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Stanley Kubrick nel 1993: “La violenza nei film non è nociva; Arancia Meccanica ha un messaggio preciso, mentre Tom e Jerry …” | Tra le pieghe del tempo

27/08/2018 news di Redazione Il Cineocchio

Il grande regista americano, nel corso della sua lunga pausa dai set, ripercorreva le critiche collezionate dai suoi lavori, rispondendo a tono a chi non era andato oltre la superficie

kubrick set film arancia meccanica

Dopo aver girato il sensazionale Full Metal Jacket nel 1988, Stanley Kubrick si prese una pausa dai set che sarebbe durata fino al novembre del 1996 (anno di inizio della produzione di Eyes Wide Shut). In questo lasso di tempi non si rifugiò certo in un eremo isolato dal mondo, ma anzi spesso acconsentì a lunghe interviste, parlando della lunga carriera. Una di questa, rilasciata a La Stampa nel 1993, si focalizzò in particolare sulle accuse di estrema violenza presenti in quasi tutti i suoi film.

Il filmmaker americano, allora 65enne, rimandava innanzitutto al mittente i presenti estremismi politici:

Gli estremisti di destra e di sinistra condividono lo stesso disprezzo per l’uomo. Sono diversi soltanto nei programmi. Inutile dunque vederlo impegnato sotto qualche bandiera. Ha la stessa tolleranza dell’entomologo che studi i costumi delle formiche.

E se la guerra non interessava a Stanley Kubrick se non come manifestazione della violenza collettiva, generatrice di caos, la violenza in ogni sua forma è comunque al centro dei suoi studi. Così obiettava a chi lo additava come un regista che incitava e aiutava a diffondere sul grande schermo gli eccessi più estremi della brutalità:

La violenza al cinema non è pericolosa, poichè la gente, anche sotto ipnosi, non fa cose contrarie alla propria natura. Se la violenza fosse nociva, bisognerebbe cominciare a condannare Tom e Jerry.

Riferendosi poi alle critiche ricevute per Arancia Meccanica, l’adattamento del romanzo di Anthony Burgess divenuto film culto per alcune frange estremiste in Inghilterra e negli Stati Uniti, Stanley Kubrick ci teneva infine a puntualizzare non solo che la sequenza del pestaggio al senzatetto era ‘sdrammatizzata’ dal fatto che il protagonista cantasse nel mentre ‘Singing in the rain’ o quella dello stupro avvenisse con montaggio velocizzato (“ma le gente si ferma all’aspetto superficiale”), ma anche che:

Certo, Alex [Malcolm McDowell] è fondamentalmente malvagio, ma ciascuno si identifica un po’ in lui. E poi, dall’istante in cui egli si ferma, sottoposto al lavaggio del cervello, trasformato in vegetale, emerge la violenza che la società esercita su di lui. Infatti non si tratta di dire: ‘Non bisogna linciare chi potrebbe essere innocente, ma non bisogna linciare nessuno’. Il mio film è un tentativo di valutare la scelta che l’uomo è portato a compiere tra Bene e Male.

Come ben sappiamo, le polemiche e le grida delle associazioni più svariate sono ancora oggi ben udibili quando al cinema – o in TV – arriva un prodotto che potrebbe urtare l’animo più sensibile di qualcuno, un qualcuno che spesso – o quasi sempre – non coglie il vero messaggio che vi sta sotto.

Di seguito il trailer originale di Arancia Meccanica:

Fonte: La Stampa