Horror & Thriller

Vincenzo Natali su Nell’Erba Alta: “C’è un film che mi ha ispirato; la troupe davvero in ostaggio del campo”

Il regista dell'adattamento per Netflix del romanzo breve di Stephen King e Jope Hill ha parlato dei titoli ai quali si è ispirato prima di girarlo e della non semplice fase delle riprese

Ospite del Festival del Cinema Fantastico di Sitges, che ha scelto la sua ultima fatica come film di apertura dell’edizione numero 52, il regista canadese Vincenzo Natali si è soffermato sulle ispirazioni e influenze avute per Nell’Erba Alta (la nostra recensione), adattamento voluto da Netflix dell’omonimo romanzo breve scritto da Joe Hill e Stephen King che vede protagonisti Patrick Wilson (Aquaman) e Rachel Wilson (Kept Woman – Rapita).

Alla domanda se si fosse in qualche modo raffrontato con altri titoli horror ambientati – almeno parzialmente – in campi o terreni agricoli, come quelli della saga di Grano rosso sangue (tratto peraltro a sua volta da un racconto di Stephen King) o Signs di M. Night Shyamalan, Vincenzo Natali ha risposto a sorpresa:

Onibaba – Le assassine di Kaneto Shindō! Si tratta di un bellissimo film giapponese del 1964 ambientato preminentemente in un campo di erba alta. Ho guardato a questo film prima di tutto. Non ho davvero pensato a Signs, mentre ho guardato qualcuno dei capitoli della serie di Grano Rosso Sangue. Solo alcuni, perché ne hanno fatti nove!! [ride]

Per quanto riguarda invece l’utilizzo di piante reali per le riprese o il ricorso alla CGI, il regista ha detto:

Posso dire solo che abbiamo girato in un vero campo dell’Ontario, in Canada, cercando di ricorrere il meno possibile alla CGI. Non è affatto semplice girare in un campo di erba alta. Il problema principale che abbiamo incontrato, è che quando Nell’Erba Alta ha ottenuto ‘luce verde’ da Netflix eravamo in inverno, e l’erba non c’era neppure. Quindi non esisteva un campo in cui fisicamente poter camminare per capire come muoversi e girare una scena. Non sapevamo neppure quali specie di erba avremmo dovuto piantare per ottenere il risultato sperato e quanto ci avrebbe messo a crescere per consentirci di cominciare le riprese, poiché l’erba è un organismo vivente che ha i suoi tempi … In sostanza abbiamo capito poi di avere soltanto una finestra di un mese e mezzo per girare. In più, è stato un anno particolarmente secco, quindi l’erba non si stava sviluppando come previsto … Sostanzialmente, l’erba ci ha davvero tenuti fisicamente in ostaggio. Si è trattato di uno di quei casi in cui l’arte imita la realtà. In diversi casi ci si perdeva per davvero in quei dedali d’erba, tanto che i membri della troupe han dovuto girare con dei fischietti appesi al collo, per poter indicare dove si trovavano se si fossero persi.

Ma il risultato finale ha sicuramente pagato.

Di seguito trovate il trailer ufficiale di Nell’Erba Alta, nel catalogo di Netflix dal 4 ottobre:

 

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Published by
Redazione Il Cineocchio