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Voto: 6/10 Titolo originale: すずめの戸締まり , uscita: 11-11-2022. Regista: Makoto Shinkai.

Suzume: la recensione del nuovo film animato di Makoto Shinkai

27/04/2023 recensione film di Gioia Majuna

Il regista giapponese torna sulle scene con un'opera che affronta apertamente i fantasmi del terremoto del Tōhoku, ma il risultato è meno penetrante di quanto era lecito aspettarsi

suzume film 2023 shinkai

Lo spettro del terremoto e dello tsunami dell’11 marzo 2011 incombe da tempo sul cinema giapponese, con molti dei maggiori successi recenti e filmmaker influenzati da quel disastro testimoniano. Così come Nobuhiko Obayashi aveva creato una trilogia di film ispirati ai due disastri della Seconda Guerra Mondiale e registi come Hideaki Anno l’hanno usato come base per il suo Shin Godzilla del 2016, ognuno dei recenti titoli animati di grande successo commerciale diretti da Makoto Shinkai è impossibile da separare dall’impatto che quell’evento catastrofico ha avuto su di lui.

Makoto Shinkai ha infatti apertamente citato l’11/03/11 come fonte di ispirazione per Your Name del 2016 (la recensione) e l’argomento è affrontato in modo molto simile nell’immaginare i fantasiosi disastri meteorologici narrati in Weathering With You del 2019 (la recensione).

Suzume (Suzume no tojimari) è forse il film più esplicito nell’affrontare un argomento che evidentemente affascina e tormenta questi registi profondamente, ponendo l’accento sull’umanità che emerge nell’aiutare gli altri in un momento di tragedia, anche se questa non viene poi del tutto ripagata.

suzume film poster 2023Nonostante le due ore di durata, Suzume non perde tempo per dare il via al suo viaggio attraverso i territori del Giappone. Prima ancora che scorrano i titoli di testa, una liceale – lSuzume appunto – incontra il misterioso Souta Munakata mentre si sta recando a sigillare una porta magica in un paesino abbandonato per evitare che il miasma che ne fuoriesce impetuoso si diffonda ovunque nella zona causando terremoti di portata tremenda, e presto decide di seguirlo per assisterlo nell’ingrato compito, dopo aver liberato accidentalmente una ‘chiave di volta’ sistemata per prevenire disastri ben più gravi.

È qui, poco dopo la schermata che ci presenta il titolo del film, che un bizzarro gatto parlante trasforma Souta in una sediolina ambulante (e parimenti parlante), e inizia un’avventura attraverso il paese per trovare e chiudere a doppia mandata queste altre porte che continuano ad aprirsi e a rintracciare questo vivace e apparentemente subdolo felino.

Il vagabondaggio per evitare una sciagura di portata nazionale ci scorrazza così dal Kyushu meridionale a Tokyo e poi ancora più a nord, quando viene rivelato il prevedibile legame diretto con Suzume, ma senza che venga dedicato del tempo a farci interessare alla nascente storia d’amore che dovrebbe scattare tra i due personaggi principali, a scapito del nucleo emotivo necessario per consentire una concreta connessione dello spettatore col film (anche ignorando che uno è uno studente universitario e l’altra è ancora una minorenne).

Va premesso che il modo in cui questo ritmo sostenuto e l’afflusso di nuovi personaggi e di ambientazioni vi faranno sentire determinerà probabilmente il vostro gradimento complessivo. Suzume è perseguitata dalla morte della madre in giovane età che la lega indissolubilmente all’universo alternativo che sta al di là di queste porte magiche, ma abbiamo a malapena il tempo di capire come questa insopportabile perdita abbia – e continui ad avere – un impatto sulla ragazzina.

Similmente, il Souta in versione ‘oggetto (in)animato è innegabilmente divertente, ma apprendiamo così poco delle motivazioni dell’immane compito iniziato molti anni prima che è difficile accogliere fino in fondo la gravità del suo senso del dovere nonostante l’impossibile condizione di sgabellino a tre gambe.

Il che è un problema, specie se il fulcro di Suzume è una vicenda che parla di spirito umano che non si lascia abbattere e del trovare la forza di darsi una mano nei momenti più duri. Proprio come il terremoto del marzo del 2011 si è portato via la madre di Suzume, la ricreazione diretta delle scene del disastro di Fukushima agisce spesso come un promemoria del ruolo simbolico della porta come evento traumatico che unisce degli estranei.

suzume film shinkai 2022Tuttavia, se si fa fatica a relazionarsi coi personaggi che dovrebbero essere portatori di questo spirito, mentre piuttosto passiamo il tempo a promuovere le prelibatezze delle cucine locali e a cantare nei karaoke di Kobe (in una delle sequenze migliori del film peraltro), come potremo rimanere davvero soddisfatti da un ultimo atto che esalta improvvisamente in crescendo questi nobili principi di fondo?

Naturalmente, Suzume offre quel tipo di animazione fluida e dettagliata (oltre che gli immancabili ‘flare’) che i fan si aspettano da Makoto Shinkai, e la perfetta integrazione tra CGI e animazione tradizionale per dare corpo al Souta / sediolina è un vero trionfo. Ma questo lo diamo ormai per scontato.

Eppure, per un celebrato regista del suo calibro, la cui carriera ha da sempre fatto leva sulla grande importanza dei legami interpersonali, arrivando a creare alcune delle storie più toccanti ed emotivamente romantiche nel campo dell’animazione giapponese recente, Suzume non si può certo considerare tra le sue opere più efficaci. Sarà che siamo stati abituati troppo bene coi suoi primi lavori, sarà che si è adagiato in territori più ‘commerciali’.

Nonostante il grande (e probabilmente inevitabile a questo punto) successo al botteghino nei paesi dell’Asia, dopo aver tentato per la terza volta – di fila – di rielaborare le proprie personali emozioni su quel grave evento luttuoso nazionale che è stato l’11/03/11, forse è allora giunto per il cinquantenne Makoto Shinkai (che si è anche occupato della sceneggiatura) il momento di trovare un altro obiettivo, qualcosa che possa rivitalizzare il suo cinema prima che si attorcigli del tutto su se stesso.

Di seguito trovate il full trailer di Suzume, nei nostri cinema dal 27 aprile: