Voto: 5/10 Titolo originale: Star Trek: Section 31 , uscita: 15-01-2025. Regista: Olatunde Osunsanmi.
Star Trek: Section 31, la recensione del film con Philippa Georgiou (su Paramount+)
24/01/2025 recensione film Star Trek: Section 31 di William Maga
Un prodotto mediocre che oscilla tra momenti camp e tentativi di serietà mal riusciti, salvato solo dall’interpretazione di Michelle Yeoh

C’è un vecchio adagio, tratto da uno dei testi più sacri della cultura nerd, che recita più o meno così: “Così come il giorno segue alla notte, così come le uova sono uova, ogni film di Star Trek che presenta un titolo con un numero dispari fa schifo”.
Tecnicamente Section 31 sarebbe Star Trek 14, quindi dovrebbe essere un successo. Purtroppo, non segue lo schema. Questo probabilmente perché questo speciale destinato esclusivamente a Paramount+ non sembra affatto un film. Somiglia più a uno di quei doppi episodi televisivi che venivano un tempo montati insieme per l’uscita in VHS, ma è ben lontano dai migliori di quelli.
Section 31 non ha il budget né il peso scenico per giustificare l’etichetta di “film”. Una volta l’avremmo etichettato come “film per la TV” o “direct-to-video”.
Alcuni critici americani – non imprevedibilmente – sono stati spietati, ma certi giudizi paiono comunque eccessivi. Non siamo davanti alla faccia migliore di Star Trek, ma chi lo considera il punto più basso del franchise non ricorda l’episodio di The Next Generation dove il dottor Crusher ha una relazione con un fantasma. O quell’episodio davvero razzista della prima stagione. O il finale di Enterprise. O Star Trek V – L’ultima frontiera.
Questa è una saga che, nonostante i suoi momenti straordinari, ha toccato il fondo molte volte, e Section 31 è lontano dall’essere il peggiore del mucchio. Quello che abbiamo è un’avventura spaziale perfettamente accettabile che bypassa i principi ideali della Flotta Stellare per immergersi nel mondo oscuro della sua divisione segreta. Funziona meglio quando abbraccia il lato camp e divertente, ma perde la rotta ogni volta che cerca di essere un thriller serio.
Michelle Yeoh torna nei panni di Philippa Georgiou, l’ex imperatrice priva di morale dell’Universo dello Specchio di Star Trek: Discovery. È ancora tecnicamente una cattiva – non si può spazzare via un genocidio con un mero arco di redenzione – ma è la ‘nostra cattiva’, e l’attrice è sempre stata brillante nel ruolo.
Un’antieroina sopra le righe, elegante e con una scintilla di calore sotto tutto quel suo machiavellismo. Anche se Section 31 a volte sembra povero, Michelle Yeoh garantisce qualche carato … e questo può essere un problema. La carismatica vincitrice dell’Oscar oscura infatti tutti gli altri sullo schermo. C’è un cast di supporto che dà presumibilmente il massimo, ma è difficile notare qualcun altro intorno.
La trama, che ruota attorno a un’arma apocalittica chiamata “Godsend”, mette insieme una squadra di reietti in stile Guardiani della Galassia, ricca di riferimenti alla lore di Star Trek. C’è un Camaleontide (visto l’ultima volta in Star Trek VI), una Deltana sexy (Star Trek del 1979), e una giovane Rachel Garrett (Kacey Rohl), futura capitana dell’Enterprise-C. I riferimenti faranno felici i fan hardcore, anche se i personaggi stessi non lasciano un segno duraturo.
La Rohl nei panni della precisina tenente Garrett spicca, mostrando sfumature che gli altri trascurano, forse meritandosi il suo futuro ruolo di capitano. Lo stesso non si può dire di Sven Ruygrok nei panni di Fuzz. Altrove, manca profondità ai personaggi. Alok (Omari Hardwick) risulta monotono, Zeph (Robert Kazinsky) e Melle (Humberly González) intrigano ma non vengono approfonditi. Il villain, con tanto di risata da pazzo, diverte più per i manierismi che per le motivazioni.
La regia di Olatunde Osunsanmi (Il quarto tipo) e la sceneggiatura di Craig Sweeny non sfruttano il potenziale né del cast né della premessa. Gli effetti speciali sembrano leggeri e simili a quelli di un videogioco, e la trama diventa sempre più approssimativa man mano che procede. Il peso delle poste in gioco, pur dichiarate enormi, non si sente mai davvero.
Section 31 funziona meglio quando si rifà alle radici pulp dei film di spionaggio e lascia la Yeoh esibirsi nel suo ruolo di antieroina. Fallisce invece drammaticamente quando tenta di essere serio nel terzo atto, non avendo costruito alcuna base solida per il cambio di tono. Il finale suggerisce un sequel o una serie, ma manca qualsiasi elemento che giustifichi ulteriori esplorazioni.
La stessa Paramount sembra esserne consapevole, tanto che Section 31 quasi non viene evidenziato sulla homepage. E un nuovo film di un franchise di questa portata non dovrebbe richiedere la ricerca per essere trovato il giorno dell’uscita …
Star Trek ha avuto alti e bassi di recente. Discovery ha perso smalto nelle ultime stagioni, Lower Decks era brillante ma è stata cancellato. Section 31 si piazza nel mezzo: va bene, è simpatico (se non si è fan sfegatati), ma non lascia alcun segno una volta arrivati ai titoli di coda. Non aggiunge nulla di significativo al canone di Star Trek, e non sembra nemmeno provarci.
Di seguito trovate intanto il full trailer internazionale d Star Trek: Section 31, a catalogo dal 24 gennaio:
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