoglio con cui ancora oggi ricorda di aver debuttato con loro e l’ammirevole umiltà con cui riconosce di averli avuti come maestri. Anche loro, vedendola oggi in scena, potrebbe dirsi orgogliosi di averla avuta come allieva.

Merita un elogio anche la regia lineare di Ennio Coltorti, il quale non pretende di ritoccare il testo di un genio, come troppo spesso fanno i cattivi registi, ma si limita a fare il necessario per esaltare il copione e gli interpreti.

Plaza Suite costituisce dunque un debutto riuscito per la stagione della prosa del Manzoni, nonché un perfetto antipasto in vista del prossimo spettacolo in cartellone, I Ragazzi Irresistibili, anch’esso di Neil Simon, interpretato dai mostri sacri Umberto Orsini e Franco Branciaroli

Di seguito trovate il trailer di Plaza Suite, al Teatro Manzoni di Milano dal 15 al 27 ottobre: