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Voto: 8/10 Titolo originale: Watchmen , uscita: 20-10-2019. Stagioni: 1.

Riflessione | Watchmen (stagione 1): perché guardare oggi i sorveglianti della serie HBO

30/01/2020 recensione serie tv di William Maga

O di come lo showrunner Damon Lindelof sia riuscito ad architettare una imprevedibile meraviglia in barba ad Alan Moore

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Watchmen della HBO è quasi impossibile da consigliare a chiunque. Sono passate cinque settimane ormai da quando lo show si è concluso (pare definitivamente), e non si può che ritrovarsi ancora increduli per l’assurdità e la genialità di un programma televisivo che quasi sicuramente non avrebbe avuto, in nessun altro momento storico, il via libera. Certo, è stato dimostrato che la creazione di adattamenti televisivi di popolari properties nate sui fumetti riesce a catturare un mercato di fan preesistenti, guidandoli verso una data rete avvolte in un piccolo e grazioso pacchetto.

Inoltre, è stato anche dimostrato che, sebbene l’autore originario Alan Moore abbia apertamente disapprovato ulteriori storie ispirate al suo lavoro, gli appassionati di Watchmen sono di tutt’altro avviso, con la DC che ha nel 2013 pubblicato una decina di storie disegnate che fungessero da prequel (Before Watchmen). Diamine, è alquanto difficile definire Watchmen di per sé un titolo di nicchia: è uno dei più venduti graphic novel di sempre e uno dei pochi ad essere addirittura finito nella lista dei 100 più grandi romanzi di tutti i tempi di Time Magazine.

watchmen serie 2019 posterCuriosamente, la difficoltà nel raccomandare il sequel della HBO di Watchmen risiede nella sua assoluta fedeltà al fumetto. La versione cinematografica di Zack Snyder del 2009 è stata da molti salutata come un adattamento quasi perfetto del materiale originale, con alcune scene che hanno ricreato dal vivo interi riquadri disegnati da Dave Gibbons negli anni ’80. Tuttavia, c’era un preciso aspetto che persino quell’adattamento filmico iper-rispettoso aveva deciso di non riproporre al pubblico generalista: il calamaro gigante. Facile comunque intuire perché il regista abbia optato per una soluzione un po’ più … raffinata per l’atto finale del film.

Invece, nell’episodio pilota della serie HBO – È estate e stiamo finendo il ghiaccio -, piccoli calamari piovono dal cielo come se si trattasse di un evento normalissimo, senza che nessuna grande spiegazione venga fornita agli spettatori ignari del riferimento.

Qui si capisce bene come a Watchmen interessi ben poco un “pubblico occasionale” e questo è senz’altro uno dei suoi punti di forza. La HBO è nota per i suoi contenuti di alta qualità che non evitano di trattare controversi temi riservati a un pubblico adulto; Il Trono di Spade era colma di omicidi, nudità e incesti, riuscendo comunque a diventare uno degli show più popolari di tutti i tempi. Sebbene Watchmen non si possa definire ‘graficamente impressionante’ come altri prodotti della rete (anche se non mancano momenti violenti o sanguinosi già nei primi quattro episodi), è incredibilmente surreale.

Le persone che hanno smesso di seguire The Umbrella Academy perché c’era una scimmia parlante, probabilmente non saranno durate nemmeno un minuto dentro l’universo dalle intricate e oscure linee temporale costruite per Watchmen (non è un caso che gli spettatori non abbiano mai raggiunto il milione di unità). Nonostante l’aspetto bizzarro e quasi onirico di molte scene, l’argomento principale e la ‘brevità emotiva’ della stagione racchiudono un realismo contraddittorio difficile da afferrare.

È cosa nota che Alan Moore, ideatore di alcune delle storie a fumetti più osannate di tutti i tempi, odia quelli che mettono mano alle sue creazioni. Purtroppo per lui, gli adattamenti precedenti dei suoi lavori sono tutt’altro che memorabili. From Hell, uno studio psicologico approfondito sulla mente di un serial killer è stato imbastardito e trasformato in un banale thriller, mentre La leggenda degli uomini straordinari è stato così tremendo in generale da convincere Sean Connery a smettere di recitare. Queste esperienze hanno per forza di cose lasciato estremamente amareggiato lo scrittore inglese, tanto da convincerlo che “nulla di buono potrà mai derivare da quasi tutti gli adattamenti” e che non ci sia “nulla che possa farmi interessare a Hollywood”.

watchmen serie 2019 hboTra tutte le sue opere, Alan Moore è stato molto aperto circa il suo completo disaccordo specie con l’uso da parte della DC dei suoi amati Watchmen. In un’intervista con la rivista Wired di circa un decennio fa, il ‘bardo di Northampton’ discuteva della sua relazione compromessa con la grande casa editrice:

Mi hanno offerto di ridarmi i diritti di Watchmen, se avessi accettato alcuni inebetiti prequel e sequel. […] Non ho più nemmeno una copia di Watchmen in casa. […] Ma ora non rivoglio i diritti di Watchmen. Certamente non li rivoglio in questi termini. […] Il mondo dei fumetti ha molte connessioni spiacevoli e, quando ci ripenso, molti di loro hanno a che fare con Watchmen.

