Voto: 7.5/10 Titolo originale: Alien 2 - Sulla terra , uscita: 11-04-1980. Regista: Ciro Ippolito.
Riflessione: Alien 2 – Sulla Terra di Ciro Ippolito, quando il rip-off è sublime
14/03/2020 recensione film Alien 2: Sulla Terra di William Maga
Nel 1980 il regista napoletano esordiva dietro alla mdp con una sorta di sequel / spin-off del classico di Ridley Scott, coinvolgendo il giovane Michele Soavi e costruendo un tipico film di genere italiano, con relativi pregi e difetti
Dopo avervi parlato un paio di anni fa di Terminator 2 di Bruno Mattei (l’approfondimento) che chiudeva in gloria gli anni ’80, è giunta l’ora di ripescare il film che li aveva aperti altrettanto incredibilmente, Alien 2 – Sulla Terra (Alien 2 – On Earth), uscito nei cinema nel 1980.
Thelma Joyce (Belinda Mayne) fa parte di una squadra di speleologi che si recano in un sistema di grotte inesplorato come parte di una spedizione durante un fine settimana. Contemporaneamente, una navicella spaziale sta tornando sulla Terra dopo aver fallito la sua missione. All’epoca sconosciuto all’umanità, la navetta ha riportato con sé uno strano parassita, che ha assunto la forma di un cristallo blu simile a una roccia. Dopo un crollo in diretta televisiva, a causa di un disturbo psichico che fa vedere a Thelma dei mostri, il suo ragazzo Roy (Mark Bodin) la conforta e la porta al bowling dove il resto de gli amici li sta aspettando.
Burt (Michele Soavi), membro della squadra, nota una delle rocce dall’aspetto insolito e se la infila nello zaino. Quando però entrano nelle grotte, la pietra inizia a pulsare, e ben presto il gruppo scopre che si tratta in realtà di un uovo alieno. Intrappolati a molti metri di profondità sottoterra, gli speleologi devono così trovare una via d’uscita da quell’oscuro e umido mondo, ma questa volta i mostri non saranno soltanto nella mente della visionaria di Thelma.
Alien 2 – Sulla Terra viene generalmente considerato uno spudorato rip-off / pseudo sequel di Alien di Ridley Scott (la recensione), poco inventivo e approssimativo. Quello che molti dimenticano, è che il cinema di genere low budget italiano di quegli anni viaggiava secondo un proprio preciso insieme di regole. Non c’è spazio per i tradizionali ritmi americani e le narrazioni logiche, poiché questi film dovevano essere terminati in tempi rapidissimi e offrire al pubblico immagini promozionali e idee – almeno sulla carta – di grande impatto immaginifico.
Buchi della trama, momenti senza senso e trucchetti malevolmente ingannevoli facevano parte del gioco. Ecco perché molti di questi titoli presentano incredibili atmosfere stravaganti, clamorosi momenti splatter e recitazione para amatoriale. In che modo avremmo altrimenti potuto vedere uno zombi che combatte contro uno squalo sott’acqua, topi umanoidi che danno fuoco agli umani o bambini morti col complesso di Edipo che mordono il capezzolo della madre … Questo tipo di follia ha attirato per anni i cacciatori di fanta-horror alternativi.
Diretto da Ciro Ippolito, all’esordio dietro alla mdp, con lo pseudonimo di Sam Cromwell, Alien 2 – Sulla Terra è probabilmente poco conosciuto quanto il suo regista, sceneggiatore e produttore e difficilmente sono in cima alla lista di quelli che vogliono riscoprire il cinema bis italiano dei bei tempi andati, che sicuramente privilegiano – giustamente – Dario Argento, Mario Bava e Lucio Fulci.
Classe 1947, il napoletano Ciro Ippolito inizia la sua esperienza nel cinema come attore, partecipando a Classe di ferro di Turi Vasile (1957), Agostino d’Ippona, regia di Roberto Rossellini (1972), La badessa di Castro di Armando Crispino (1974), Flavia, la monaca musulmana di Gianfranco Mingozzi (1974) e La fine dell’innocenza di Massimo Dallamano (1976). Nel 1978 diventa scrittore di sceneggiature, iniziando un sodalizio artistico col regista Alfonso Brescia che lo avrebbe portato a scrivere per lui ben sei film di genere poliziesco, tra cui Napoli… serenata calibro 9, Il mammasantissima e I contrabbandieri di Santa Lucia.
Finalmente, sul finire degli anni ’70 gli viene concessa la chance di dirigere un film tutto suo, quello che diventerà, appunto Alien 2 – Sulla Terra). Ciro Ippolito avrebbe continuato a scrivere, produrre e girare film, tra cui forse il più celebre è Arrapaho del 1984, ma tra le trentina di titoli nel suo curriculum, quello d’esordio è certamente il più memorabile, nel bene o nel male.
Inutile ribadire come l’odissea nello spazio profondo in cui nessun può sentirti urlare in cui Sigourney Weaver e i suoi colleghi si erano trovati loro malgrado coinvolti nel 1979, braccati da un terribile Xenomorfo, scosse dalle fondamenta il mondo del cinema. Di conseguenza, Alien ispirò – anche a stretto giro – una miriade di pellicole a basso costo che intendevano sfruttarne l’onda lunga di successo commerciale.
Gli italiani, avanti anni luce a tutti all’epoca, si gettarono nell’impresa, regalando al pubblico opere artigianali come Contamination di Luigi Cozzi, La bestia nello spazio di Alfonso Brescia e Alien 2 – Sulla Terra, senza contare gli innumerevoli zombie movie e post-apocalittici (ispirati anche da Mad Max, George A. Romero e 1997: Fuga da New York).
Ora, Alien 2 – Sulla Terra potrebbe non essere il miglior sottoprodotto ispirato a un originale hollywoodiano, ma non è nemmeno il peggiore. Tutto sommato, nonostante un ritmo non esattamente forsennato, funziona nei suoi appena 81 minuti di durata, è abbastanza divertente (spesso involontariamente), e può contare su qualche bell’effettaccio gore. Va anche sottolineato che in qualche momento ricorda il seminale La Cosa di John Carpenter del 1982 (la recensione) e che ha anticipato, almeno per quanto riguarda le location usate a sfondo horror, sia Le porte dell’inferno di Umberto Lenzi (1989) che The Descent – Discesa nelle tenebre 2005 di Neil Marshall (la recensione).
Una delle critiche che più spesso si leggono su Alien 2 – Sulla Terra è che sarebbe “dolorosamente lento“. Se è indubbio che non ci sia un vero e proprio protagonista col quale identificarsi e che dobbiamo aspettare quasi venti minuti prima di vedere del sangue, il primo atto del film è utile a creare una certa familiarità (magari un po’ superficiale, ok …) coi personaggi.
In più, è qui che il regista ci dà la maggior parte delle informazioni su quello che sta accadendo: le “visioni” di Thelma dei mostri che le stanno causando grossi problemi psico-fisici, la storia parallela con gli astronauti sulla via del ritorno (una storia della genesi, hanno portato l’alieno con loro) e dettagli più piccoli, come quando la squadra entra nel bar e parla delle dimensioni del sistema di grotte inesplorato che hanno scoperto. Dettagli insignificanti che però serviranno più avanti nel film.
E questa quantità di piccole informazioni, se le si nota, che rende divertente Alien 2 – Sulla Terra e fa capire come la storia tratteggiata da Ciro Ippolito – attenzione, non stiamo parlando dei dialoghi, quelli devono essere banali e assurdi per contratto – sia in fondo divertente e meno campata per aria di quanto sembri, con uno svolgimento peraltro coerente. Essendo speleologi, un’area di studio che combina diversi campi, tra cui la geologia, non sorprende infatti che Burt trafughi la roccia.
La sua intenzione è evidentemente quella di esaminarla da vicino con calma in seguito. C’è una spiegazione anche per il motivo per cui i protagonisti superstiti semplicemente non lasciano le caverne nello stesso modo in cui sono entrati. Perché c’è il terribile mostro in cima alla discesa che hanno usato per salvare Jill (Valeri Perilli). Invece sono costretti a scavare più a fondo negli inferi mentre cercano una via d’uscita alternativa, e più in profondità vanno, più stretta e oscura si insinua la suspense.
Poi c’è la parsimoniosa costruzione della tensione. Ma, saltando il classico attacco ad effetto iniziale e semplicemente accennando soltanto ai gravi pericoli – come la bambina con la faccia spappolata – Alien 2 – Sulla Terra permette allo splatter di colpire più duro quando arriva il momento di far scorrere sangue e urla.
Non c’è niente di peggio che scatenare un terrificante, sconosciuto essere aliene all’interno di una grotta senza luce dove tutti sperimenterebbero naturalmente un certo livello di claustrofobia.
E anche se sono state le restrizioni di budget (appena 100 milioni di lire, ma originariamente avrebbero dovuto essere 400, una somma utilizzata dal socio storico di Ciro Ippolito, Angiolo Stella, per appianare dei debiti pregressi con la banda della Magliana!) a impedire al regista di mostrare completamente il suo mostro (realizzato con della trippa, su suggerimento di Mario Bava) – nonostante il grande attacco tentacolare su Cliff, e il POV davvero bizzarro dall’interno della bocca durante il momento clou del film – la scelta necessaria di celarlo ottiene i suoi frutti, perché non ci sarebbe stato comunque modo eguagliare anche solo lontanamente le creazioni di H.R. Giger senza scadere nel ridicolo.
Anche la sottotrama riguardante la navetta spaziale piuttosto inventiva. È più o meno la stessa cosa fatta da George A. Romero in La notte dei morti viventi nel 1968, che attraverso la TV e la radio raccontava la genesi dell’epidemia che aveva riportati in vita i cadaveri. Ciro Ippolito si avvale di materiale di repertorio per mostrarci effettivamente gli eventi invece di parlarne. Il regista ricorre a video d’epoca per integrare scene che mai avrebbe potuto girare lui, dando respiro al film e facendolo apparire più grande di quello che era in realtà (pensiamo alle immagini della enormi navi della Marina americana che si preparano a intercettare la navetta al suo rientro).
Il finale di Alien 2 – Sulla Terra è poi cupo e disperato, non lontano da quello tipico dei film di zombi e apocalittici coevi. Gli scordi della San Diego deserta sono davvero efficaci e suggestivo e il merito va anche al direttore della fotografia Silvio Fraschetti, chiamato a lavorare alle prime luci dell’alba prima che la città californiana prendesse vita per creare questa atmosfera da incubo. Ma la location più ad effetto – ispirata da un documentario visto in TV da Ciro Ippolito su quelle di Frasassi – restano le splendide Grotte di Castellana in Puglia, vecchie di quasi cento milioni di anni. Un bel plus naturale per il film, col regista che portò il cast e la troupe a 70 metri sotto il livello del mare per cercare un risultato credibile.
Parlando degli attori coinvolti, nessuno fu particolarmente attivo nel genere – prima o dopo – a parte Belinda Mayne, attiva anche in campo internazionale (Non aprite prima di Natale!, Krull), Mark Bodin, che aveva partecipato, sempre nel 1980, al famigerato Antropophagus di Joe D’Amato, e, ovviamente, Michele Soavi, divenuto poi regista a sua volta (anche qui, come da consuetudine per lui, il suo personaggio, non fa una bella fine …).
Infine, c’è la colonna sonora. Tra i nomi più noti del panorama italiano di tutti i tempi ci sono Guido e Maurizio De Angelis (la nostra intervista esclusiva), ovvero gli Oliver Onions. La loro soundtrack per Alien 2 – Sulla Terra, che spazia dalle morbide ballate alla chitarra fino all’electro funk e i sinistri suoni dell’horror, si adatta come un guanto alle immagini e, diversamente dalla dalle canzoni pop e rock che avrebbero preso piede da lì a qualche anno, non invecchia.
In definitiva, Alien 2 – Sulla Terra è un piccolo film cupo, molto probabilmente ispirato all’Alien di Ridley Scott, emblema di un tempo orma lontanissimo in cui la scaltrezza e l’inventiva dei nostri cineasti permettevano la realizzazione di opere simili, derivative, ingenue, truffaldine (nei titoli …), ma comunque capaci di reggersi sulle loro gambe e regalare un po’ di svago fanta-horror a chi non avesse chissà quali pretese.
Di seguito il trailer internazionale di Alien 2 – Sulla Terra:
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