Quindi, se l’autore stesso non perdona ritocchi / aggiunte a quello che ha creato e concluso, dovremmo noi accettarli di buon grado? Di solito, i puristi oltranzisti si rifiutano categoricamente di accettare qualsiasi cosa possa anche solo vagamente rovinare l’eredità di una property amata. In quanti si sono lamentati online di Before Watchmen al momento dell’uscita, boicottando il progetto e rifiutandosi di versare soldi nelle ‘avide mani della DC? E questa serie allora? Evidentemente, nei limiti, ha incuriosito molti. Basta vedere l’episodio pilota per capire come questa trasposizione se ne freghi anche di Alan Moore. A tal proposito, lo showrunner Damon Lindelof era stato abbastanza chiaro sul suo ‘disinteresse informato’ verso i sentimenti dello scrittore:

Ritengo che lo spirito di Alan Moore sia uno spirito punk rock, uno spirito ribelle, e che se diceste ad Alan Moore, un Moore adolescente nel ’85 o ’86, ‘Non ti è permesso farlo perché il creatore di Superman o il creatore di Swamp Thing non vogliono che tu lo faccia’, lui risponderebbe: ‘Vaffanculo, lo faccio lo stesso!’. Quindi sto canalizzando lo spirito di Alan Moore per dire ad Alan Moore: Fottiti, lo faccio comunque!’.

Qui, Damon Lindelof non si limita quindi a professare la scusa della “morte dell’autore” alla quale i siti di fanfiction di tutto il mondo si aggrappano per giustificare le loro personalissime reinterpretazioni del canone. Piuttosto ha scelto di sparare in piena faccia ad Alan Moore, appendere la sua carcassa e celato qualsiasi eventuale rimorso per le sue azioni. Va detto che nell’edizione americana di Watchmen in brossura, è proprio dello sceneggiatore il quote finale, che definisce il fumetto “La più grande opera di narrativa popolare mai prodotta“. Ovviamente, la adora(va), sentendo però ugualmente di avere altro da aggiungere e stabilendo che fosse pienamente del medesimo spirito. Siamo quindi di fronte a una fanfiction ad alto budget? Forse, ma ricordiamoci che a decine di migliaia di persone in tutto il mondo piace ignorare i tweet di J.K. Rowling, quindi non è irragionevole per Damon Lindelof aver scelto consapevolmente di ignorare i desideri di Alan Moore.

Jeremy Irons in Watchmen (2019) serieWatchmen è la quintessenza della definizione di televisione punk-rock. Non avrebbe dovuto funzionare, ma ha funzionato. Questa è una serie che fomenta la più rabbiosa delle fan base, portandola a riempire, mentre procede di episodio in episodio, intere stanze di teorie sul possibile dipanarsi della trama. La gente alla fine avrà una comprensione più intricata di universi alternativi, della geografia di Marte e della biologia dei calamari.

Ma cosa ha favorito questo amore? Il fatto che la serie faccia qualsiasi cosa ritenga in dovere di sperimentare e lo faccia con incredibile fiducia nei suoi mezzi. Come saprete, il passato di Damon Lindelof affonda nell’affastellata trama di Lost e nel cerebrale The Leftovers, ha spianato la strada per una miscela perfetta di teorie ossessive da parte dei fan dei suoi show. Quello che stai guardano è un prodotto che – probabilmente – è più intelligente di te o, almeno, ti fa sentire come se lo sia.

Quindi, in definitiva cosa, esattamente, la serie Watchmen è in grado di portare alla televisione del 2019 / 2020 come medium, visto che, a quanto pare, la ragione per cui Alan Moore detesti gli adattamenti hollywoodiani con tanta ferocia è la loro generale inutilità? Questo sequel firmato HBO è inutile? No. È uno show che ha molto da dire e non vuole mitigare le sue parole. Ha cose da dire sul razzismo, la sessualità, la legge, la giustizia, i traumi e la fede – solo per citare alcuni temi portanti dei 9 episodi complessivi – e lo fa in un modo incredibilmente impreventivabile. Si potrebbe provare a spendere altre mille parole ricapitolando il puro splendore strutturale dell’episodio 3, È stata uccisa da rifiuti spaziali, oppure dell’8, Un dio entra in un bar, ma il tentativo di trovare aggettivi per descrivere adeguatamente questa serie erratica, stravagante e ampollosa sarebbe da solo un’impresa improba.

Se non si fosse capito, Watchmen non è stato creato per il tipico pubblico dei programmi via cavo ed è un bene. Lo showrunner Damon Lindelof ha imbastito una narrazione dalle radici così saldamente impiantate nel testo originale, che la consolidata tradizione è stata fertilizzata con incredibile fecondità. Sì, Jeremy Irons nei panni del miliardario eccentrico Adrian Veidt sarebbe bastato da solo a convincere tanti a seguire per qualche episodio lo show, ma c’è molto di più per cui rimanere sintonizzati. Con il suo non facile e ‘strano’ materiale di partenza da maneggiare, un creatore assolutamente lontano dalla produzione e disinteressato al risultato e la necessità di collegarsi in qualche modo alla tradizione, è stato quasi un miracolo – in questi duri tempi di binge watching – che sia riuscita a convincere qualcuno a seguirla fino alla fine lungo 9 settimane. A dirla tutta, Watchmen va annoverata tra le più grandi imprese televisive degli ultimi anni. La ragione? Ha palle degne del rispetto del dottor Manhattan.

Di seguito il trailer di Watchmen: